15 Settembre, 2002
Beluzzi si é fermato. I commenti.
Pubblichiamo un illuminante commento del sito cremonese *Il Vascello*, di esplicite simpatie destrorse, tra una spruzzatina di antipolitica e forti nostalgie farinacciane, pubblicato qualche ora dopo l'annuncio del ritiro del GIP dalle Primarie
Chi vuole innovare la città e chi la sfrutta
Il ritiro di Beluzzi aumenta anche maggiormente la responsabilità dei cittadini: devono decidere se Cremona deve restare nel buco nero in cui l'hanno cacciata i privilegi di casta sostenuti dalla ben retribuita burocrazia o se davvero vogliono imboccare una strada di limpide novità nella quale il cittadino e la comunità siano al disopra degli interessi personali e dell'ignavia dei troppi che da anni godono a corte
Pierpaolo Beluzzi con tutta la sua dignità, ingiustamente offesa. La dichiarazione ha un merito: mette chiaramente a nudo dove stanno i valori della città e chi li ignora. Avranno i protagonisti della vergognosa contestazione ancora il coraggio di mostrare la faccia? Crediamo, purtroppo, di sì. Li abbiamo pesati, sono venuti allo scoperto in tutti questi giorni funerei nei quali sono emersi i veri nodi di Cremona: per una poltrona si può perdere persino il ritegno.
La poltrona per loro è tutto, il resto sono chiacchiere per incantare.
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Speriamo che Cremona non debba battersi il petto per diserzione e sappia valutare con fermezza che - se deve accettare il passo indietro richiesto da un magistrato il quale ha avuto il coraggio civico ed ideale per mettersi in gioco - non bisogna arrendersi e nemmeno lasciarlo solo. Adesso occorre in ogni caso riaffermare l’impegno di andare avanti e puntare finalmente ai grandi traguardi.
Beluzzi li elenca puntigliosamente uno ad uno. Leggeteli e rileggeteli.
Vi sarà chiaro che Beluzzi ha comunque aperto una strada: le reazioni rabbiose, indegne, che hanno sfiorato la diffamazione e l’insulto, dimostrano che un simile programma sarebbe la strada maestra di un rinnovamento epocale della città ingessata, di quella città che è morente perché è da anni ormai unicamente la espressione di un poltronismo acuto (inteso nel doppio significato, il far nulla e assiedersi in trono), quella città in degrado che misuriamo ogni giorno, appena giriamo l'occhio, ma che loro non vedono perché nei fatti non gliene importa niente, loro coltivano soltanto la città dei favoriti che li rende intoccabili . E' quella Cremona che si regge sulla ben remunerata corte di una burocrazia truce, immobile, perversa, indifferente ai cittadini, tesa soltanto alla propria sopravvivenza, al disopra di tutto e di tutti. Una burocrazia potente, una garanzia per il potere giacché mobilita famigliari, parenti, amici ogni qual volta, sia il pretesto delle primarie, sia il rinnovo amministrativo, occorre garantirsi l'intoccabilità.
Si ritira Beluzzi, ma se Cremona ritrova la vis, gli uomini degni verranno fuori in ogni caso. Lasciamo pure che gli inetti si attacchino alle loro conventicole e alle furbate spacciate per esercizi democratici.
Il gesto di Beluzzi dimostra dove sta il disinteresse, non ci sono equivoci. Lui fa il passo indietro che gli opposti hanno rifiutato e che non possono accettare perché sarebbe la fine di tutti i privilegi: dovrebbero mettersi a lavorare come gente normale.
Sono dunque ancor più evidenti e schierate due realtà drammatiche e davvero inconciliabili: chi mette in prima linea Cremona, e chi vuol godere per sempre delle prebende pubbliche. Bisogna battersi adesso e saper con chi stare o la città non verrà mai più fuori dal buco nero in cui l’hanno cacciata gli autori delle pagine più buie della intera storia di Cremona democratica. Siano consapevoli i cremonesi e scelgano.
 
Fonte: Il Vascello di Cremona
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