15 Settembre, 2002
Beluzzi si é fermato. I commenti.
Interviene Sandro Gugliermetto, Consigliere provinciale del PD - Questo l'incipit: La lettera di Beluzzi è una brutta lettera che contiene un bellissimo programma. Sembra un paradosso? Non lo è.
La lettera di Beluzzi è una brutta lettera che contiene un bellissimo programma.
Sembra un paradosso? Non lo è.
Il programma che Beluzzi esprime è un programma completo, avvincente, che vede il futuro, che include, che appassiona. Ma non smetto di chiedermi: perché quel programma non è stato esposto nella sede propria - ovvero l'Assemblea cittadina - prima ancora del lancio della sua candidatura? Perché avremmo dovuto eleggere come Sindaco un signore che mai aveva partecipato alla vita politica cittadina, e le cui opinioni ci erano del tutto ignote? Perché ci siamo rassegnati all'idea che le prospettive politiche si disegnino nella stanza del segretario (o in una stanza del Municipio, o in una del palazzo di Giustizia) e non nella sede propria al loro disegno, ovvero l'Assemblea degli iscritti? Non sarebbe questo un po' più Democratico? E lanciare il proprio programma soltanto all'atto del ritiro della candidatura, e mai prima, suona beffardo soltanto alle mie orecchie?
Io continuo a non capire quale sia stata la base critica sulla quale si sia fondata l'adesione di molti amministratori e militanti del PD alla candidatura di un uomo del quale non conoscevamo le opinioni, la faccia, il tono della voce, i modi, la capacità relazionale, l'umanità. Sarà stata forse la fiducia cieca nel segretario provinciale, il quale ci diceva che ciò era rinnovamento? Beati loro. Io continuo a credere che la Politica sia un'arte che si fonda sull'esercizio della critica e del dubbio; e quando si parla di politica, la fiducia cieca non la ripongo neppure in me stesso, figuriamoci in Mauro Fanti o in Luciano Pizzetti. Certo, vengo da una cultura diversa da quella di Pizzetti e di Fanti; ma è esattamente per questo, che mi ritengo più Democratico di loro.
Intanto, però, succede che un Giudice che ambisce a fare il Sindaco senza aver mai partecipato alla vita politica, culturale, associativa della città passi - a prescindere - per puro, e che per fluenza passino per puri anche tutti i suoi mallevadori; mentre tutti i suoi oppositori, dopo una vita nella città e per la città, passino per esseri viscidi, attaccati alle poltrone o agli strapuntini. Insomma, chi non era per Beluzzi è contro il rinnovamento. L'operazione, in perfetto stile berlusconiano, è servita (anche il PD ha imparato qualcosa da Berlusconi!). Con una differenza di sostanza: che le operazioni berlusconiane fatte da Berlusconi lo portano a vincere le elezioni, mentre operazioni simili fatte dentro le mura di casa nostra servono soltanto e unicamente a farci arrivare alle elezioni con la schiena rotta (cui prodest?). Complimenti, ancora, alla dirigenza locale del PD. Soprattutto a quella segretaria cittadina che da bindiana pasionaria delle primarie si è lentamente tramutata in larvale passaparola degli ordini del capo. Da farfalla a larva, è pur sempre un'evoluzione. Mi spiace, in fondo, dover temere che la prossima metamorfosi sia da larva a capro espiatorio; ma è ciò che accade quando si assumono compiti per i quali non si è all'altezza.
Spero che presto l'Assemblea del PD - l'Assemblea, non i suoi dirigenti - riesca ad interrogarsi su questo: di QUALE rinnovamento abbia bisogno il partito, di QUALE rinnovamento abbia bisogno la città, e cosa si debba fare per ottenere quei rinnovamenti. Perché la parola "rinnovamento" si usa anche per descrivere la sommaria imbiancatura delle pareti di un'osteria; per darle un senso, occorre riempirla di contenuti. Io trovo pochissimo innovativo, per esempio, che nelle stanze della segreteria di un partito si decida di dare un calcio nel sedere al Sindaco; ma magari sbaglio, ed è perciò che vorrei confrontarmi con l'Assemblea del partito. Trovo che cambiare il Sindaco, e soltanto il Sindaco, abbia un sapore assai gattopardesco: cambiare tutto, affinché nulla cambi.
Per me, per esempio, sarebbe innovativo consentire al Sindaco di scegliere la sua "squadra" (e se dico "squadra" non mi riferisco alla sola Giunta, ché altrimenti scriverei "Giunta") in base al merito, non già in base alla fedeltà a questo o a quel capobastone. Ma so che sto sognando.
Potrei fare molti altri esempi, e raccontare magari le innovazioni che ho vissuto - e pro quota costruito - lavorando (sottolineo lavorando) nell'amministrazione Torchio. Ma gli altri esempi preferisco tenerli per l'Assemblea cittadina, se qualcuno avrà la bontà di convocarla.
Per ora mi limito a questo: io sono per il rinnovamento; e proprio per questo sto dalla parte di Gian Carlo Corada.
Sandro Gugliermetto
Consigliere Provinciale PD
 
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