15 Settembre, 2002
Ordine del giorno a maggioranza del Consiglio provinciale
Di fronte al “depotenziamento” dell’ospedale Robbiani di Soresina, che chiude i 30 posti per acuti per aprire entro il 2010 una struttura di riabilitazione leggera e mantenimento, chiede che *i 30 posti letto per acuti rimangano all’interno dell’azienda*
Il consiglio provinciale, a maggioranza, ha approvato un ordine del giorno nel quale, di fronte al “depotenziamento” dell’ospedale Robbiani di Soresina, che chiude i 30 posti per acuti per aprire, entro il 2010 secondo il progetto, una struttura di riabilitazione leggera e mantenimento, chiede al direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Crema, di cui il Robbiani fa parte, che “i 30 posti letto per acuti rimangano all’interno dell’azienda ospedaliera, in quanto considerati necessari per le esigenze sanitarie del nostro territorio e che diversamente andrebbero persi o drasticamente ridotti”; che “la gestione dei servizi ristrutturati presso il Presidio ospedaliero di Soresina venga mantenuta in seno all’Azienda affinché, con la gestione pubblica, siano preservate quelle garanzie di sicurezza che i cittadini richiedono”; un emendamento presentato dal consigliere ed ex sindaco di Soresina Giuseppe Rocchetta chiede inoltre che vi sia una contestualità fra la chiusura dei servizi attuali e l’apertura della nuova struttura, per non lasciare nel frattempo il territorio privo di servizi fondamentali, e che l’azienda ospedaliera garantisca di farsi carico del personale attualmente in servizio a Soresina.
Il documento ha raccolto i voti della sola maggioranza, mentre hanno votato contro Forza Italia e An, mentre si sono astenuti l’Udc e la Lega.
E’ stata la consigliera Antonella Poli a illustrare la posizione di Forza Italia. La questione del Robbiani, ha detto, non è sorta ora ma data da molti anni. I 30 posti non vengono persi, anzi la nuova struttura li raddoppierà, poiché a fianco dei 30 posti convenzionati pubblici se ne avranno altri 30 a cura del privato che compartecipa all’investimento con 4 milioni di euro. Nessun depotenziamento dunque, ma semplice modifica della destinazione dei posti letto, rafforzamento dei poliambulatori, che continueranno a funzionare nell’attuale struttura fino all’apertura della nuova.
Di segno opposto l’intervento di Giampaolo Dusi, del Prc, fra i firmatari dell’ordine del giorno insieme a Rocchetta del Pd, Attilio Galmozzi e Angelo Bruschi del Prc e Andrea Ladina dei Verdi. “Il documento – ha detto – centra perfettamente il problema: oggi abbiamo 30 posti letto per acuti e da domani non li avremo più”.
Maurizio Borghetti, di An, ha ritenuto fuori luogo chiedere l’intervento della Provincia su un tema che non è di sua competenza, e dopo aver affermato che le responsabilità della situazione del Robbiani devono essere attribuite a molti soggetti, indipendentemente dalle posizioni politiche, ha lanciato un appello a non ostacolare l’unica soluzione oggi possibile.
L’assessore Giovanni Biondi, interessato al tema in quanto residente nel Soresinese, ha ripercorso la storia di questi anni, nella quale numerosi progetti, già definiti e sui quali erano stati presi anche impegni finanziari, sono stati abbandonati dai diversi direttori generali che si sono succeduti alla guida dell’azienda ospedaliera di Crema. “Contraddizioni, errori, incoerenze – ha detto – difficili da spiegare. E se domani cambiasse ancora il direttore generale, assisteremmo a un altro cambio di prospettiva?” Per questo, ha detto, sosteniamo la richiesta dl territorio che almeno si chiuda la vecchia struttura solo all’apertura della nuova. Poi, ha concluso Biondi, la localizzazione sbagliata: la scelta migliore sarebbe la valorizzazione dell’attuale sede.
Il dibattito è stato concluso dal presidente Giuseppe Torchio, il quale ha affermato che naturalmente, al di là di mandati ufficiali, vi sono stati incontri con gli amministratori del Comune di Soresina, insieme a referenti dell’Anci sul temi della sanità. Probabilmente un ospedale di comunità, che era stato ventilato qualche tempo fa, avrebbe potuto essere la risposta migliore per il territorio a metà strada fra Crema e Cremona, ma purtroppo questa soluzione non è stata supportata.
Quindi il voto, con l’approvazione del documento a maggioranza.
 
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