15 Settembre, 2002
Allargamento Ue, dopo il trattato arrivano i finanziamenti
Nel 2004 oltre il 20% dei fondi per i nuovi arrivati è destinato all'agricoltura
Dopo la firma ad Atene del trattato di adesione dei dieci nuovi Stati membri arrivano i finanziamenti e la Commissione Europea presenta il primo bilancio dell'Unione allargata che destina oltre il 20% dei fondi stanziati per i nuovi arrivati all'agricoltura e allo sviluppo rurale di questi Paesi.
E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti sulla proposta di bilancio per il 2004 adottata il 30 aprile dalla Commissione nel rispetto del quadro finanziario definito a Copenhagen e approvato dal Parlamento Europeo il 9 aprile scorso.
Ai nuovi Paesi che entreranno a pieno titolo a far parte dell'Unione a partire dal 1 Maggio 2004 saranno destinati 2,5 miliardi di Euro finalizzati all'attività agricola e soprattutto allo sviluppo rurale, rispetto ad uno stanziamento complessivo di 11,8 miliardi di Euro.
Un importo destinato ad aumentare già dal 2005 quando - precisa la Coldiretti - inizieranno ad avere un impatto finanziario gli aiuti diretti che per gli anni 2004, 2005, 2006 sono previsti, per nuovi Paesi, ad un livello pari al 25 %, 30% e 35 %, che arriverà al 100% nel 2013, del valore fissato per gli altri 15 Paesi dell'Unione.
Con l'ingresso dei dieci nuovi Paesi a partire dal 2004 e di Romania e Bulgaria nel 2007, avremo una Europa più grande ma anche più agricola tanto che nei nuovi Paesi sono circa 9 milioni di addetti agricoli impegnati nella coltivazione di quasi 60 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata (quattro volte quella italiana). Si tratta - precisa la Coldiretti - di realtà agroalimentari e rurali, molto distinte dal modello produttivo dell'UE a quindici, dove i cittadini destinano una elevata percentuale del proprio reddito ai consumi alimentari (37% in Polonia, 42% in Ungheria e ben il 58% in Romania rispetto al 18% dell'Italia) e l'attività agricola presenta rese medie molto basse (inferiori di circa il 60% a quelle dell'Ue a quindici), una ridotta produttività per addetto, un forte impiego di manodopera (generalmente a basso costo) per unità di superficie (33 addetti/ettaro in Romania, e 15 in Polonia contro i 7 dell'Italia ed i 5 dell'UE a quindici) e una frammentazione nella produzione e nella distribuzione degli alimenti.
Dati - sottolinea la Coldiretti - che testimoniano la complessità delle scelte di politica agricola, ma anche economica e sociale, che dovranno essere adottate per accompagnare il processo di allargamento. "L'allargamento rappresenta una priorità per la società e per i cittadini europei e deve rappresentare anche una opportunità per le imprese della nuova Europa" ha affermato il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni.
Esistono spazi per crescere insieme ricercando le necessarie sinergie - ha continuato Bedoni - ricordando che in Italia quasi due terzi degli immigrati stagionali extracomunitari occupati in agricoltura provengono dai Paesi dell'Est. Noi vediamo l'allargamento non come pura estensione della situazione attuale ma come un passo avanti in un processo di integrazione che non riguarda le sole agricolture ma, nel loro insieme, i sistemi economici e per questo - ha concluso Bedoni - riteniamo che sia necessaria ed inevitabile una svolta profonda nella politica agricola europea.
Il bilancio dell'unione europea allargata nel 2005 (miliardi di euro) totale 25 paesi nuovi arrivati agricoltura e sviluppo rurale 51,6 2,5 , totale 109,9 11,8.
 
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