15 Settembre, 2002
Cremona, ZTL: la verità è che siamo schiavi dell’auto
Gentile direttore, questa non è una favola, cioè un racconto frutto di fantasticherie, come quello descritto da Sperangelo Bandera nel suo intervento del 4 gennaio ....
Gentile direttore,
questa non è una favola, cioè un racconto frutto di
fantasticherie, come quello descritto da Sperangelo Bandera
nel suo intervento del 4 gennaio a favore del traffico
automobilistico senza limiti, ma la realtà delle cose.
La pianura Padana costituisce una delle zone più inquinate
del mondo. Le foto dal satellite mostrano che anche
nelle giornate serene tutta la valle risulti come coperta
da nuvole, è lo smog in continuo aumento creato dagli
scarichi industriali e automobilistici, in nome di un
presunto progresso che trova nel consumismo imperante
il suo più alto grado di degenerazione. Quasi nel mezzo
della pianura vi è una città, Cremona, di ridotte dimensioni
tanto che si può andare a piedi dall'estrema periferia
al centro in circa mezz'ora. La città è ovviamente
anche pianeggiante e si presta molto bene agli spostamenti
con la bici. Ma a tanti cremonesi usare le proprie
gambe per spostarsi all'interno della città risulta sgradevole,
forse umiliante, preferiscono usare l'auto. Questo
modo di pensare, piuttosto provinciale, risale ad alcuni
decenni fa con la motorizzazione di massa e lo status
symbol che l'auto rappresentava. Ma se in passato vi era
una macchina ogni tre famiglie, oggi spesso una famiglia
ne possiede tre. Se una volta lasciare la macchina in
sosta non costituiva un problema, oggi le auto in circolazione
si sono moltiplicate a dismisura, ma gli spazi sono
rimasti gli stessi, non c'è quindi la possibilità di parcheggiare
e di circolare come un tempo. Tutto questo ai patiti
dell'auto non interessa. Loro vogliono continuare ad
arrivare con la macchina sulla porta del bar, del parrucchiere,
dell'ufficio. Ci sono genitori che si ostinano a voler
portare i bambini a scuola con la macchina fino sull'ingresso
altrimenti, a loro dire, i piccoli si ammalano;
si imbottigliano con le auto davanti ai portoni mentre i
bambini con il viso all'altezza degli scarichi fanno il pieno
di veleni. Guai a chiedergli di fermarsi pochi metri
prima, non vogliono sentire ragioni, organizzano comitati
di protesta.A costoro non importa se le statistiche dicono
che i loro figli si ammalano più spesso di quelli che
vanno a scuola con le proprie gambe o sul seggiolino agganciato
alla bici dei genitori. Poi però dicono che i piccoli
hanno bisogno di fare ‘un po' di moto’, e bisogna portarli
in palestra o in piscina, sempre chiusi nell'inseparabile
scatola di latta. Succede che anche questi genitori
sentono il bisogno di fare ‘un po' di moto’, eccoli quindi
sui tapis roulant, sulle cyclettes, a sudare in palestre con
la luce artificiale, senza finestre, con l'aria viziata. Se c'è
una bella giornata si sente dire: facciamo una passeggiata,
che sottintende prendiamo la macchina e andiamo
fuori città dove vanno tutti e poi tutti insieme torniamo
incolonnati per ore nelle scatole di latta.
La vita convulsa di oggi, il maggior tempo libero, fanno
nascere il bisogno di evadere. I fissati dell'auto partono
per mete lontane o per una vacanza in montagna.
Quando tornano i loro racconti sono più o meno questi:
che bello il tal posto, come si stava bene, non c'erano
macchine, nell'aria si sentiva il profumo dei fiori. Egli altri
di rimando, dove siamo stati noi ci sono tante piste ciclabili
protette e vedi più gente in bici che in macchina.
Allora viene da chiedergli, il buon senso non vi dice di fare
la stessa cosa anche a Cremona e muovervi con le vostre
gambe?
Nell'Italia delle centinaia di migliaia di auto blu, un
sindaco che per i propri spostamenti urbani usa la bici è
oggetto di ironia. Quello stesso sindaco che prova a far
cambiare mentalità ai propri concittadini è oggetto di
critiche feroci. I commercianti urlano che i loro affari calano
se la gente non può raggiungere i negozi con la macchina
e vanno in rovina. La stampa non è da meno e dà
ragione ai commercianti. Però succede che gli uni e gli altri
si smentiscono da soli. Il giornale locale mostra foto
con le strade del centro affollate di pedoni e all'interno riporta
i commenti dei commercianti sulle vendite che sono
andate bene, nonostante la crisi incombente. E questo
nello stesso numero in cui viene pubblicata la ‘moderna’
fiaba di Sperangelo Bandera. Ma allora dove sta la
verità? La Ztl è davvero portatrice di sventura come paventa
Bandera o è, invece, un'opportunità di miglioramento
per tutti?
Alcuni scrivono al giornale schierandosi contro la Ztl
e, seguendo il pensiero demagogico esercitato dall'opposizione
politica presente in Comune, affermano che primabisogna
fare i parcheggi.Ma lo sanno costoro che c'è
un autosilo, in via Massarotti, appena fuori del centro
storico, inutilizzato da anni? Lo sanno che il parcheggio
di via Villa Glori, proprio al confine di Corso Garibaldi
e della ZTL, ha quasi sempre decine e decine di posti liberi?
La verità è che tanti vogliono trovare il parcheggio
dovunque vadano e lasciare la macchina dove fa loro
più comodo, si rifiutano anche di fare solo cinque minuti
a piedi (tanto ci vuole, ad esempio, da Foro Boario al
centro). Se tutti avessero il buon senso di usare la macchina
solo nelle occasioni in cui risulta davvero necessaria,
non ci sarebbe bisogno di divieti o Ztl. I provvedimenti
presi dall’amministrazione comunale vanno nella
direzione di sviluppare un diverso modo di vivere la
città, a vantaggio di tutti. L'assenza di vento fa sì che a
Cremona l'inquinamento ristagni a lungo. Le centraline
di rilevamento registrano continui incrementi di polveri
sottili e altri veleni. La città ha il non invidiabile primato
per numero di tumori in Europa. I bambini si ammalano
sempre più frequentemente alle vie respiratorie. Questa
è la triste realtà. Invece il giornalista favoleggia su come
diventerà malinconica Cremona se i suoi abitanti
non potranno più arrivare sulla porta del bar con un mastodontico
Suv.
La favola di Sperangelo Bandera termina,
come tutte le fiabe, con l'arrivo del principe azzurro
(gli elettori) che scaccia la strega perfida e cattiva (il sindaco).
Può darsi che fra qualche mese la storia finisca
davvero così. Come può darsi che invece vi siano tanti
cremonesi che adesso stanno zitti, ma che quando verrà
il momento di esprimersi sapranno da che parte stare.
S. P.
 
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