15 Settembre, 2002
Il Cavaliere rampante, Il Bossi dimezzato, il Fini inesistente
Intervento di Annamaria Abbate, segretario cittadino del PD di Cremona
Le stime di Bruxelles sui nostri conti pubblici 2009 mostrano un nuovo sforamento dei parametri di Maastricht, una crescita della disoccupazione del 8,2%, e una previsione di crescita del paese nel 2009 fortemente negativa (-2%). Eppure, col suo solito sorriso di plastica, il Cavaliere ci fa sapere che “la crisi non è così drammatica come tutti pensano. Il -2% che l’Europa indica per l’Italia nel 2009 significa che torniamo indietro di due anni e due anni fa non mi sembra che stavamo così male.” Poco importa se dietro quel -2% ci sarà la disperazione di milioni di disoccupati e delle loro famiglie. Un Cavaliere rampante e sorridente, col suo decreto anticrisi all’acqua fresca, come Mariantonietta e le brioche.
Intanto la Lega di lotta e di governo non raddoppia: vorrebbe botte piena e moglie ubriaca, ma resta dimezzata nelle numerose contraddizioni e ambiguità difficili da spiegare ai suoi elettori. La grande paladina del Nord, strepita contro Roma ladrona, e mobilita i suoi sindaci contro provvedimenti, che lei stessa ha approvato, per gli stanziamenti straordinari a comuni non virtuosi come Catania e Roma. Nel frattempo mantiene un fragoroso silenzio di fronte ai mancati finanziamenti alle infrastrutture lombarde e ingoia rospi enormi come le vicende di Malpensa ed Expo. Tutto per portare a casa l’agognato Federalismo da buttare in pasto ai suoi sostenitori, e giustificare in qualche modo la sua presenza sulla scena politica italiana, al di là delle sue pittoresche riproposizioni razziste e xenofobe. Ma quando il Federalismo va “finalmente” in aula, si scopre che non è altro che una scatola vuota, da riempire in corso d’opera con decreti attuativi di cui non è dato sapere al momento i contenuti, né i costi, probabilmente alquanto elevati, che, infatti, il commercialista Tremonti si rifiuta di rivelare, consapevole del pesante impatto finanziario di un tale provvedimento strutturale in un momento di grave crisi economica e finanziaria del Paese. Ma almeno a Calderoli, esperto in materia, è lecito chiedere che, ancora una volta, “dia i numeri”. Ma lui non dà nessun numero, nessun dato, nessuna valutazione di impatto sui costi .
Ma sul Bossi dimezzato grava un altro macigno: i tre referendum elettorali ammessi un anno fa dalla corte costituzionale: se approvati, porterebbero ad un sistema con due soli "listoni" e un bipartitismo in piena regola, praticamente la "morte" per il Carroccio, che infatti ha già cominciato ad alzare le barricate e a chiedere la solidarietà dei partner di maggioranza.
E il Fini inesistente? Per ora non si sbilancia. Il presidente della Camera, appoggiato da tutta AN aveva firmato e sostenuto l'iniziativa referendaria ed era stato molto netto: "Dalle urne può uscire una buona legge". Ma ne è passata di acqua sotto i ponti. Ora come userà questo “grimaldello” nella scaramuccia Nord/Sud scoppiata nella sua coalizione? Quanto peserà il suo dietrofront referendario sul piatto della bilancia percentuale FI/AN?
Sotto la cenere cova un vulcano nel centro destra e qualcosa si fiuta già nell’aria, non è un caso che calano i consensi per il Governo e la fiducia dei cittadini tocca questo mese il minimo dal giorno dell'insediamento.
Annamaria Abbate
Segretario cittadino PD Cremona
 
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