15 Settembre, 2002
Lancio sperimentale di coccinelle
Giovedì mattina 6 maggio, in via Ticino, presenti i bambini della scuola elementare Monteverdi e della scuola per l'infanzia Agazzi....

Giovedì mattina 6 maggio, in via Ticino, presenti i bambini della scuola elementare "Monteverdi" e della scuola per l'infanzia "Agazzi", gli addetti del Consorzio Forestale Padano hanno lanciato sulle piante delle coccinelle per contrastare la presenza degli afidi. Si tratta di un progetto di difesa biologica integrata nella gestione del verde ornamentale che il Comune di Cremona, Assessorato al Verde Pubblico, ha deciso di sperimentare. La stessa operazione è stata ripetuta nel pomeriggio sui tigli del parco della scuola elementare "Stradivari" e della scuola per l'infanzia "Gallina".

Il progetto parte dal presupposto di considerare il verde urbano come un ecosistema entro il quale tutte le specie di insetti litofagi vivono in equilibrio con l'ambiente fisico.

Mediante l'osservazione e l'analisi di questo ecosistema si possono osservare i disequilibri esistenti ed intervenire biologicamente attraverso l'introduzione di organismi antagonisti per ristabilire l'equilibrio dell'ecosistema. Questo tipo di metodologia permette anche di valutare opportunamente l'utilizzo, in caso di necessità, di principi attivi ritenuti più idonei al fine di non compromettere il riequilibrio biologico. Sono state quindi individuate 3 o 4 aree rappresentative del territorio comunale, con problematiche reali percepibili dalla cittadinanza, come la presenza cospicua di acari oafidi, nelle quali attuare il progetto. Tale attività viene realizzata in collaborazione con il Settore Politiche Educative in quanto è stata effettuata una attività divulgativa e formativa presso quei giardini scolastici scelti come aree pilota.

Il sistema del verde urbano assiste oggi ad una sempre più frequente valorizzazione, sia per le tradizionali funzioni di arredo urbano, ricreative, di disinquinamento e culturali (verde storico, educative), che per quella di indicatore della qualità globale di difesa biologica integrata, tradizionalmente nate in un contesto agricolo, trova un interesse crescente anche in abito urbano. Lo scopo di questa attività è di impostare e realizzare interventi diretti di difesa biologica, per il controllo dei litofagi, in alcune aree pilota del territorio comunale.

Gli ambienti individuati vengono sottoposti ad una valutazione delle problematiche fitosanitarie attraverso il dato storico e l'osservazione diretta sul campo, in modo da predisporre apposite strategie di difesa biologica. In tutti gli ambienti il monitoraggio delle popolazioni degli organismi litofagi, attraverso l'osservazione diretta sarà esteso a quello dei loro nemici naturali e delle altre componenti dell'ecosistema. In questo contesto la lotta biologica può essere intesa solo come una semplice introduzione massiva di organismi antagonisti, nel tentativo di eradicare in breve tempo le popolazioni di quelli dannosi. Più congruente è invece il considerare il verde ornamentale urbano come un ecosistema, sia pure artificiale, nel quale tutte le specie vivono in equilibrio tra loro e con l'ambiente fisico, ed in questa ottica curarne la gestione integrata. Così ad esempio la presenza di litofagi al disopra della soglia di danno è ritenuta frutto di uno squilibrio tra l'organismo dannoso ed i suoi fattori di controllo naturale, sia fisici che biologici.

In questa situazione la lotta biologica diventa un intervento di ripristino degli equilibri alterati ed ha una dimensione qualitativa più che quantitativa. Le chiavi del suo successo sono la conoscenza dei problemi e delle loro cause e la capacità di posizionare nel tempo gli interventi di lancio dei limitatori naturali. Questi devono essere introdotti quando le condizioni ambientali ne consentano lo sviluppo e vi sia la presenza del litofago preda. Al tempo stesso attendere troppo equivale ad arrivare tardi compromettendo la possibilità di costruire un equilibrio tra preda e predatore prima del superamento della soglia del danno. L'introduzione anticipata di insetti ausiliari predatori di afidi ha quindi lo scopo di anticipare il processo di controllo naturale, rallentando la dinamica di sviluppo di quello dannoso sulle alberature di lancio delle aree dimostrative, ma più in generale, quella di ripristinare e potenziare la componente di insetti utili, che tenderà poi a disperdersi in un comprensorio più allargato, portando ad una azione stabilizzante in tutto l'ecosistema urbano, nel medio - lungo termine.

La liberazione di insetti utili pur avendo un significato tecnico importante rispetta anche una valenza ed una opportunità culturale per la cittadinanza. Si è ritenuto utile coinvolgere alcune scolaresche nella fase di liberazione degli insetti utili sulle alberature individuate. Alcune aree individuate a scopo dimostrativo e didattico sono appunto il parco della scuola Stradivari dove sono presenti 58 tigli, specie su cui endemicamente vive l'afide Eucallipterus tilie. L'altra area è nel quartiere Po, dove in molte strade sono presenti i tigli. In questa zona è possibile misurare l'efficacia dell'intervento sulla produzione di melata, quel liquido appiccicoso che solitamente imbratta le automobili parcheggiate. La melata è prodotta dagli afidi, quindi il contenimento della loro popolazione vedrebbe questo come effetto indiretto.

Nella foto: il Sindaco con i bambini al lancio delle coccinelle