15 Settembre, 2002
“PIAZZA DELLA DISCORDIA” ossia EX PIAZZA CAVOUR oggi PIAZZA STRADIVARI (di Massimo Terzi)
Caro direttore, accetto la provocazione di A. Leoni sul Vascello sull*entusiasmo di Farinacci....
Caro Direttore,
accetto la provocazione di A. Leoni sul Vascello sull'entusiasmo di Farinacci".
Allora la Questione fu delicata perchè fui costretto a dibattermi tra ruolo politico e tecnico, indotto a giudicare il lavoro di un collega, per altro, non scelto dal sottoscritto.
Pertanto per strana ironia della sorte, intervengo come unico rappresentante (con Caon) della Giunta Bodini che sulle modalità di realizzazione aveva allora le maggiori perplessità e resistenze.
Ero però consapevole che tolto "quell'inutile ed incompatibile accessorio in precario" il dissidio si sarebbe ridimensionato.
Mi auguro che da questa sorpresa si possano trarre felici auspici
Massimo Terzi
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“PIAZZA DELLA DISCORDIA” ossia EX PIAZZA CAVOUR oggi PIAZZA STRADIVARI
di Massimo Terzi
I/ Su “Mondo Padano”allora diretto da A. Leoni comparve un confronto a più voci sull’architettura fascista ed il futuro urbanistico di Cremona a cura di Mario Silla che sarebbe estremamente interessante ed attuale riproporre a distanza di un ventennio. In quella circostanza in data 12.10.92, in un pezzo dal titolo “il fascino sottile del nuovo,”scrivevo:”….l’antica P.zza Piccola è irriconoscibile ed è relegata ad un ruolo di aiuola spartitraffico. L’uso del verde ,a titolo mimetico ,è un segno troppo timido e poco efficace rispetto all’importanza del luogo per nascondere l’incapacità a restituirgli il suo significato. Forse un intervento di redesign complessivo della piazza e degli edifici che vi si affacciano,inteso a garantire ”la riconoscibilità” del luogo e l’appartenenza ad una certa struttura urbana, renderebbe giustizia all’intervento più brutale che sia stato consumato ,nell’arco di sessant’anni, nel centro della città. Si potrebbe rendere pedonale ricucendone l’uso spaziale con le Piazze del Duomo e della Pace e Marconi,si potrebbe segnalare morfologicamente con due livelli degradanti verso via Verdi, si potrebbe ripristinare la sede del mercato delle erbe o dei fiori……………………”
II/ In tutta franchezza per me, allora (al momento del mio insediamento come Assessore), la piazza non era più uno spazio d’incontro o di attività mercatale e neanche uno spazio di transito. Era una rotatoria per il traffico. Una sua ridefinizione urbanistica era necessaria per ridarle un senso ed una funzione. La riqualificazione, inoltre, permetteva l’allargamento in continuità dell’isola pedonale, lo spostamento del mercato da piazza Marconi (in attesa di una sua risistemazione ), ed il recupero dell’unico grande spazio ad uso parcheggio in centro storico per tutta la settimana.
Per me una piazza deve svolgere una serie di funzioni ben precise : era estremamente importante dilatare la pedonalità, favorire l’aggregazione,essere momento d’incontro,recuperare i portici ad uso commerciale,fungere da raccordo con le altre piazze. Storicamente, quella che si chiamava piazza Piccola aveva sempre assolto a questo compito, con la sua spiccata vocazione mercatale e la sua naturale caratterizzazione come anticamera della piazza Grande del complesso monumentale.
Impegnato a riqualificare le piazze Antonella e S. Agata con un genere di interventi in netto contrasto con la tipologia di quello che si sarebbe realizzato in piazza Cavour…. sulla Provincia del 2. 12. 98 scrivevo:“quella in cui viviamo è una città semplice ,sobria, discreta su cui ritengo si debba lavorare con attenti accostamenti. C’e sempre stata la tentazione d’imporre un proprio modo di pensare un proprio progetto o peggio un proprio stile. Credo invece sia necessario avere un atteggiamento leggero e discreto con la disponibilità a capire il senso e l’anima di questa città “.
C’era una bellissima immagine del ’36 di Fazioli , prima delle picconate, che ritraeva la piazza durante un giorno di mercato che ritenevo dovesse servire per ispirare ed attualizzare il progetto.
Mi sembrava molto interessante e funzionalmente corretta l’idea originale di un inserimento leggero con copertura che ricordasse le tende del mercato secondo la rappresentazione delle atmosfere fissate nelle fotografie dell’epoca.
Mondo Padano del 5.12.98 “Ma fa Movimento” Il progettista Ludovico Migliore difende le scelte....
Mondo Padano del 12.12.98, Rispondevo ad una intervista: “Non posso far altro che confermare che condivido l’obiettivo urbanistico che sta alla base dell’intervento ……Abbiamo ridato identità ad uno spazio,abbiamo innescato un processo di vivacizzazione dell’assetto commerciale e creato uno spazio alternativo per le manifestazioni che altrimenti degradano Piazza Duomo. Ora la piazza è realizzata, vissuta ,usata.” Mi sembra che abbia un suo respiro, che si adatti bene alla riappropiazione delle sue antiche funzioni e …sulla base di questi presupposti non posso che affermare che, di conseguenza, la scelta urbanistica è stata giusta e corretta …altra cosa, aggiungo, per me è stata l’aggiunta di un” inutile accessorio.”
In occasione della ristrutturazione della Casa del Bianco rilancii l’idea di una “ricucitura” dei vuoti realizzati nel ventennio attraverso la riqualificazione in continuità di piazza Roma, piazza Stradivarj piazza Marconi.
III/ Su commissione della dott.ssa Carla Almansi scrivo sulla rassegna della camera di commercio ed artigianato dell’anno 2002-2003 un articolo dal titolo “Riflessioni da un interno degli anni trnta:il palazzo della camera di commercio”. In quella occasione segnalo “…Dalla loggia centrale ci si affaccia su un ampia piazza,l’ex piazza Piccola, prevista dal Regime come Littoria, divenuta piazza Cavour pedonale e sede del mercato settimanale e quindi di ridarle unità ed identità per meglio integrarla al centro storico,involontariamente i progettisti hanno, almeno visivamente,in parte realizzato quanto disegnavano ed auspicavano i pianificatori del Regime. L’edificio in oggetto,infatti, per assumere un significato, va indissolubilmente legato alla piazza Littoria di cui doveva costituire il fondale orientale. E’proprio dalla realizzazione del vuoto di questa piazza che l’edificio vuol trarre la sua potenzialità espressiva come è ben raffigurato nelle fotografie,ma soprattutto nelle prospettive che accompagnavano il progetto “.
IV/ Ho avuto a lungo tra le man,per ragioni di studio, i disegni originali della prospettiva della nuova piazza Littoria secondo una proposta di trasformazione (solo in parte attuata) dell’area di piazza Cavour, oggi Stradivari. Ero, quindi, consapevole che la decisa volontà di renderla pedonale avrebbe potuto riproporre quella situazione ( Farinacciana…?) provocando una sorpresa (che nel caso in esame è.in gran parte esaltata dal fotografo soprattutto per l’evidenziazione della cortina di portici settentrionale, la composizione cromatica del fondale e la presenza di una luce e di un cielo da vedutista ottocentesco ) anche eliminando i soli cupolini e lasciando i soli piloni di sostegno.In fondo quella non era altro che un’ inutile e incompatibile struttura in precario facilmente rimovibile. Forse, sono d’accordo, è proprio il caso di lasciare la piazza così favorendo l’inserimento di pochissimi oggetti rimuovibili che ne favoriscano momenti di aggregazione e sosta e porzioni di attività mercatale fissi ( come in piazza delle Erbe a Verona). Sarei invece molto preoccupato, per altro.
La piazza Littoria perimetrata da nuovi edifici doveva diventare una rotatoria sulla quale convogliare i principali assi di penetrazione del traffico,proveniente dalle porte che poi si sarebbe distribuito secondo nuove direzioni per il deflusso. Non vorrei che questo rinnovato entusiasmo per la motorizzazione delle aree centrali ispirasse sondaggi o referendum favorevoli alla riapertura del traffico anche in piazza Stradivari ed adiacenze.
 
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