15 Settembre, 2002
Si riaffacciano i quartieri di Giuseppe Azzoni e Luigi Feraboli
E ’stato dalla stampa locale ricordato che negli anni ’70 vi fu a Cremona una forte ed innovativa esperienza di partecipazione più diretta dei cittadini alla vita del Comune.
Egregio direttore, il riaffacciarsi in città
del tema dei comitati di quartiere ci induce
ad intervenire sia per vissute esperienze
in merito sia con riflessioni che una associazione
come Lega Autonomie ritiene possano essere
utili al dibattito.
E ’stato dalla stampa locale ricordato che
negli anni ’70 vi fu a Cremona una forte
ed innovativa esperienza di partecipazione
più diretta dei cittadini alla vita del Comune.
In effetti si partì con alcuni Comitati spontanei
di quartiere e di frazione:
dal “Giuseppina” man mano ad altri. Poi i
quartieri furono definiti per zone tradizionali
della città e resi istituzionali con la nomina
dei consiglieri di quartiere da parte del
Consiglio comunale. Infine nel 1977 vi fu
la loro elezione diretta da parte
dei cittadini, con amplissima e sentita partecipazione.
Dunque una legittimazione
forte che portò ad un periodo di attività
molto intensa e proficua. Basti dire che
dal giugno
1977 alla fine della tornata amministrativa,
ad inizio 1980, questi organismi tennero
85 (!) ampie assemblee popolari e 454 (!)
riunioni di Consiglio, sempre con notevole
presenza
di pubblico.
Vi si trattarono, in modi e con risultati
incisivi, le scelte del Comune nei diversi
campi che
toccavano i quartieri interessati e la vita
dei loro abitanti.
Esperienza per molti versi esaltante e con
positivi riflessi su scelte cittadine di
ampio respiro che allora si compirono in
campi come l’urbanistica, i servizi
sociali, la scuola, l’ambiente, il traffico.
Le decisioni passavano al vaglio di una diretta
partecipazione di un numero molto largo di
persone, venivano sottolineati i problemi
davvero più sentiti, si ampliava l’area della
consapevolezza civica, le scelte potevano
maggiormente essere condivise,
molti consiglieri di quartiere compivano
una scuola e una pratica di politica amministrativa
che teneva insieme la discussione sui problemi
concreti e l’apprendimento delle
norme e delle regole della vita pubblica.
L’esperienza a questi livelli però non ebbe
lunga durata. Riflettendo sul suo decadere
ne possiamo vedere alcune cause.
Due in particolare.
Una eccessiva”istituzionalizzazione”, con
conseguenze di appesantimento burocratico,
di rallentamento dei processi deliberativi,
di graduale riduzione della partecipazione
spontanea.
Una altrettanto eccessiva invadenza dei partiti,
cosa che riproduceva nei quartieri pari pari,
quasi in fotocopia, le logiche e le posizioni
del Consiglio comunale. Così, essendo
nati da una spinta dal basso, i Quartieri
si illanguidirono e non furono poi dal basso
difesi quando furono soppressi. Sarebbe utile
un dibattito approfondito su tutto ciò. Per
l’oggi ci sentiamo di sottolineare alcune
cose. Il tema della partecipazione
dei cittadini alla vita del Comune, non solo
nel momento elettorale o di sporadiche emergenze,
andrebbe ripreso con determinazione e metodo.
Davvero sarebbe vitale favorire una più ampia
partecipazione permanente,
ben regolata, non burocratizzata, con possibilità
di conoscere e di incidere effettivamente
sulle scelte pur senza sovrapporsi né rallentare
l’azione degli organi democratici
e funzionali preposti. Cosa no facile ma
possibile.
Altro tema non eludibile e da trattare con
grande equilibrio è quello del rapporto
dei Quartieri con i partiti e le liste presenti
in Consiglio comunale.
Questo rapporto non può essere strumentale
e rigido:
abbiamo già esperimentato che ciò sarebbe
soffocante.
Nemmeno sarebbe però legittima e possibile
una “proibizione d’imperio”.
Assisteremmo da una parte all’uso di artifici
e infingimenti per
eludere tale “proibizione”, dall’altra avremmo
fragili agitazioni su singoli
problemi rionali o settoriali prive delle
indispensabili prospettive di inquadramento.
Insomma, c’è materia di cui discutere e pensiamo
ne valga la pena.
Giuseppe Azzoni – Italo Feraboli,
Lega Autonomie locali Cremona
 
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