15 Settembre, 2002
Latte.Coldiretti: “Subito l’origine in etichetta”
Il latte viene pagato agli allevatori il 24% in meno del '96
IL LATTE VIENE PAGATO AGLI ALLEVATORI IL
24% IN MENO DEL ’96
Coldiretti: “Subito l’origine in etichetta”
In attesa delle auspicabili misure di carattere
finanziario, l’Unione Europea dia il via
libera all’obbligo di indicare l’origine
del latte e dei suoi derivati in etichetta.
Una misura che non costa nulla e che si può
prendere subito. E’ quanto ha affermato il
Presidente della Coldiretti Sergio Marini
in riferimento alla conclusione del vertice
informale dei Ministri agricoli dell’Unione
Europea sul latte a Bruxelles. “Se si vuole
veramente aiutare il settore servono intanto
– ha sostenuto Marini – misure di intervento
strutturali per la trasparenza come quelle
previste dal Decreto predisposto dal Ministro
delle Politiche Agricole Luca Zaia che prevede
l’obbligo di indicare la provenienza di latte
e derivati in etichetta, ma anche il divieto
di utilizzare polveri e caseinati in sostituzione
del latte per la produzione dei formaggi”.
Che la situazione delle imprese agricole
che producono latte sia particolarmente difficile
viene confermato dalle parole di Pietro Scolari,
responsabile Ufficio Economico di Coldiretti
Cremona. “Oggi agli allevatori italiani il
latte in stalla viene pagato meno di 30 centesimi
al litro, ben al di sotto dei costi alla
produzione. Per il loro latte gli allevatori
italiani oggi ricevono il 24 per cento in
meno di quanto ottenevano nel 1996. Questo,
nonostante il fatto che i costi di produzione
sostenuti dalle imprese agricole siano aumentati
in maniera esponenziale – rimarca Scolari
–. Un intervento forte e immediato è necessario.
E’ a rischio la sopravvivenza stessa delle
40 mila stalle italiane, con quasi 2 milioni
di mucche e circa 200 mila occupati che hanno
garantito all’Italia fino ad ora il primato
mondiale nella produzione di formaggi tipici
con il record di 35 riconoscimenti a livello
comunitario”.
“L’introduzione dell’obbligo di indicare
in etichetta l’origine del prodotto, quindi
la stalla e il territorio dove è avvenuta
la mungitura, diventa una misura necessaria
e vitale, a tutela del made in Italy – prosegue
Scolari –. Basti pensare che, mentre le nostre
stalle chiudono, soltanto nell’ultimo anno
in Italia sono giunti dall’estero ben 1,3
miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni
di chili di cagliate e 130 milioni di chili
di polvere di latte di cui circa 15 milioni
di chili di caseina utilizzati in latticini
e formaggi. Il risultato è che tre cartoni
di latte a lunga conservazione su quattro
venduti in Italia sono stranieri e la metà
delle mozzarelle in vendita sono fatte con
latte o addirittura cagliate provenienti
dall'estero, ma nessuno lo sa perché non
è obbligatorio indicarlo in etichetta. Da
qui la nostra richiesta di trasparenza, di
un’etichetta chiara e veramente completa.
Siamo convinti che, se correttamente informato,
sarà poi il cittadino-consumatore a scegliere,
e premiare, la qualità e la sicurezza del
prodotto autenticamente italiano”.
 
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