15 Settembre, 2002
Prospettiva spirituale sui cambiamenti climatici
Dichiarazione Buddhista sui cambiamenti climatici
Dichiarazione Buddhista sui cambiamenti climatici
Prospettiva spirituale sui cambiamenti climatici
Fonte: Il Gruppo di Studio LTK è formato
da persone cremonesi e piacentine , e da
altre zone , che seguono insegnamenti Buddhisti
secondo la tradizione Mahayana . Ospitiamo
a Caorso il monaco Lobsang Tenkyong .
Notizie più complete www.sitisolidali.it/siti/LTK
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L'appello vale per singoli e associazioni
.
Per firmare bisogna andare al sito ufficiale
: www.ecobuddhism.org
.........vi informiamo che sul sito dell'UBI
alla pagina: www.buddhismo.it/societa.asp
troverete la versione italiana della "Dichiarazione
Buddhista sui cambiamenti climatici",
sito ufficiale: www.ecobuddhism.org . Vi
invitiamo a leggere e sottoscrivere la dichiarazione.
Cordialmente
la segreteria UBI
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Una dichiarazione Buddista sui cambiamenti
climatici
Nel periodo che precede la Conferenza delle
Nazioni Unite sul Clima, prevista a Copenhagen
nel mese di dicembre 2009, la Dichiarazione
che segue presenterà agli organi di stampa
mondiali una prospettiva spirituale sui cambiamenti
climatici che è unica nel suo genere nonchè
il nostro appello affinché le problematiche
legate al clima siano affrontate con tempestività.
Il documento è stato tratto dal contributo
fornito da più di 20 maestri buddisti al
libro "A Buddhist Response to the Climate
Emergency (Una risposta buddista all'emergenza
del clima)".
Il testo Il momento di agire è ora , è stato
preparato quale dichiarazione pan-buddista
dal maestro Zen David Tetsuun Loy e dal maestro
Theravada Ven. Bhikkhu Bodhi con l'ausilio
scientifico del Dott. John Stanley.
Il Dalai Lama è stato il primo firmatario
di questa dichiarazione. Chiediamo a tutti
i membri della comunità buddhista internazionale
di prendere visione del documento e di unirsi
all'appello sottoscrivendolo nell'apposito
spazio a fine pagina.
IL MOMENTO DI AGIRE É ORA
Dichiarazione Buddhista sui cambiamenti climatici
Oggi viviamo in un'epoca di grandi crisi,
in cui dobbiamo affrontare la più seria sfida
che l'umanità abbia mai fronteggiato: le
conseguenze ecologiche del nostro karma collettivo.
Il consenso scientifico è schiacciante: l'attività
umana sta scatenando un disastro ambientale
su scala planetaria. In particolare, il riscaldamento
globale si sta verificando molto più velocemente
di quanto fosse previsto in precedenza, in
maniera molto più evidente al Polo Nord.
Per centinaia di migliaia di anni, l'Oceano
Artico è stato coperto da un'area di ghiaccio
marino grande quanto l'Australia, ma ora
questa si sta rapidamente sciogliendo. Nel
2007 il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti
Climatici (IPCC) prevedeva che entro il 2100
l'Artico sarebbe stato privo di ghiaccio
marino durante l'estate; è ora evidente che
questo accadrà entro un decennio o due. Allo
stesso modo, anche l'ampia copertura di ghiacci
della Groenlandia si sta sciogliendo più
rapidamente di quanto si pensasse. L'innalzamento
del livello del mare in questo secolo sarà
di almeno un metro - sufficiente per allagare
molte città costiere e aree vitali per la
coltivazione del riso, come il Delta del
Mekong in Vietnam.
In tutto il mondo, i ghiacciai stanno rapidamente
regredendo. Se le politiche economiche attuali
verranno mantenute, i ghiacciai dell'Altopiano
del Tibet, sorgenti di grandi fiumi che riforniscono
di acqua miliardi di persone in Asia, spariranno
entro trent'anni. Gravi siccità e carenze
di raccolti stanno già interessando l'Australia
e la Cina settentrionale. I principali rapporti
- stilati da IPCC, Nazioni Unite, Unione
Europea e l'Unione Internazionale per la
Conservazione della Natura- concordano sul
fatto che senza un cambiamento collettivo
di direzione, la diminuzione delle riserve
di acqua, cibo e altre risorse, potrebbe
creare entro la metà di questo secolo condizioni
di carestia, innescare conflitti per accaparrarsi
le risorse e migrazioni di massa - forse
entro il 2030, secondo il capo consigliere
scientifico del Regno Unito.
Il riscaldamento globale gioca un ruolo principale
in altre crisi ecologiche, inclusa la perdita
di molte piante e specie animali che condividono
questa Terra con noi.
Gli oceanografi denunciano che metà del carbonio
rilasciato bruciando combustibili fossili
è stato assorbito dagli oceani, aumentando
la loro acidità del 30 percento. L'acidificazione
sta distruggendo la calcificazione delle
conchiglie e delle barriere coralline, così
come sta minacciando lo sviluppo del plankton,
origine della catena alimentare per la maggior
parte della vita marina.
Eminenti biologi e rapporti delle Nazioni
Unite concordano che "andare avanti
come se nulla fosse" porterà all'estinzione
la metà delle specie viventi sulla Terra
entro questo secolo. Collettivamente, stiamo
violando il primo precetto -"non danneggiare
gli esseri viventi"- nella più ampia
scala possibile e, inoltre, non possiamo
prevedere le conseguenze biologiche per la
vita umana, una volta che saranno scomparse
così tante specie che contribuiscono in maniera
invisibile al nostro benessere.
Molti scienziati sono giunti alla conclusione
che è in gioco la sopravvivenza stessa della
civiltà umana. Abbiamo raggiunto un punto
critico della nostra evoluzione biologica
e sociale. Non c'è mai stato un momento più
importante nella storia per mettere le risorse
del Buddhismo a disposizione di tutti gli
esseri viventi. Le quattro nobili verità
forniscono una struttura per diagnosticare
la situazione attuale e formulare appropriate
linee guida - perché le minacce e i disastri
che abbiamo davanti derivano, in definitiva,
dalla mente umana, e pertanto richiedono
profondi cambiamenti nelle nostre menti.
Se la sofferenza personale deriva dall'attaccamento
e dall'ignoranza- dai tre veleni di avidità,
intenzione malevola e illusione - lo stesso
principio si applica alla sofferenza che
ci affligge su scala collettiva. La nostra
emergenza ecologica è una versione più ampia
delle perenni difficoltà umane. Sia come
individui, sia come specie, soffriamo di
un senso del sé che si sente scollegato non
solo dalle altre persone, ma dalla Terra
stessa. Come ha detto Thich Nhat Hahn, "noi
siamo qui per risvegliarci dall'illusione
della nostra separazione." Abbiamo bisogno
di svegliarci e capire che la terra è la
nostra madre e anche la nostra casa - e in
questo caso il cordone ombelicale che ci
lega ad essa non può essere reciso. Quanto
la terra si ammala, anche noi ci ammaliamo,
perché siamo parte di essa.
Le nostre attuali relazioni economiche e
tecnologiche con il resto della biosfera
sono insostenibili. Per sopravvivere ai turbolenti
cambiamenti che abbiamo davanti, i nostri
stili di vita e le nostre aspettative devono
cambiare. Questo implica nuove abitudini
e anche nuovi valori. L'insegnamento buddhista
che la salute complessiva dell'individuo
e della società dipende dal benessere interiore,
e non meramente dagli indicatori economici,
ci aiuta a determinare i cambiamenti personali
e sociali che dobbiamo fare.
Individualmente dobbiamo adottare comportamenti
che aumentino la quotidiana consapevolezza
ecologica e riducano la nostra "impronta
del carbonio." Quelli di noi che vivono
nelle economie avanzate hanno bisogno di
ristrutturare e isolare le case e i luoghi
di lavoro per avere maggiore efficienza energetica,
abbassare i termostati in inverno e alzarli
in estate, usare lampadine e apparecchi ad
alta efficienza, spegnendoli quando non li
usano, guidare auto che consumino il meno
possibile e ridurre il consumo di carne a
favore di una salutare dieta a base di vegetali,
amica dell'ambiente.
Queste attività personali non saranno di
per sé sufficienti ad evitare future calamità.
Dobbiamo anche apportare dei cambiamenti
istituzionali, sia tecnologici, sia economici.
Dobbiamo "decarbonizzare" i nostri
sistemi energetici nel modo più veloce e
fattibile, sostituendo i combustibili fossili
con fonti d'energia rinnovabili, che sono
illimitate, benevole e in armonia con la
natura. In particolare, abbiamo bisogno di
fermare la costruzione di nuove centrali
a carbone, di gran lunga la più inquinante
e pericolosa fonte di carbonio atmosferico.
Se utilizzati avvedutamente, l'energia eolica,
solare, delle maree e geotermica possono
fornire tutta l'elettricità di cui necessitiamo
senza danneggiare la biosfera. Poiché fino
a un quarto delle emissioni carboniche risulta
dalla deforestazione, dobbiamo invertire
la distruzione delle foreste, specialmente
la fascia vitale delle foreste pluviali dove
vive la maggior parte delle specie animali
e vegetali.
Recentemente è diventato piuttosto ovvio
che sono necessari anche significativi cambiamenti
nel modo in cui il nostro sistema economico
è strutturato. Il riscaldamento globale è
intimamente correlato alla pantagruelica
quantità di energia che le nostre industrie
divorano per sostenere i livelli di consumo
che molti di noi hanno imparato ad esigere.
Da un punto di vista buddhista, un'economia
sana e sostenibile dovrebbe essere governata
dal principio della sufficienza: la chiave
per la felicità è la soddisfazione, piuttosto
che una sempre crescente abbondanza di merci.
Il desiderio irresistibile di consumare sempre
di più è un'espressione dell'attaccamento,
che è proprio quella cosa che Buddha indicò
come la causa radice della sofferenza.
Invece di un'economia che enfatizza il profitto
e richiede una perpetua crescita per evitare
il crollo, dobbiamo muoverci insieme verso
un'economia che procuri un soddisfacente
standard di vita per tutti, permettendoci
di sviluppare pienamente le nostre potenzialità
(incluse quelle spirituali) in armonia con
la biosfera che sostiene e alimenta tutti
gli esseri, comprese le generazioni future.
Se i leader politici non sono in grado di
riconoscere l'urgenza della crisi globale,
o riluttanti a mettere il benessere a lungo
termine dell'umanità al di sopra del beneficio
a breve termine delle aziende dei combustibili
fossili, potremmo aver bisogno di sfidarli
con prolungate campagne di azione civile.
Il Dott. James Hansen della NASA e altri
climatologi hanno recentemente definito l'obiettivo
preciso, necessario per evitare che il riscaldamento
globale raggiunga picchi catastrofici. Affinché
la civiltà umana sia sostenibile, il livello
di sicurezza di anidride carbonica nell'atmosfera
non deve essere superiore alle 350 parti
per milione (ppm). Questo obiettivo è stato
sottoscritto dal Dalai Lama, insieme ad altri
premi Nobel e noti scienziati. La situazione
attuale è particolarmente preoccupante in
quanto il livello attuale è già di 387 ppm,
e cresce ogni anno di 2 ppm. Siamo chiamati
non solo a ridurre le emissioni carboniche,
ma anche a rimuovere le grandi quantità di
gas carbonico presenti nell'atmosfera.
Come firmatari di questa dichiarazione di
principi buddhisti, riconosciamo l'urgenza
della sfida del cambiamento climatico. Ci
uniamo al Dalai Lama sottoscrivendo l'obiettivo
di 350 ppm. In accordo agli insegnamenti
buddhisti, accettiamo la nostra responsabilità
individuale e collettiva per fare qualsiasi
cosa in nostro potere al fine di soddisfare
questo obiettivo, incluse (ma non solo) le
risposte personali e sociali delineate più
sopra.
Abbiamo una breve finestra di opportunità
per agire, per preservare l'umanità dal disastro
imminente e per essere di aiuto per la sopravvivenza
delle molte, diverse e meravigliose forme
di vita sulla Terra. Le generazioni future
e le altre specie, che condividono la biosfera
con noi, non hanno voce per chiederci compassione,
saggezza e autorità. Dobbiamo ascoltare il
loro silenzio, dobbiamo essere la loro voce
e agire per loro.
 
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