15 Settembre, 2002
Due note di Giuseppe Torchio sulla Tibre.
Tibre:Uniti per realizzare l’intera opera e chi comanda al Cipe,al Governo, a Milano eora a Cremona?
Due note di Giuseppe Torchio sulla Tibre.
Tibre:Uniti per realizzare l’intera opera
e chi comanda al Cipe,al Governo, a Milano
eora a Cremona?
TIBRE: UNITI PER REALIZZARE L’INTERA OPERA
Torchio: ok al Tibre ferroviario (Pontremolese),
stradale (PR-VR) e alla Livorno-Civitavecchia
(alternativa all’intasato tratto appenninico
dell’Autosole)
“Condivido la battaglia per il finanziamento
del Tibre nella sua valenza complessiva perchè
si sta lavorando alla realizzazione di un
vero e proprio “corridoio plurimodale tirrenico”,
oggi più vicino che mai - afferma il consigliere
provinciale Giuseppe Torchio, già consigliere
della Tirrenica Ferroviaria ed ora membro
del CdA, quota privata, di Autocisa - che
ricorda le battaglie sviluppate da assessore
provinciale ai trasporti e poi da parlamentare
e collega dell’attuale Ministro Altero Matteoli
- che ha sempre creduto a tale prospettiva
a partire dalla fine degli anni ottanta e
gli anni novanta”.
Corridoio Plurimodale Tirrenico e Pontremolese
Ferroviaria finanziata con 230 milioni
“Proprio in quegli anni la Provincia di Cremona
ha aderito assumendo protagonismo in seno
alla Società “Tirrenica Ferroviaria”, nata
soprattutto dalla volontà delle Camere di
Commercio così come a suo tempo è stato per
gli Enti lombardi, emiliani, liguri e toscani
per Autocisa, per realizzare la “Pontremolese
Ferroviaria” e cioè il raddoppio elettrificato
della vecchia linea e verificare le possibilità
di potenziamento dei nostri collegamenti
come la Brescia-Parma o la Fidenza-Cremona,
anche in relazione all’innesto della Tav
a Parma, continua l’ex presidente della Provincia.
L’impegno per la ferrovia Pontremolese è
stato accompagnato da un apporto limitato
alle realtà direttamente interessate e non
ha mai potuto contare su uno sforzo analogo
dei capoluoghi regionali (Milano, Bologna
e Firenze) preoccupati solo di rafforzare
la dorsale appenninica sia a livello ferroviario
che autostradale.
Lo sviluppo della portualità tirrenica, la
necessità di retroporti, l’esigenza di un’alternativa
all’unico asse centrale, per ragioni economiche
ma anche di sicurezza, di protezione civile
e per superare l’emergenza che, in più d’una
occasione, ha già visto l’Italia spezzata
nelle comunicazioni, hanno alimentato una
linea di responsabilità portando al centro
dello sforzo nazionale ed europeo la necessità
di dotare il Paese di veri e propri corridoi
sia sull’Adriatico che sul Tirreno.
Dopo tanti alti e bassi, finanziamento di
alcuni tratti della Pontremolese Ferroviaria,
gallerie di valico, loro temporanee chiusure,
tira e molla tra Enti Locali, Parlamentari
e Governo, il nuovo asse ferroviario è stato
finanziato con l’assegnazione di 230 milioni
lo scorso anno. La somma è stata pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale ma per la progettazione
esecutiva, invece dei 50 milioni previsti,
se ne vuole impegnare solo la metà.
Va rinnovata una forte partnership trasversale
tra le due sponde del Po. Guardando a Milano
abbiamo perso il Pendolino mentre va ripresa
la sinergia con Parma e Piacenza e con l’Emilia
per una coincidenza a Parma o Fidenza o Piacenza.
Al riguardo Cremona e Casalmaggiore sono
interessati a recuperare qui i collegamenti
soppressi per Roma e non solo attraverso
un innesto a Milano Rogoredo, con qualche
centinaio di chilometri di maggiore percorrenza
e costi.
Anche se il Tibre ferroviario non interessa
direttamente le nostre linee in quanto ha
privilegiato la Parma - Suzzara - Verona,
si avvertono già alcune attenzioni: in controtendenza
rispetto al passato delle nostre ferrovie,
a Piadena sono stati appaltati lavori per
milioni di euro per un terminal dalla Germania
di 100 mila metri e con la previsione di
ottanta posti di lavoro, a Bozzolo e paesi
vicini del cremonese si ipotizza un polo
agro-alimentare-logistico di 500-800 mila
metri quadrati, a Pontirolo l’inserimento
in un quadro strategico dello scalo ferroviario
nel terminal FS Logistica.
Le nuove concessioni autostradali del CIPE
22 gennaio (Tibre PR-VR e LI-Civitavecchia)
Investimenti attirati dalle ferrovie ma anche
dalle due nuove autostrade: la Cremona-Mantova,
classificata regionale, ma anche e soprattutto
dal nuovo asse Nogarole Rocca (VR) Fontevivo
(PR) - Cisa - Livorno - Civitavecchia (Roma)
autorizzato di fatto dal CIPE dei giorni
scorsi e che bypassa letteralmente il corridoio
centrale dell’Autosole rafforzando, a livello
stradale, l’alternativa ferroviaria Brennero
- Pontremolese - Roma.
Bisogna riconoscere ai Ministri Antonino
Di Pietro, prima, e Altero Matteoli, adesso,
di avere vinto resistenze locali e ricorsi
europei contrari al completamento del quadro
strategico tirrenico. Quest’ultimo, soprattutto,
utilizzando diplomazia ed esperienza politica,
doti che non gli mancano, è stato capace
di completare positivamente l’iter del ricorso
europeo, contrario all’opera, e di ottenere
una pronuncia favorevole da parte delle autorità
di Bruxelles.
Per quanto riguarda gli investimenti previsti
per il Tibre giova ricordare che si è passati
dal preventivo di spesa di 1 miliardo e 827
milioni del maggio 2006, completamente autofinanziati
e con approvazione della convenzione Anas
del 2007, agli attuali 2 miliardi e 730 milioni.
Lo Stato ha prestato la garanzia alle banche
attraverso il fondo di garanzia previsto
dalla Legge Finanziaria del 2008 mentre ora
si è accollato la differenza della spesa
con un intervento di 900 milioni più Iva.
In passato la società Autocisa aveva provveduto
attraverso Mediobanca a garantire la sua
diretta partecipazione e si era attivata
presso la Cassa Depositi e Prestiti per verificare
la possibilità di finanziamento di un’opera
definita di interesse prioritario e comunque
di valenza strategica a livello nazionale
ed europeo.
Penso che l’incremento dei costi tra il preventivo
del 2006 ed il progetto attuale sia, in parte,
da imputarsi, più che all’inflazione o all’incremento
dei costi che, semmai segna una contrazione
con ribassi d’asta cospicui sulle opere appaltate,
alla richiesta aggiuntiva da parte degli
Enti Locali di opere connesse alla realizzazione
dell’autostrada, all’incremento delle indennità
di esproprio ed alla possibilità di concludere
accordi complessivi con i proprietari dei
terreni e con le realtà locali anche con
opere compensative.
Opere connesse, compensative ed espropri.
Se si dà uno sguardo al quadro delle opere
connesse, approvate o comunque richieste,
per il nostro territorio si va dalla Circonvallazione
o Gronda Nord di Casalmaggiore, dal casello
del Fenilone sull’Asolana fino alla Sabbionetana,
alla caserma per Polizia Stradale e Vigili
del Fuoco (di pattugliamento), alla Circonvallazione
di San Giovanni in Croce, alle opere compensative
comprese le somme definite per il recupero
di Villa Medici del Vascello, alle mitigazioni
a Tornata, alla Circonvallazione di Calvatone,
al nuovo Ponte sull’Oglio in direzione di
Acquanegra sul Chiese per non parlare dell’incremento
di traffico che si realizzerà sul Ponte sul
Po di Casalmaggiore, al centro delle premure
di due Province e due Regioni.
Il secondo lotto
Il gruppo Gavio, che controlla oltre l’80%
del pacchetto azionario di Autocisa, ha ottenuto
recentemente l’appalto del raddoppio della
A4, l’autorizzazione della partecipata Livorno-Civitavecchia
e dell’intero tratto di 82 chilometri tra
Fontevivo e Nogarole Rocca. Non penso, pertanto,
sia interessato a fare beneficenza fermandosi
nel deserto delle campagne di Trecasali quanto,
invece, a definire, insieme a tutte le realtà
del nostro territorio, la realizzazione completa
dell’opera nel più breve tempo possibile
anche per poter recuperare i pedaggi autostradali
che coprono, per la gran parte, il piano
di ammortamento dell’infrastruttura.
Con il collega consigliere di Autocisa Massimo
Araldi e l’amministratore delegato Paolo
Pierantoni abbiamo già incontrato rappresentanti
del mondo agricolo per definire un iter celere
e condiviso per espropri, compensazioni ambientali
e opere connesse. Altri saranno contattati
prossimamente perchè si punta, entro l’anno,
ad ottenere il finanziamento del 2° Stralcio
che dovrà comprendere il nuovo Ponte sul
Po, il nuovo casello del Fenilone fino alla
Cremona Mantova. Penso che la presenza di
rappresentanti del territorio sia utile per
la verifica ed insieme la garanzia ed il
controllo rispetto dell’andamento dell’opera
in queste fasi cruciali.
TIBRE: CHI COMANDA AL CIPE, AL GOVERNO, A
MILANO E ORA A CREMONA?
Di quale riscatto cremonese parla il Presidente
Salini quando ha revocato Roberto Bertoglio,
consigliere comunale di Cremona per due lustri
e nominato dalla mia amministrazione a Centro
Padane, preferendo il milanese Sciumè a rappresentare
i nostri interessi a Centro Padane e Brebemi?
Il mio mandato nel CdA di Autocisa, autorizzata
dal Cipe a realizzare gli 82 chilometri del
Tibre, non dipende certo da lui. Al suo insediamento
in Provincia ha scritto alla Società per
rimuovermi da tale incarico. Se è questa
la territorialità a cui allude Salini abbiamo
tutti capito che voleva nominare un milanese
anche a Parma.
La mia presenza nella Società, a termine
perchè traguardata al rinnovo cariche ed
a titolo gratuito in quanto consigliere provinciale,
è dovuta esclusivamente alla nomina nella
quota di rappresentanza dei privati perchè,
diversamente, stante la ridotta presenza
delle quote azionarie di parte pubblica,
il nostro territorio provinciale sarebbe
rimasto privo di rappresentanza.
Poichè la decisione di concentrare nel solo
tratto parmense la realizzazione dei lavori
non è stata decisa dal Consiglio di Amministrazione
di Autocisa, ma dal Cipe, organo del Governo
con sede a Roma, contraddicendo l’impegno
assunto a Parma di iniziare gli stessi in
otto cantieri nelle quattro province interessate,
insieme al consigliere Massimo Araldi ne
ho chiesto l’immediata convocazione.
Dalle fitte consultazioni in atto con l’Amministratore
Delegato Paolo Pierantoni e con i Vice Presidenti
Vincenzo Bernazzoli (parte pubblica, Presidente
della Provincia di Parma) e Maurizio Ottolini
(parte privata, mantovano, Presidente Confcooperative
Lombardia) abbiamo ottenuto la convocazione
del Consiglio di Amministrazione per le prossime
settimane.
Poichè viene completamente travisata la serietà
di un impegno costante e gratuito, prestato
in Autocisa, qualora le nostre richieste
non fossero considerate, ho valutato l’opportunità
di rassegnare le dimissioni. Salini non è
riuscito a scalzarmi con le sue lettere,
ora otterrà la mia testa grazie alla gratuita
ed infondata denigrazione.
E’ questa la sinergia che si vuole creare
o solo un nuovo polverone preelettorale per
nascondere silenzi ed inerzie o forse omissioni
della Regione Lombardia, Presidente, Vice
Presidente ed Assessore alle Infrastrutture?
Tutti sanno cos’hanno fatto finora. Sono
stati attenti alle questioni milanesi, alla
Pedemontana, etc. non certo al Sud Lombardia:
Pendolino, pendolari e Po ringraziano. Dagli
atti e dai verbali delle mie presenze istituzionali
a Milano, da quelle con i Ministri Di Pietro
e Matteoli, al Patto dello Sviluppo, all’Accordo
Quadro di Sviluppo Terrritoriale (AQST) emerge
che la Provincia da me guidata ha sempre
picchiato i pugni per la priorità del Tibre
e della regimazione del Po.
Basterebbe un piccolo riscontro sulla stampa
dell’epoca. Per sfruttare le sinergie occorre
il rispetto e l’impegno di tutti, senza dimenticare
i ruoli di chi comanda al Governo, al Cipe,
a Milano e ora anche a Cremona.
Cordialmente
Cremona, 26.01.2010
Giuseppe Torchio
consigliere provinciale
membro CdA Autocisa (quota privata)
 
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