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15 Settembre, 2002
Sud Sudan / Mentre si soffre la fame si discute l'indipendenza
La Campagna italiana per il Sudan. Chi siamo

Sud Sudan / Mentre si soffre la fame si discute l'indipendenza
La Campagna italiana per il Sudan. Chi siamo
In Sud Sudan metà della popolazione necessita di assistenza alimentare. Rispetto a all'inizi del 2009 è quadruplicato il numero di persone che soffrono la fame: si è passati da un milione a quattro milioni e 300.000. La conferma di questa situazione arriva da Leo Van der Valden, coordinatore nel Sud Sudan del Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp), sulla base di una missione svolta da 145 esperti dell'Onu. Il Pam ha diffuso i dati relativi all’insicurezza alimentare nel Sud Sudan prima dell’inizio della stagione delle piogge, che complicherà probabilmente la fornitura di assistenza alle popolazioni fino ai prossimi raccolti, a ottobre.

Lo stato in cui la situazione è più grave è quello di Jonglei, dove la popolazione locale è in competizione per accaparrarsi le risorse e dove ciclicamente esplodono conflitti molto violenti. Sempre in Sud Sudan, ma nello stato di Unity, ai primi di febbraio almeno 18 persone sono rimaste uccise dopo uno scontro tra soldati dell'esercito del Sud Sudan e pastori missiriya giunti dal Kordofan meridionale, per una conflitto legato all'utilizzo dei pascoli. Secondo fonti dell'esercito del Sud Sudan, tra le vittime ci sono anche sei soldati.

Secondo l’Onu, nel 2009 in Sud Sudan almeno 2.500 persone sono state uccise nelle violenze e 350.000 sono state costrette a lasciare le loro case.

Nel frattempo la possibile indipendenza del Sud Sudan comincia a essere discussa sempre di più anche in contesti istituzionali. Un incontro, organizzato a margine del vertice dell’Unione africana svolto a inizio febbraio ad Addis Abeba, è stato interamente dedicato al Sudan. Ramtane Lamamra, commissario per la pace e la sicurezza dell’Ua, pur evidenziando la volontà di rispettare pienamente la volontà del popolo sudanese, ha dichiarato: «Dobbiamo darci da fare per rendere l’unità attraente».

Un principio fondamentale della Ua è quello dell’intangibilità dei confini disegnati dalle ex potenze coloniali; molti temono che un’eventuale separazione del Sud, sancita del referendum prevista per gennaio 2011, potrebbe portare al sorgere di iniziative analoghe in altre zone del continente. Anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, nel suo discorso per l’apertura del vertice Ua, aveva ribadito la preferenza della comunità internazionale per un Sudan unito.

Alcuni esponenti del governo di Khartoum hanno giudicato tardive e “diplomatiche” queste affermazioni, visto che le popolazioni del Sud si si sarebbero ormai già formata un’idea sul voto da esprimere nel referendum: l'indipendenza.

Il contesto regionale

Il presidente del Ciad a Khartoum, ma in Darfur continuano gli scontri

Il presidente del Ciad, Idriss Deby, l'8 febbraio è arrivato a Khartoum per una visita ufficiale e per incontrare il presidente del Sudan, Omar el Bashir. Deby si è recato a Khartoum per la prima volta da oltre sei anni (cioè dallo scoppio della fase più cruenta della guerra in Darfur). I due paesi in questo periodo di tempo hanno più volte sfiorato la guerra: Khartoum ha accusato , Deby di appoggiare – con finanziamenti e armi – i ribelli del Darfur, mentre N'Djamena ha accusato Bashir di armare e sostenere i ribelli dell'est del Ciad. Secondo alcuni analisti internazionali la guerra in Darfur sarebbe anche una guerriglia tra Ciad e Sudan per interposte milizie.

La visita di Deby a Bashir da un lato rappresenta dunque una novità nel processo di pace per il Darfur, dall'altro è una conferma di un accordo firmato dai due paesi all'inizio di febbraio che prevede il pattugliamento congiunto della frontiera in comune.

Nel frattempo però almeno quattro civili sono rimasti uccisi e una quindicina di persone sono state ferite dopo che milizie janjavid hanno assaltato un campo di sfollati a su della località Kass nel Darfur settentrionale. Lo hanno riferito testimoni oculari al giornale online Sudan Tribune.

Il 10 febbraio inoltre soldati dell'esercito sudanese insieme a miliziani non meglio identificati hanno attaccato tre postazione di ribelli del Sla sulle alutre del Jebel Marraa, al centro del Darfur. Secondo fonti ribelli all'attacco avrebbero partecipato anche aerei ed elicotteri.

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La Campagna italiana per il Sudan
Chi siamo
La Campagna italiana per il Sudan è una campagna nazionale di informazione, sensibilizzazione ed advocacy che opera dal 1994. Raggruppa organizzazioni della società civile italiana (Acli Milano e Cremona, Amani, Arci, Caritas ambrosiana, Caritas italiana, Mani Tese, Ipsia Milano, Missionari e missionarie comboniane, Nexus, Pax Christi) e lavora in stretta collaborazione con enti pubblici e privati italiani e con varie organizzazioni della società civile sudanese. In Italia la Campagna ha fatto conoscere la situazione del Sudan e ha sostenuto i processi volti al raggiungimento di una pace rispettosa delle diversità sociali, etniche, culturali, religiose della sua popolazione. Per informazioni: www.campagnasudan.it.

 


       



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