15 Settembre, 2002
AMNESTY INTERNATIONAL CONDANNA LE DUE IMPICCAGIONI IN GIAPPONE
Amnesty International ha condannato le due esecuzioni che hanno avuto luogo mercoledi’ 28 luglio in Giappone,
AMNESTY INTERNATIONAL CONDANNA LE DUE IMPICCAGIONI
IN GIAPPONE
Amnesty International ha condannato le due
esecuzioni che hanno avuto
luogo mercoledi’ 28 luglio in Giappone, le
prime due sotto il nuovo
governo insediatosi lo scorso anno.
Ogata Hidenori, 33 anni, e Shinozawa Kazuo,
59 anni, sono stati impiccati
nel centro di detenzione di Tokyo esattamente
a un anno di distanza dalle
ultime esecuzioni.
‘Il Giappone continua ad andare contro la
tendenza internazionale verso
l’abolizione e ad applicare questa punizione
crudele, disumana e
degradante’ – ha dichiarato Donna Guest,
vicedirettrice del Programma Asia
Pacifico di Amnesty International.
‘Un giorno che avrebbe dovuto segnare un
anno senza esecuzioni ha invece
visto il Giappone ritornare a compiere omicidi
di stato’.
Le esecuzioni di mercoledi’ 28 sono state
le prime approvate dalla
ministra della Giustizia, Keiko Chiba, La
ministra, che precedentemente si
era espressa contro la pena di morte, dopo
la doppia impiccagione ha
annunciato di voler istituire un gruppo di
lavoro ministeriale sulla pena
di morte.
Tuttavia, le organizzazioni non governative
in Giappone temono che ci
saranno ulteriori impiccagioni nei prossimi
giorni. Attualmente sono 107 i
prigionieri in attesa di esecuzione.
‘Un gruppo di lavoro per discutere sulla
pena di morte non basta. C’e’
bisogno di un dibattito aperto e pubblico
e, mentre questo ha luogo, di
una moratoria immediata sulle esecuzioni’
- ha concluso Guest.
Shinozawa Kazuo era stato condannato a morte
per l’uccisione di sei donne
durante l’incendio da lui appiccato in una
gioielleria nel 2000, Ogata
Hidenori per l’omicidio di un uomo e una
donna nel 2003.
Ulteriori informazioni
Il Giappone aveva messo a morte sette persone
nel 2009, ma dal 28 luglio
2009 non vi erano state esecuzioni.
Le condanne a morte sono eseguite tramite
impiccagione e in segreto. I
detenuti sono informati solo la mattina stessa,
le famiglie di solito a
esecuzione gia’ avvenuta.
Questo significa che i prigionieri vivono
nella costante paura di essere
messi a morte. Costretti a stare in queste
condizioni per anni, anche per
decenni, diversi di essi soffrono di depressione
e malattie mentali.
Amnesty International si oppone alla pena
di morte in tutti i casi in
quanto violazione del diritto alla vita.
L’organizzazione per i diritti
umani chiede al governo del Giappone di commutare
immediatamente tutte le
condanne a morte e introdurre una moratoria
formale sulle esecuzioni come
primo passo verso l’abolizione della pena
di morte.
Roma, 29 luglio 2010
Per ulteriori informazioni, approfondimenti
e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail:
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