15 Settembre, 2002
No al nucleare ( di Marco Arcari)
No per ragioni economiche; troppi, troppi soldi (pubblici) a fronte di benefici modesti e fruibili non prima di dieci anni
No al nucleare ( di Marco Arcari)
No per ragioni economiche; troppi, troppi
soldi (pubblici) a fronte di benefici modesti
e fruibili non prima di dieci anni
Ormai ci si divide su tutto. Eppure, il paventato
ritorno al nucleare in Italia, dovrebbe unire
tutti producendo
un coro unanime di NO! Almeno per tre ragioni:
storiche, economiche e sociali. Per ragioni
storiche
appunto, da tempo è chiara, e quasi globale,
la decisione di non investire più sulla produzione
di energia
attraverso le centrali nucleari;l’Europa
(escluse Italia e Finlandia), gli Stati Uniti,
l’Asia e il Giappone, hanno riposto i loro
propositi di costruire nuove centrali nucleari,
tutt’al più investono in tecnologie conservative
delle centrali esistenti.
Per ragioni economiche; troppi, troppi soldi
(pubblici) a fronte di benefici modesti e
fruibili non prima di dieci anni. Per ragioni
sociali, in particolare in Italia, un referendum
popolare impedì allo Stato di costruire centrali
nucleari, quindi, democraticamente, i cittadini
italiani si presero la responsabilità di
indirizzare gli sforzi dello Stato verso
nuove fonti alternative; inoltre, con quel
NO, vi è stata la dimostrazione di come i
cittadini hanno detto di non voler scendere
a compromessi, al ribasso, in materia di
impatto ambientale, sicurezza e salute pubblica
che, inevitabilmente, le centrali nucleari
impongono al territorio. Allora, prima di
dividersi anche sul nucleare, ci si
deve informare, si deve capire e conoscere
il più possibile questa tecnologia; politiche
energetiche che ipotecano il futuro addirittura
dei nostri pronipoti devono essere dibattute
e rese comprensibili a tutti i cittadini,
dopodiché, democraticamente e liberamente,
gli stessi cittadini, si esprimeranno con
gli strumenti appositi
della democrazia, così com’è stato fatto
nel 1987.
Cordiali saluti
Marco Arcari
FILCTEM CGIL CREMONA
 
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