15 Settembre, 2002
I pescecani hanno sentito l'odore del sangue di Giacomo Bazzani
Non è certo una novità la notizia della sottoscrizione da parte di LGH di un prestito sindacato a medio termine (5 anni).
I pescecani hanno sentito l'odore del sangue
di Giacomo Bazzani
Non è certo una novità la notizia della sottoscrizione
da parte di LGH di un prestito sindacato
a medio termine (5 anni). La buona novella
era già stata preannunciata da un gongolante
Pasquali durante l'audizione della Commissione
Vigilanza del Comune lo scorso 9 giugno.
Ora c'è l'ufficialità.
Quel giorno il presidente Pasquali riferì
compiaciuto anche il particolare che la raccolta
si era attestata su una cifra di molto superiore
(parlò di circa 200 milioni) ma che ci si
sarebbe accontentati di un prestito intorno
ai 100 milioni. Ora c'è l'ufficialità anche
sulla cifra che si attesta sui 130 milioni.
La chiave di lettura del comunicato riportato
dalla stampa è decisamente trionfalistica;
il corri corri delle banche (tra cui c'è
anche, tramite la Banca Infrastrutture Innovazione
e Sviluppo, il Gruppo Intesa San Paolo il
quale, oltre ad essere come il prezzemolo
perché te lo ritrovi tra i piedi in tutte
le salse, si darebbe il disgraziatissimo
caso sia anche il principale finanziatore
italiano del mercato d'armi mondiale) sarebbe
la prova provata della bontà del progetto
di capitalizzazione di LGH e del conseguente
piano industriale. Insomma, per farla breve,
"le banche ci credono". E quest'aspetto
per liberisti come il presidente Pasquali
o il presidente Albertoni sarebbe, ovviamente,
un titolo di merito.
Noi invece diamo una diversa interpretazione
della faccenda.
L'interesse delle banche non è dettato dalla
bontà del piano industriale di LGH, o almeno
non solo. Il loro interesse è paragonabile
a quello dei pescecani quando sentono l'odore
del sangue. Loro, le banche, non rischiano
nulla; male che vada (e i presupposti perché
la faccenda vada malissimo ci sono tutti
perché sono indentici ad altre analoghe disgraziate
situazioni) si ritroveranno proprietarie
di infrastrutture costruite con i soldi di
generazioni di cremonesi.
Lo dice candidamente tra le righe anche l'A.D.
della Compagnia Finanziaria, la merchant
bank che ha organizzato il prestito sindacato,
Stefano di Tommaso, manco a dirlo un bocconiano.
Citiamo testualmente "Le multi-utility
rappresentano ormai un comparto di grande
interesse anche per il mondo finanziario
perché sono realtà solide e radicate sul
territorio."
Altrimenti detto: siccome queste aziende
si occupano di "mercati imperfetti"
(termine coniato proprio da quei bocconiani
che stanno all'Italia come i Chicago Boys
del santone del liberismo Milton Friedman
stanno al resto del pianeta) in cui la domanda
è notevolmente superiore all'offerta perché
riguarda servizi pubblici di utilizzo costante
(gas, energia ecc..), se gli dice bene noi
ci guadagniamo comunque, se gli dice male
subentriamo e ci ritroviamo padroni di una
miniera di diamanti.
Questo in buona sostanza significa la frase
"diversificazione del rischio"
riportata dal comunicato.
In pratica questa operazione di mezza estate
conferma quello che sostenevamo noi nei giorni
precedenti la sciagurata decisione del Consiglio
Comunale di dare il via libera alla ricapitalizzazione
di LGH. E cioè che il Comune di Cremona,
non essendo ormai in grado, ammesso che lo
fosse prima, di controllare alcunché perché
la filiera è diventata lunghissima e annacquata,
non è più il proprietario dei servizi della
propria ex municipalizzata ma semplicemente
un socio che attende l'assemblea di Aprile
per sapere che dividendo gli sarà consegnato,
ammesso che ci sia un dividendo.
Non vorremmo essere nei panni del Sindaco
Perri, della Giunta e dell'intero Consiglio
Comunale che ha approvato, praticamente all'unanimità
(un solo astenuto), la svendita a LGH delle
infrastrutture dei loro cittadini. Perché
questa notizia, che è solo l'inizio della
fine, farà aumentare ancora la presa di coscienza
da parte loro dell'autentico scippo di cui
sono stati testimoni.
Paolo VI soleva dire "Dio ci scampi
dalla collera dei poveri". Parafrasando
si potrebbe dire "chi salverà quei consiglieri
dalla rabbia dei cremonesi?"
Giacomo Bazzani
Circolo "Rosa Luxemburg"di Cremona
Casa della Sinistra
 
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