15 Settembre, 2002
Coldiretti Cremona denuncia: “A causa dei soccidari del biogas, continua lo scandalo degli affitti
Grazie ai signori del biogas, continua lo scandalo degli affitti d’oro. Questo ci scippa un terzo del territorio agricolo di Cremona.
Coldiretti Cremona denuncia: “A causa dei
soccidari del biogas, continua lo scandalo
degli affitti d’oro”
“Grazie ai signori del biogas, continua lo
scandalo degli affitti d’oro. Questo ci scippa
un terzo del territorio agricolo di Cremona.
Dove coltiveremo gli alimenti per le nostre
vacche e i nostri suini? La politica quali
risposte intende dare? Il perbenismo delle
autorizzazioni dovute, o le scelte di gestione
e di indirizzo del Territorio?” Si apre con
queste parole – forti e chiare – il documento
pubblicato da Coldiretti Cremona, inviato
agli imprenditori agricoli attraverso la
newsletter che la Federazione rivolge, ogni
settimana, alle imprese agricole (ma anche
ad amministratori e rappresentanti istituzionali)
del territorio.
Coldiretti torna senza mezzi termini, dunque,
su un problema fortemente sentito, già posto
in varie sedi: la corretta impostazione del
tema “agro-energie”, nella convinzione che
la funzione prioritaria della nostra agricoltura
debba restare quella di produrre alimenti
made in Italy e che quella agro-energetica
debba rappresentare un’opportunità integrativa,
come fonte supplementare di reddito da inserire
nel concetto di multifunzionalità.
La produzione di agro-energia non può, come
purtroppo sta avvenendo – denuncia a tal
proposito Coldiretti Cremona – tradursi nella
realizzazione di impianti di grandi dimensioni
scollegati dalle imprese agricole e dalla
produzione di cibo made in Italy. Operazioni
che, come ben sappiamo, hanno l’effetto di
far lievitare gli affitti e sottrarre terra
agli agricoltori.
“Ci capita sempre più spesso di raccogliere
il pensiero dei nostri Soci a proposito di
energie alternative ed in modo particolare
dei cosiddetti impianti biogas. Per la verità,
sempre più di frequente ascoltiamo racconti
preoccupati e spesso, non senza ragione,
indignati” testimonia il Direttore Simone
Solfanelli, osservando che oggi, visto il
proliferare dei grandi impianti a biogas,
quasi il 18,5% della superficie agricola
utilizzabile di tutta la provincia di Cremona
viene rivolta a tale destinazione.
“Il risultato di tutto ciò è che il mercato
fondiario si sta stravolgendo: chi ha realizzato
l’impianto biogas senza il terreno necessario
è disposto, visto il realizzo finanziario
dato dal conto-energia, a stipulare contratti
di affitto con canoni di locazione che vanno
dai 1.500 ai 1.800 euro ad ettaro. Nessun
imprenditore agricolo tradizionale di buon
senso, visti i prezzi che i prodotti realizzano
sul mercato, è disposto a spendere tali cifre
– aggiunge Solfanelli –. Senza considerare
che questo 18,5% della superficie agricola
utilizzata di Cremona viene sottratto alla
filiera zootecnica e quindi al meglio delle
produzioni agroalimentari del nostro territorio”.
“Sia chiaro che nessuno in Coldiretti si
sogna di demonizzare la produzione di energia
da parte dell’imprenditore agricolo, ma dobbiamo
essere consci che c’è impianto ed impianto
– prosegue il Direttore di Coldiretti Cremona
–. Quando ci troviamo davanti a un’impresa
che ha fatto la scelta di realizzare una
struttura che si integra nella sua realtà
aziendale, che è dimensionata alle sue potenzialità
produttive e quindi si alimenta con la produzione
propria, allora sappiamo di avere di fronte
un imprenditore che ha fatto una scelta di
diversificazione della propria attività,
di integrazione del reddito. In una parola
sola, parliamo di multifunzionalità. E la
salutiamo con interesse e favore. Quando
invece vediamo mega-impianti del tutto scollegati
alle reali potenzialità produttive aziendali
e sappiamo che quella struttura per funzionare
ha bisogno di materiale vegetale che non
è possibile produrre nell’azienda che realizza
la centrale, ci preoccupiamo e molto. A volte
abbiamo il sospetto che questi pseudo-imprenditori
siano semplici soccidari. Ed abbiamo motivo
di credere che c’è necessità di ripensare
questo modello speculativo dal fiato corto”.
Da qui gli interrogativi posti con forza
dal documento di Coldiretti Cremona: “La
politica quali risposte intende dare? Il
perbenismo delle autorizzazioni dovute, o
le scelte di gestione e di indirizzo del
Territorio?”
“Le autorità locali che autorizzano la realizzazione
di questi impianti a nostro giudizio dovrebbero
farlo con la consapevolezza di non operare
solo una scelta tecnico-amministrativa –
conclude il Direttore Solfanelli –, bensì
di dare un preciso indirizzo al proprio territorio
e quindi di fare un vero e proprio atto politico.
Da ponderare con la dovuta attenzione”.
 
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