15 Settembre, 2002
Anche Ascom chiede di investire sul Po
Ascom - come l’Associazione Industriali e, negli ultimi giorni anche la CNA – chiede siano garantiti i fondi per la navigazione del Po
Anche Ascom chiede di investire sul Po
Ascom - come l’Associazione Industriali e,
negli ultimi giorni anche la CNA – chiede
siano garantiti i fondi per la navigazione
del Po ed invita gli Enti Locali e la Regione,
oltre che tutti i parlamentari, ad impedire
che si consumi questa ennesima beffa al nostro
territorio. Ormai da troppo tempo si parla
del fiume come una risorsa, un volano dello
sviluppo. Ma fino ad oggi, a tante dichiarazioni
di intenti, non è seguito alcun impegno concreto.
L’invito è a superare le appartenenze partitiche
per dare voce al nostro territorio che rivendica
lo stanziamento come un diritto. Bene ha
fatto l’on. Pizzetti, che è riuscito ad evitare
la nuova destinazione di quasi ottanta milioni
di euro, già dal 2006 a disposizione del
Pirellone e destinati a porto, Tencara e
sistemazione dell’alveo di magra del Po.
Il pericolo scampato deve esser sprone a
perfezionare i progetti e a passare alla
fase operativa.
Tanto più che la sistemazione dell’alveo
di magra è guardato con favore da tutti i
livelli di governo e da tutti gli schieramenti.
E lo stesso presidente Formigoni, solo qualche
mese fa, nel suo programma per la nona legislatura
si impegnava ad “avviare la bacinizzazione
del Po all’interno di un’intesa interregionale
e in accordo con la programmazione nazionale,
in modo da garantire un’effettiva e costante
navigazione da Milano fino all’Adriatico”.
E ancora (sempre a pg 111 del programma)
a “Raggiungere, grazie agli interventi sui
porti e alla razionalizzazione delle competenze,
l’obiettivo dell’autosostenibilità economica
nella gestione del sistema idrovia rio, da
parte dei soggetti delegati (province di
Cremona e Mantova e Aipo” .
Il progetto per il rilancio del fiume Po
può essere volano per l’economia di tutto
il territorio, per Cremona e per l’area di
Tencara in particolare. Inoltre non va dimenticato
di quanto la modernità interroghi ciascuno
sulle responsabilità di coniugare sviluppo
e sostenibilità. E la navigabilità del fiume
si pone nell’ottica dell’intermodalità e
dallo spostamento del traffico delle merci
dalla gomma ad altri canali.
Anche in questo occorre raggiungere i risultati
dell’Europa che, già da tempo, ha riconosciuto
l’importanza della navigazione interna e
ne ha sostenuto lo sviluppo. Immaginiamo
Cremona come piattaforma intermodale per
i traffici ferro-acqua, come l’hub fluviale
della Lombardia dove le nostre strutture
portuali essere centro logistico per le merci
tra il Mediterraneo e l'Europa continentale,
attraverso la via d'acqua e la ferrovia.
E ciò con beneficio economico, ma senza impatto
ambientale. In momenti in cui si parla di
grandi investimenti mi pare giusto che il
sud della Regione (marginalmente coinvolto
nell’evento) non perda anche questa occasione
di crescita.
 
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