15 Settembre, 2002
Perché andiamo a Firenze all'iniziativa promossa da Renzi e Civati
di Alessia Manfredini (membri segreteria prov Pd Cremona) e Vittore Soldo (portavoce circolo Pd Soncino)
Perché andiamo a Firenze all'iniziativa promossa
da Renzi e Civati
di Alessia Manfredini (membri segreteria
prov Pd Cremona) e Vittore Soldo (portavoce
circolo Pd Soncino)
Intendiamo la tre giorni di Firenze come
un'occasione di confronto sereno e aperto
tra persone che hanno a cuore il futuro del
partito di cui fanno e faranno parte.
Brevemente ecco i motivi che ci spingono
ad andare a Firenze:
1) perché non apparteniamo e nemmeno vorremmo
appartenere ad una corrente: venendo da percorsi
e da luoghi diversi (Soncino e Cremona) e
non avendo condiviso il cammino politico,
di fronte all'iniziativa promossa da Renzi
e Civati fin da subito, ci siamo intesi e
messi in gioco sulla possibilità di contaminarci
e contaminare lo spirito che anima l'assemblea
Fiorentina.
2) perché i temi del rinnovamento, del confronto
e della testimonianza: prescindendo dalle
modalità con cui sono state introdotte nella
discussione politica, sono e saranno questioni
sostanziali perchè se correttamente elaborate
dal Partito Democratico contribuiranno a
farlo diventare un'alternativa vera ed un
riferimento per il futuro di questo Paese.
Consideriamo il tema del rinnovamento, non
in termini anagrafici e quindi sullo scontro
generazionale (è innegabile infatti che ci
siano dirigenti maturi con un'energia, intelligenza
politica e capacità comunicative invidiabili),
come un processo che crei in modo continuo
e periodico le opportunità che liberino sempre
nuove energie utili nel tenere il partito
al centro della corrente dei tempi che viviamo
e vivremo. A guidarci è la curiosità per
questa idea di buona politica di cui vorremmo
essere sia promotori, assieme anche ad altri
sostenitori della provincia di Cremona, che
portavoce all'interno del Pd.
Vorremmo iniziare un percorso di rinnovamento
volto alla costruzione di un nuovo modello
ed un nuovo vivere nel partito; magari cambiando
il metodo troppo spesso fatto di fedeltà
premiante, di cooptazione e che poco concede
al merito, al coraggio ed alla forza delle
idee.
Siamo consapevoli del fatto che qualsiasi
ricambio, se non debitamente preparato, non
potrà essere dolce e costruttivo.
Crediamo nella necessità di accompagnare
il rinnovamento senza esitazioni di chi ha
avuto la fortuna, grazie al partito, di partecipare
alla vita politica sia nelle veste di maggioranza
che di opposizione, rendendo così possibile
l'innesco di un processo virtuoso di adesione
e volontà da parte di altri.
Siamo convinti che l'alternanza nelle responsabilità
sia una ricchezza democratica e che nell'esercizio
di una funzione pubblica non si debba mai
commettere l'errore di identificare la persona
con la funzione che essa ricopre.
3) perché crediamo nella bontà di confrontarci
con chi ha idee diverse dalle nostre e pensiamo
che l'esperienza di Firenze possa diventare
la prima rete da esportare in tutt'Italia
in altre occasioni.
4) perché Firenze sarà una boccata d'ossigeno
di buona politica: in un periodo dove prevalgono
scandali e parole che fanno solo pensare
ad una "caduta" imminente, sentiamo
il bisogno di affermare che la politica e
chi la rappresenta, torni ad essere massima
espressione di civiltà senso delle istituzioni
e spirito di servizio, divenendo la naturale
prosecuzione delle diverse forme con cui
la società civile esprime la necessità di
mettersi a disposizione per il prossimo.
5) perché a Firenze si parlerà dell'Italia
e dell'impegno dei tanti amministratori che
amano il loro territorio e si adoperano nella
loro vita amministrativa attuando buone pratiche.
6) perché da Firenze il Pd, messo in discussione
(in altri partiti non si sognano nemmeno)
potrà e dovrà tornare credibile dimostrando
l'importanza del ruolo della politica vera
fatta di idee, responsabilità, soluzioni
da promuovere come opportunità di crescita
sia personale che collettiva; non vogliamo
una politica concepita come una rendita di
posizione da salvaguardare.
7) perché crediamo che, mai come oggi, un
partito che aspiri a definirsi moderno e
immune da un impostazione ideologica sappia
farsi interprete delle nuove istanze provenienti
dal mondo del lavoro, dall'imprenditoria,
dagli anziani, dalle persone in difficoltà,
dalle minoranze tutte, dagli artigiani, dal
mondo dell'agricoltura e da chi non ha ed
avrà rappresentanza.
8) perché noi del Pd se ci dimostreremo permeabili
al rinnovamento potremo stimolare le stesse
dinamiche nei partiti del centro destra ed
essere davvero motore di un cambiamento della
politica italiana.
 
|