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15 Settembre, 2002
LO SCANDALO NON E’ LA NOMINA DI VERONESI A PRESIDENTE DELL’AGENZIA di S.Ravelli
MA IL FLOP DELLA STRATEGIA DI RILANCIO DEL NUCLEARE IN ITALIA!

LO SCANDALO NON E’ LA NOMINA DI VERONESI A PRESIDENTE DELL’AGENZIA
MA IL FLOP DELLA STRATEGIA DI RILANCIO DEL NUCLEARE IN ITALIA!
La nomina di Umberto Veronesi ai vertici dell’Agenzia per la sicurezza del nucleare non ci scandalizza più di tanto visto il suo sostegno all’atomo pubblicamente espresso da tempo. Il vero problema non è infatti Veronesi ma la scelta del nucleare compiuta dal Governo, destinata ad un sicuro flop, in assenza di una strategia energetica di prospettiva per il nostro Paese.

Il nucleare è stato imposto due anni fa senza un serio confronto sui costi e i benefici in rapporto ad altre opzioni possibili con un’Agenzia infeudata nel Governo priva della necessaria autonomia ed indipendenza.  
Come radicali, ripetiamo la domanda che abbiamo posto nel 2008: in termini di costi/benefici, conviene al nostro paese costruire centrali nucleari impegnando nei prossimi anni 25/30 miliardi per soddisfare, ben che vada a partire dal 2020 il 25% dei consumi elettrici attuali che corrispondono solo a circa il 4,5% dei consumi finali di energia? Non esiste altro modo per raggiungere e persino superare lo stesso obiettivo?
Una recente valutazione dell'Enea evidenzia che le uniche opzioni tecnologiche con benefici sociali netti o con costi minimi sono quelle riconducibili al miglioramento dell'efficienza energetica nell'industria, nel terziario, nel trasporto, nell'edilizia residenziale e nella produzione e trasmissione di elettricità. Secondo quanto affermato in questo studio, nel solo settore dell'elettricità, si potrebbero evitare 73 twh di energia elettrica, pari al 21,6% dei consumi finali lordi del 2008 (337,6 twh). Questo enorme potenziale di risparmio energetico al 2020 corrisponde alla produzione elettrica di circa 8 grandi centrali nucleari.
Siamo convinti che sia molto importante continuare ad usare risorse pubbliche per potenziare i nostri centri di ricerca e partecipare a programmi internazionali in questo campo. Ma intanto le misure di efficienza energetica sono immediatamente praticabili, consentono di guadagnare tempo laddove le innovazioni non sono ancora mature in termini di prestazioni e di costi, e permettono di operare scelte strategiche in modo più consapevole e calibrato alle vere esigenze del nostro paese.
In conclusione, l’oncologo Veronesi a nostro parere ha commesso l’errore di accettare un incarico nel quadro di un’operazione di mera propaganda nuclearista. Ne abbiamo avuto conferma dal sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia che annuncia ritardi nella posa della prima pietra: non più il 2013 ma il 2014.

E’ chiaro che, al di là dell’annuncio, come per tante altre “Grandi Opere” anche il nucleare è destinato a rimanere sulla carta salvo alimentare una fabbrica onerosa, di contratti, consulenze, studi di fattibilità, che è l’unica cosa certa che gli italiani pagheranno.

Cremona, 6 novembre 2010 
Sergio Ravelli,
segretario dell’Associazione radicale Piero Welby
di Cremona

 


       



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