15 Settembre, 2002
INAUGURATA LA NUOVA STATUA A STRADIVARI
Opera dello scultore cremonese Gianfranco Paulli
INAUGURATA LA NUOVA STATUA A STRADIVARI
Opera dello scultore cremonese Gianfranco
Palli
La mattina del 13 novembre 2010 sotto i portici
del Palazzo del Comune, presenti le
massime autorità civili e militari, è stata
inaugurata la statua del
"sommo liutaio Antonio Stradivari",
opera dello scultore cremonese
Gianfranco Palli. Il sindaco Oreste Perri,
insieme all'artista, hanno
tolto il drappo che copriva il monumento,
collocato ai lati
dell'ingresso alla sede del Comune. Nel suo
breve intervento, il sindaco
ha detto che, dopo avere ammirato questa
statua alcuni anni fa, nel
corso di una mostra, ne era rimasto profondamente
colpito, apprezzando
la capacità che l'autore aveva dimostrato
nel sapere dare vita alla
materia. Essere dunque riusciti a tenerla
a Cremona, nonostante stesse
ormai prendendo la volta di Roma, dove era
già destinata, è un aspetto
importante, non solo come omaggio al più
grande liutaio di ogni tempo,
ma anche come testimonianze delle capacità
degli artisti della nostra
terra. Per portare la sua statua a Cremona
lo scultore ha declinato la
proposta di inserirla nel contesto di una
grande piazza romana o di
portarla nel cuore del museo degli strumenti
musicali della capitale.
Voleva, infatti, che il suo Stradivari restasse
qui, nella sua città il
Maestro soresinese e ora tutti potranno godere
il frutto di un lavoro
durato mesi e mesi. Uno dei segreti del "sommo
liutaio Antonio
Stradivari"' (questo è il titolo corretto
dell'opera), infatti, ha
trovato collocazione in città e troverà un
posto anche nel cuore dei
cremonesi, che vi riconosceranno quella figura
ideale alla quale ricorre
ogni riferimento.
Ha scritto di quest'opera la critica d'arte
Tiziana Cordani:
"L'imponente statua del sommo tra i
liutai cremonesi, alta 195 cm, larga
97 e profonda 56, è certamente una delle
realizzazioni più importanti
del Maestro scultore cremonese, soprattutto
è patrimonio della città,
grazie all'acquisizione che ne ha fatto il
Comune di Cremona, anzi è
qualcosa di più: è una memoria, una testimonianza,
un simbolo. Perché? È
presto detto: la statua bronzea che raffigura
Stradivari costituisce un
esempio validissimo della memoria comune
alla città, è un richiamo forte
e chiaro a valori noti ma anche a caratteri
propri della gente
cremonese, all'amore per il lavoro, all'impegno
ed alla riflessiva
attitudine al mestiere, amato e seguito attraverso
le generazioni che,
nei tempi, furono caratteri distintivi della
comunità, sia agraria che
cittadina, di questo lembo di terra padana.
E' inoltre una testimonianza
di una figura storica che appartiene alla
storia cittadina, e non
solo, di cui modernamente è divenuta il simbolo
di maggior richiamo.
Questo sarebbe già sufficiente a giustificare
il titolo da me scelto, ma
non basta poiché tocca elementi estrinseci,
valutabili da tutti e,
credo, ampiamente condivisi, anche su un
piano più personale tuttavia
questo lavoro dello scultore di Casalbuttano
risponde a questi
caratteri: poiché lo Stradivari è, quasi
sicuramente una delle
realizzazioni più ambiziose ed impegnative,
sul piano ideativo e
tecnico-esecutivo, progettate e condotte
a fine dall'artista, un'opera
che abbraccia e risponde a più di uno scopo.
La statua nasce
indubbiamente da un processo assai profondo
attraverso il quale
l'artista riconosce e conferma le sue radici
non solo personali ma
culturali ed artistiche, legate alla formulazione
figurativa ed al
realismo, ed allo stesso tempo àncora la
propria vita ad un tessuto
affettivo e familiare: la grande figura del
simbolo di Cremona per
eccellenza, infatti, è stata dedicata dal
Maestro al proprio nonno,
figura di eroico lavoratore, martire della
violenza, all'inizio del
secolo scorso, ed ucciso a tradimento durante
gli scioperi contadini
delle leghe bianche. Il nonno si chiamava
Gianfranco Paulli, come
l'artista, ed è a lui che è intitolato anche
il coro omonimo. Già in
passato lo scultore aveva dedicato alla morte
dell'avo alcuni suoi
bassorilievi ed anche qualche dipinto, ora
ha voluto ricordarlo, con
orgoglio otre che con affetto e filiale pietà,
anche attraverso la
dedicazione del suo più significativo lavoro.
Non posso definire questa
statua il capolavoro di Gianfranco Paulli,
perché per ogni artista il
capo d'opera è quello ancora da pensare e
fare, un percorso aperto sino
all'ultima pennellata o all'ultimo sbozzo
di scalpello, tuttavia sono
convinta, per la conoscenza che ho dell'autore,
che sia quello che
maggiormente ha voluto e che con più tenacia
ha portato avanti verso la
realizzazione e l'esposizione. La volontà
di dare alla città questa
testimonianza di memoria storica altissima
di un gesto semplice e grande
di eroismo da parte di un lavoratore della
terra, di un padre, di un
uomo comune in cui erano serbati valori ed
ideali importanti diventa
anche memoria e testimonianza per tutti,
legando per sempre la storia
famigliare con la storia della terra cremonese
attraverso due personaggi
simbolicamente e diversamente grandi. Del
grande liutaio non si
conoscono le sembianze fisiche reali, pertanto
lo scultore ha voluto
prodursi in un ritratto ideale che sottolinea
la comunanza tra le arti:
liuteria e scultura hanno in comune la costruzione,
la progettazione e
perfino alcuni attrezzi di lavoro. Per questo
motivo il volto di
Stradivari è costituito da un autoritratto
dell'artista e la figura ha
uguali proporzioni e altezza di quella di
Paulli, senza venir meno alle,
poche invero, testimonianze storiche che,
pur non rivelando i tratti del
viso, affermano che anche Stradivari fosse
di alta statura. Il volto ha
tratti forti e fieri, l'occhio è attento
al violino che stringe tra le
mani, lo sguardo esprime stupore: possiamo
immaginare che, per un caso
strabiliante, il liutaio abbia appena scoperto
la "magica" alchimia che
rende straordinario il suono dei suoi violini,
quel "segreto" che tutti
da allora cercano, invano, di strappare al
legno ed alla vernice grazie
alle più ampie e perfezionate ricerche e
tecnologie. Forse, come afferma
la leggenda che da anni ripercorre gli studi
stradivariani, il segreto
sta nascosto nella vernice ed in effetti
è un pennello ed una boccia di
tale pigmento che il liutaio cremonese tiene
nella mano destra in questa
raffigurazione paulliana, mentre, con la
sinistra, solleva alla luce un
violino dalle morbide proporzioni barocche
(lo scultore le ha riprese
direttamente da una delle realizzazioni del
sommo artefice)."
Alcuni cenni biografici sullo scultore Gianfranco
Paulli
Il maestro Gianfranco Paulli nasce a Soresina
il 14 febbraio 1948. Già
da giovinetto frequenta lo studio dello scultore
Leone Lodi a Soresina,
negli anni 1960 e 1961 segue i corsi di disegno
e pittura presso la
Scuola d'Arte di Soncino (CR) sotto la guida
del Prof. Enea Ferrari. Nel
1973 s'iscrive all'istituto d'Arte Stagi
di Pietrasanta (LU),
diplomandosi "Maestro D'arte ".
Nel 1980 entra a far parte, a Roma dello
staff di restauratori in marmi antichi presso
la Santa Sede;
contemporaneamente svolge l'attività di scultore,
con mostre, lavori su
commissione, tra i quali spiccano le medaglie
d'argento, fuse a cera
persa, dei Papi Roncalli, Lucani e Giovanni
Paolo I I, i ritratti in
marmo di Cardinali, opere funerarie. Nel
1999 termina nella chiesa di
Morfasso (PC), il monumento sepolcrale di
S.E. il Card. Silvio oddi. Nel
Principato di Monaco realizza i ritratti
di Stefano Casiraghi e dei
Principi Grace e Ranieri per la Pinacoteca
Grimaldi. Di recente è stato
invitato in Russia dalla Fondazione M.S.
Gorbachev per eseguire vari
ritratti in marmo dei Fondatori. Trà gli
ultimi lavori spiccano la
statua del Beato Enrico Rebuschini, posta
nella Clinica S. Camillo (CR),
ed i duecento multipli per i Premi Nobel
della Pace " Pax In Tertium
Millenim ". Il 3 marzo 1999 in udienza
strettamente privata consegna al
Santo Padre Giovanni Paolo II il Pastorale
che verrà usato per il
Giubileo A.D. 2000. Come prima opera del
terzo millennio termina una
scultura in bronzo, fuso col procedimento
della cera persa, raffigurante
il sommo liutaio "Antonio Stradivari".
Nel 2001 nella cripta del Duomo
di Cremona, crea un Redentore in bronzo e
un tondo che ritrae S. Ecc.
Giulio Nicolini defunto vescovo di Cremona
sempre in bronzo. Nel ricordo
a Enzo Ferrari crea una medaglia scultura,
fusa in bronzo a cera persa
del grande genio delle competizioni automobilistiche.
Nel 2002 crea
diversi busti ritratto in marmo e bronzo
di personaggi illustri, un po'
sparsi nel Mondo, ma in particolare il busto
della di Raissa Gorbaciova
sito a Mosca presso la Fondazione Gorbachev.
Nel 2003 crea la medaglia
commemorativa per il 51° Raduno Nazionale
dei Bersaglieri, svoltosi a
Cremona. Nel 2004 crea l'opera "Inno
Alla Vita" collocata ed emblema
dell'ospedale Università Nosttra Signora
Del Buon Consiglio voluto dalla
stessa Madre Teresa Di Calcutta a Tirana.
Sempre nel 2004 il maestro
crea, per l'Ordine Agostiniano a Roma, una
scultura in bronzo fusa col
procedimento della cera persa dal titolo
"L'estasi di Sant'Agostino" in
misura di ottanta centimetri in occasione
del 1650° dalla nascita del
Santo che ne vale un invito personale con
le massime autorità
Eclesiastiche e Politiche Roma Chiesa di
S.Agostino 7 -- 15 novembre 2004.
 
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