15 Settembre, 2002
Rette asili nido: l’Amministrazione sostiene le famiglie ed i precari
Dichirazione di Jane Alquati a seguito della presa di posizione dei sindacati confederali sulle rette degli asili nido
Rette asili nido: l’Amministrazione sostiene
le famiglie ed i precari
ed agisce per garantire il servizio a chi
ne ha effettivamente bisogno
A seguito della presa di posizione dei sindacati
confederali sulle rette degli asili nido,
ritengo doveroso intervenire per dichiarare
che non corrisponde affatto al vero che l’Amministrazione
non aiuta famiglie e precari, anzi, come
ho più volte ribadito, le decisioni assunte
sino ad ora vanno nella direzione di una
maggiore tutela di chi si trova veramente
in difficili condizioni economiche, oltre
a tutelare tutte quelle fasce di utenti che
necessitano realmente di tale servizio.
Rispetto alla retta minima per la frequenza
agli asili nido comunali, questa è stata
determinata in 40,00 euro dall’anno scolastico
2003/2004 all’anno scolastico 2006/2007,
con un aumento a 50,00 euro dall’anno scolastico
2007/2008 all’anno scolastico 2009/2010,
in pratica con un incremento del 25% deciso
a metà mandato dalla scorsa amministrazione.
L’incremento ad € 65,00 è da mettere in relazione,
in termini assoluti, al costo del servizio
che risulta dal conto consuntivo dell’anno
2009 calcolato in € 760,81. La quota copre
pertanto l’8,54% del costo del servizio offerto.
L'aumento della fascia minima da 50,00 a
65,00 euro determina un incremento del 30%.
Viene mantenuta e garantita l’attenzione
alle nuove fragilità ed alle situazioni di
difficoltà economica dove è prevista l’esenzione
totale della retta del nido e della ristorazione
scolastica delle scuole infanzia comunali
e statali e delle primarie statali per i
seguenti casi:
• per le famiglie che rientrano nei cosiddetti
casi sociali, dunque quelli che non potranno
in alcun caso sostenere la quota prevista;
il Settore Politiche Sociali interverrà con
apposito fondo in misura totale o parziale
a seconda del progetto che sta alla base
dell’intervento sociale per ogni singola
famiglia, secondo loro regolamenti;
• per le famiglie colpite dalla crisi economica
permangono dal 1° dicembre 2008 e secondo
precisi criteri di accesso (domanda e dichiarazioni
o documentazioni da produrre) la sospensione
della retta per i seguenti casi: famiglie
in cui anche uno solo dei genitori si trova
in cassa integrazione guadagni ordinaria
o straordinaria; famiglie in cui anche uno
solo dei genitori si trova disoccupato per
licenziamento; famiglie in cui anche ad uno
solo dei genitori non è stato rinnovato un
contratto atipico.
Per rendere più trasparente e chiara alle
famiglie la suddivisione delle fasce di ISEE
e delle relative rette sono state istituite
37 fasce. Si è cercato però di evitare che
questo cambiamento, sommato all’incremento
dell’ 8,12%, creasse forti squilibri agli
utenti. Per tale ragione le fasce sono state
costruite in modo da mantenere le stesse
quote dello scorso anno per gli stessi utenti
(ovviamente aumentate dell’8,12%).Questo
è il motivo per cui la fascia minima comprende
redditi da 0,00 a 8.600,00 euro. Sono gli
stessi utenti che rientravano nella fascia
minima con il vecchio calcolo.
L’Amministrazione ha adottato il provvedimento
di aumento della fascia minima da € 50,00
ad € 65,00 in sede di “Misure di salvaguardia
degli equilibri di Bilancio 2010 di parte
corrente” (manovra di bilancio del mese di
settembre 2010), unitamente all’incremento
generale dell’8,12% delle quote dovute per
i servizi a domanda individuale relative
ai servizi scolastici in capo al Settore
Politiche Educative, attraverso delibere
consiliari.
La definizione del nuovo sistema di calcolo
delle quote dovute dalle famiglie per la
frequenza agli asili nido comunali sono state
oggetto, oltre che all’approvazione del Consiglio
comunale, anche di passaggi in varie sedute
di Giunta e quindi di discussione e trattazione
in sede di commissione consiliare. Inoltre,
nella riunione della commissione consiliare
del 17 dicembre scorso, sono state forniti
ulteriori chiarimenti per quanto riguarda
gli aumenti tariffari ed il nuovo metodo
di calcolo.
Altro elemento fondamentale da tener presente
nell’elaborazione delle nuove rette è costituito
dal parere del Collegio dei Revisori dei
Conti. Nella relazione resa al conto consuntivo
nel mese di marzo 2010 ha infatti rilevato
una insufficiente copertura dei servizi a
domanda individuale invitando il Consiglio
comunale ad intervenire per rafforzare l’indice
di copertura. Il Collegio ha tenuto a precisare
che la necessità di incrementare la copertura
dei servizi a domanda individuale è da correlare
anche ad una decisa contrazione di trasferimenti
da parte dello Stato
Sono state esaminate anche le rette minime
attualmente adottate anche da altre Comuni
in Lombardia e in Veneto per verificare il
contesto nel quale complessivamente i servizi
educativi del Comune di Cremona sono inseriti,
rilevando ad esempio i seguenti dati: Lecco
€ 140,00, Lodi € 80,00, Bergamo € 105,36,
Brescia € 100,00, Soresina € 200,00, Padova
€ 90,00, Venezia € 105,00, Verona € 70,00,
Vicenza € 70,00, valori decisamente superiori
a quello di Cremona.
Ricordo infine che, a seguito della firma
del protocollo d’intesa siglato tra il Comune
di Cremona e il Comando provinciale della
Guardia di Finanza per il controllo nei confronti
dei beneficiari di prestazioni sociali agevolate
erogate dal Comune, il Settore Politiche
Educative, in stretta collaborazione con
il Settore Affari Sociali, si è già attivato
perché tali controlli diventino più puntuali
già a partire dai prossimi mesi in modo che,
fatti salvi i casi sociali ai quali vengono
riservate tutte le agevolazioni esistenti,
la priorità di accesso ai nido sia garantita
a chi si trova nelle effettive condizioni
di usufruire di tale servizio, in particolare
ai genitori che sono entrambi lavoratori.
Jane Alquati
Assessore alle Politiche Educative
del Comune di Cremona
 
|