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15 Settembre, 2002
29 novembre: una grande manifestazione “per” la scuola pubblica.
La Cgil Scuola di Cremona c'era (da sola) e con una folta delegazione ed ha contribuito al raggiungimento delle 100.000 presenze.

29 novembre: una grande manifestazione “per” la scuola pubblica.
La Cgil Scuola di Cremona c'era (da sola) e con una folta delegazione ed ha contribuito al raggiungimento delle 100.000 presenze.

La manifestazione unitaria di Sabato 29 novembre ha rappresentato un punto molto alto dell’iniziativa per la scuola pubblica e per il suo rilancio. Noi della Cgil scuola di Cremona c'eravamo e non eravamo pochi. Anzi! Nonostante la nostra organizzazione abbia dovuto, all'ultimo momento, coprire i "buchi" lasciati da altri che dovevano partecipare, con noi, all'iniziativa, siamo riusciti, notte tempo, a riempire un pullman e a partire pieni di entusiasmo e voglia di partecipare, eseguendo, al contempo, un ' altra importantissima missione. La restituzione delle prime 100 agende della Moratti!!!
Questa straordinaria riuscita è stata resa possibile grazie all’impegno di tutte le nostre RSU e di parecchi nostri candidati alle prossime elezioni del 9-10-11- dicembre.
A loro va il nostro più sentito ed affettuoso ringraziamento.
Un ringraziamento va anche a tutte le importanti e prestigiose associazioni che hanno aderito alla manifestazione e che hanno partecipato, alle forze politiche del centro sinistra che ci hanno inviato comunicati di sostegno, anche qui a Cremona. Il 29 novembre è stato caratterizzato anche da una manifestazione nazionale in difesa del tempo pieno che si è svolta a Bologna. E’ un fatto importante che più iniziative abbiano visto scendere in piazza il mondo della scuola e la società civile per la difesa e il rilancio della scuola pubblica.
E’ segno di grande debolezza e di evidente imbarazzo politico che di fronte ad un arco di forze così consistente e rappresentativo, di fronte a decine di migliaia di persone, il Ministro sia riuscito solo a dire che ciò che tutti vedono e leggono non è vero, che la realtà è un altra.
Sono affermazioni inaccettabili perché stravolgono la realtà fino ad arrivare a sostenere l’impossibile: non ci sono tagli ma investimenti !!!????
Così si manca di rispetto alle persone e ciò è sempre dovuto, anche se non si condivide quanto esse sostengono.
Noi vogliamo risposte adeguate, non stiamo vivendo dentro ad uno spot pubblicitario continuo nel quale la realtà può essere modificata a piacimento.
Centomila persone a Roma, quindi ( e noi della Cgil Scuola di Cremona eravamo tra queste), hanno mandato al Governo un messaggio chiaro di contrarietà alle politiche di privatizzazione fino ad ora intraprese per quanto riguarda l’istruzione ed il sapere.
Le rivendicazioni ribadite negli appelli finali della manifestazione sono state nette:
investimenti, qualità, valorizzazione, unità della scuola pubblica.
Ora faremo vivere queste nostre posizioni in centinaia di riunioni ed iniziative con i genitori e con tutte le forze interessate per garantire informazione e per costruire movimento. Noi della Cgil Scuola di Cremona, insieme alla Camera del Lavoro ,l'abbiamo già fatto a Crema il 26 di Novembre scorso e continueremo a farlo organizzando a Cremona in Cgil, il prossimo 9 Dicembre alle ore 21, un’ ulteriore iniziativa dal titolo : Scuola più o scuola meno: che fine faranno il tempo pieno e il tempo prolungato?
La scuola pubblica rappresenta una questione generale che riguarda tutto il Paese ed il suo futuro.
Non accetteremo mai di assistere al suo declino ed all’affermarsi del nuovo mito del mercato come regolatore dei diritti.
Questo ha significato la grande manifestazione del 29 novembre 2003 a Roma per la scuola pubblica.
Come ha ricordato Guglielmo Epifani nel suo bell’intervento conclusivo il personale della scuola è il sale e la colla dello sviluppo del nostro Paese e della manifestazione che ci sarà a Roma il 6 dicembre.
E noi ci saremo tutti, per portare la nostra protesta contro una pessima legge finanziaria fatta di tagli e di riduzione dei diritti; ci saremo per dire no agli inutili e dannosi interventi sulle pensioni proposti da questo Governo.
Ancora un grazie e arrivederci a Roma.

ECCO LA SINTESI DELL'INTERVENTO DI GUGLIELMO EPIFANI IN PIAZZA FARNESE A ROMA IL 29 NOVEMBRE SCORSO


L’attacco del suo intervento va direttamente al cuore di una polemica di questi ultimi giorni: “Il Ministero ha fornito i dati della partecipazione della scuola alla sciopero del 24 ottobre: un’adesione di oltre il 60%. Un grande risultato. L’Istat aveva dichiarato – e la Confindustria aveva confermato – che fra tutti i comparti lavorativi avevano scioperato 700mila persone. I dati che vi riguardano li smentiscono:
settecentomila hanno scioperato solo nella scuola!!”.
Il segretario generale della Cgil si è poi soffermato sul concetto fondativo della manifestazione “pubblico è meglio”, per dire che intorno al termine “pubblico” si è costruito "un pensiero negativo che si oppone alle virtù del mercato. Invece – e questa manifestazione lo dimostra – è la parola più bella perché implica che la scuola è di tutti e per tutti, e che svolge una funzione essenziale nell’insegnamento, nella ricerca e nella formazione”. Quindi Epifani ha lamentato che alla scuola pubblica vengono sottratte risorse mentre, intanto, si afferma un “modello formativo vecchio, anni Cinquanta, rigido e fondato su una rigida divisione sociale, su una prematura scolarizzazione e su scelte troppo anticipate”. Epifani ha ribadito la critica alla riduzione dell'offerta formativa pubblica, che incentiva - ha detto - il grande disastro della dispersione scolastica'', e l'attacco al tempo pieno: ''Ritorna l'idea degli anni '50 che la vera scuola è solo quella del mattino e tutto quello che viene dopo - ha osservato suscitando l'applauso di tutta la piazza - è solo assistenza e carità a chi non può''. Secondo Epifani è il modello sociale e culturale ''della scuola degli anni '50, dell'Italia che non c'e' più e non vogliamo più. Noi non ci stiamo''.

La diminuzione dell’offerta formativa conseguente alla riforma Moratti rischia di aumentare la dispersione e l’abbandono; sottrae tempo scuola, elimina esperienze importanti come il tempo pieno ed il tempo prolungato.
Nonostante gli annunci, la dura verità è che mancano i soldi: per sostenere l’istruzione pubblica, per il rinnovo del biennio contrattuale, per il contratto dei dirigenti scolastici, per la sicurezza degli edifici, per la vita quotidiana.
Anche l’aumento del precariato è figlio della scuola meno. “Nella scuola sta il più grande bacino di precariato. E se il lavoro precario è male ovunque nella scuola lo è ancora di più, perché fa ricadere anche sui giovani studenti il senso dell’insicurezza per il futuro. Si rendono precari non solo i lavoratori ma anche i bambini e i giovani”.
Ai giovani e agli studenti si è riferito il segretario della Cgil, ricordando la loro bella manifestazione di questa mattina. “La scuola è di tutti – ha detto – ma è soprattutto la loro, perché è nella scuola che devono trovare le risposte per il loro futuro, è la scuola pubblica che può consentire a tutti, anche a chi viene da situazione di disagio, di costruirsi una vita con pieno diritto di cittadinanza”.
L’Europa raccomanda una scuola all’altezza della società della conoscenza, la riforma Moratti ci allontana dall’Europa perché dà meno scuola e meno formazione. Per questo chiediamo che il primo decreto legislativo attuativo della Legge Moratti venga ritirato, perché è sbagliato. “Non può restare lì così com’è, dobbiamo riaprire un confronto vero”.
Epifani ha concluso ricordando la mobilitazione eccezionale di tutto il paese contro le politiche di questo Governo. Una mobilitazione contro il declino generale, ma il fulcro di questa decadenza rischia di essere la scuola. “Noi non ci stiamo, perché è nella scuola e nella formazione diffusa che si possono trovare risposte anche a grandi emergenze sociali ed economiche, è lì che anche chi è stato messo ai margini può avere speranza per il futuro”.
La giornata di oggi parla, forse più di altre, dello sviluppo di cui questo Paese ha bisogno.
''Il mondo della formazione, della scuola, della ricerca - ha spiegato infatti Epifani - è quello che può consentire agli anziani, come ai giovani, agli immigrati, ai disoccupati e a chi è esposto a condizioni di rischio la possibilità di determinare un futuro diverso”.

“Voi siete il sale e la colla dello sviluppo del nostro Paese e della manifestazione che faremo il 6 dicembre a Roma, contro una legge finanziaria che sancisce il declino dell’Italia e contro un intervento iniquo sulle pensioni. Questo vi si deve e questo vi deve l’intero movimento confederale italiano”

 


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