La vittoria del no al Trattato Costituzionale in Francia non è un no
all'Europa.
La maggioranza dei cittadini e delle cittadine francesi che hanno rifiutato
questo Trattato Costituzionale vuole che la costruzione dell'Europa politica si
fondi su basi certe e solide: sulla difesa dei diritti sociali, civili e
democratici, sulla garanzia dei servizi pubblici e dei beni comuni, sul rifiuto
della guerra, sulla partecipazione attiva e responsabile.
Hanno detto no al Trattato coloro con i quali abbiamo costruito, dal Forum
Sociale Europeo di Firenze in poi, lo spazio partecipato e di massa dell'Europa
sociale, e con i quali da tempo abbiamo scelto di costruire una dimensione continentale dell'impegno della società civile globale per un
mondo diverso.
Il voto francese deve aprire la strada a una riflessione ampia e approfondita
fra le forze sociali e politiche europeiste. Deve aprire un dibattito serio fra
le forze della sinistra moderata e quelle radicali, quelle liberaldemocratiche e
progressiste, quelle socialiste e socialdemocratiche, quelle alternative, verdi
e neocomuniste. Deve aprire una discussione di merito anche in Italia.
Un Trattato Costituzionale calato dall'alto, fondato sulla mediazione
istituzionale, intriso di liberismo è stato bocciato. Era figlio di un'Europa
costruita sull'economia, sulla finanza, sul commercio.
Era figlio di un'Europa che nasce chiudendo le sue porte alle società della
sponda sud del Mediterraneo, respinge i migranti e i richiedenti asilo, vede
l'Est europeo come un territorio di conquista, pensa ad armarsi. Era figlio di
una politica europea che privatizza i servizi di interesse generale e i beni
comuni, che considera il lavoro come un'opportunità e non come un diritto, che
si costruisce nelle stanze chiuse della burocrazia e dei ministeri.
Il voto francese porta allo scoperto i limiti e gli errori con cui l'unità
europea si è andata finora costruendo. Si apre ora lo spazio per pensare a una
Costituzione Europea che li corregga, segnando una decisa inversione di rotta
verso l'Europa sociale, di pace e democratica.
Faremo la nostra parte, continuando a lavorare per un'alleanza di tutti
coloro che nel nostro continente dicono no alla guerra, al liberismo, al
razzismo, che vogliono difendere e far avanzare il modello sociale europeo, che
vogliono costruire una nuova politica fondata sul primato della partecipazione.
ARCI Nuova Associazione - Comitato Territoriale di Cremona