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15 Settembre, 2002
Ecosistema Urbano 2003: Vince Cremona
Il cpmmento di Paolo Bodini e di Gian Carlo Corada

Ecosistema Urbano 2003
Vince Cremona e con Mantova, Bergamo, Sondrio e Pavia fa l'en plein lombardo (5 su 5).
Posizione vergognosa per Milano e Como.
Pm10, consumi idrici ed elettrici, troppi Rifiuti e troppe automobili: ecco i mali delle città della Lombardia.>br>
E' Cremona a svettare in testa a Ecosistema Urbano 2003, la classifica di Legambiente sulle prestazioni ambientali dei capoluoghi italiani, guidando un quintetto tutto lombardo.
Nessuna però eccelle: le capolista infatti si guadagnano solo un buono, fermandosi tutte a una pagella sotto il 6,6. Lecco, Varese, Lodi e Brescia sono comprese entro le prime trenta con un giudizio discreto. Staccate Como e Milano, ad un solo passo dall'insufficienza.
Rispetto allo scorso anno, Mantova si conferma al 2° posto, Bergamo si piazza sul 3° gradino risalendo di ben sette posizioni (era al 10°), Sondrio è al 4° posto (era al 5°) e Pavia al 5° perdendo due posizioni (era al 3° ed era prima nella classifica del 2000). Lecco fa un notevole balzo in avanti ed è al 12° (era al 25° posto), Varese sale al 15° (era 23ma), Lodi si piazza al 21° posto (era al 24°) e Brescia, al 28°, guadagna dodici posti (era 40ma). Chiudono la classifica dei capoluoghi lombardi Como, che con il 69° posto scende di ben venti posizioni (era 49ma) e Milano al 78° posto (era 81ma).

"Dal 45° al 1° posto... rispetto allo scorso anno speravo in un recupero di posizioni, ma non con queste proporzioni. Sì, è un risultato d’eccellenza, ma – attenzione - non dobbiamo dormire sugli allori” il Sindaco di Cremona Paolo Bodini è soddisfatto, molto soddisfatto del premio appena ritirato a Ferrara, assegnatogli da Legambiente. E non perde l’occasione per entrare un po’ più nel merito. “Dai dati risulta evidente che - rispetto ai 17 parametri applicati da Legambiente - i punti deboli di Cremona sono l’aria e il traffico, anche se non siamo sotto la media nazionale. I punti di eccellenza, invece,sono l’acqua e il depuratore, seguiti dai pochi rifiuti smaltiti in discarica, e questo grazie al raddoppio dell’inceneritore, così spesso e così maldestramente contestato. Quanto all’aria — prosegue Bodini — dobbiamo ancora migliorare, ma va anche detto che, lo scorso inverno, la nostra città non era la più inquinata ma solo la più severa in fatto di misure e chiusure anti-inquinamento” Un risultato a sorpresa o i suoi concittadini se lo aspettavano? “Non credo che i cremonesi abbiano l’esatta percezione di quanto la nostra Amministrazione sta facendo per l’ambiente” conclude il Sindaco di Cremona “Sino a quando eravamo noi a dirlo, beh, forse poteva sembrare propaganda, ma adesso questi risultati dovrebbero rendere giustizia di molte polemiche, sinceramente un po’ campate … per aria”».

Il Presidente della Provincia di Cremona Gian Carlo Corada, da parte sua, sottolinea con grande soddisfazione la notizia del primo posto riconosciuto alla città di Cremona nella speciale classifica nazionale denominata “Ecosistema Urbano 2003” redatta da Legambiente.
“Mi sono congratulato subito con l’amico Paolo Bodini per l’importante riconoscimento” ha detto Corada “E’ un risultato che sentiamo anche un po’ nostro: non solo perché le due Amministrazioni fanno riferimento alla comune esperienza nell’Ulivo, ma anche perché la città di Cremona, come è naturale, è inserita nel bacino provinciale ed è a questo livello che vengono definite le politiche ecologiche ed ambientali – soprattutto nei settori interessati da questa speciale classifica, come: aria, acqua, rifiuti, trasporti ed energia”.
“Abbiamo pochi giorni fa presentato il Bilancio 2003” prosegue Corada “con il quale prevediamo – come anche negli anni scorsi - interventi particolarmente mirati e rilevanti sulla questione dell’ambiente e della sua qualità. Aria, acqua, terra sono risorse “limitate”, da salvaguardare intelligentemente. E da godere, da utilizzare, certo, ma con prudenza e rispetto. Per questo abbiamo attivato azioni concrete di protezione ma anche di valorizzazione. Sono tante: dalla salvaguardia di aree di particolare pregio al ricco reticolo di piste ciclabili che stiamo predisponendo”
Insomma, un bel lavoro di squadra” conclude il Presidente “svolto non tanto per ottenere riconoscimenti, quanto per migliorare in ogni modo la qualità della vita dei nostri concittadini.”
Secondo Andrea Poggio, presidente di Legambiente Lombardia, "Noi ambientalisti lombardi dobbiamo essere orgogliosi della capacità che hanno avuto le nostre città di scalare, anno dopo anno, posizioni nella classifica di Ecosistema Urbano. Dobbiamo ringraziare il senso civico dei cittadini, che si accompagna a una tradizionale buona amministrazione e ricchezza della nostra comunità. Sono 6 le città lombarde che emergono nel panorama nazionale per capacità di gestione ambientale (rete di monitoraggio, raccolta differenziata, trasporto pubblico, depurazione delle acque, verde urbano, certificazione ambientale (Sondrio, Cremona, Pavia, Mantova, Bergamo e Brescia). Milano e Brescia vivono una forte criticità sul piano dell'inquinamento, dei consumi, della produzione di rifiuti, del tasso di motorizzazione e, più in generale della qualità ambientale.
Cremona, quindi, si aggiudica la palma d'oro di Ecosistema Urbano grazie a buoni risultati in quasi tutti i parametri analizzati, anche se in nessuno di essi raggiunge il primo posto.
Nel complesso si tratta di una classifica che mette in evidenza politiche tampone a fronte di forti fattori di pressione ambientale, con qualche eccezione di buon governo in un quadro generale preoccupante. Il forte divario tra i comuni del centro nord e quelli del centro sud si evidenzia sotto il profilo della capacità di gestione ambientale, in particolare per quanto riguarda la mobilità, la raccolta differenziata e il sistema di monitoraggio dei principali inquinanti. Milano supera il limite di legge per quanto riguarda tutti gli inquinanti controllati. I comuni di medie dimensioni sono quelli in cui si registrano le migliori performances sotto il profilo della gestione ambientale.
Un po' in tutta Italia, lo dimostra anche la non buona classifica di Brescia, la relazione tra reddito pro-capite e prestazioni ambientali non è poi così diretta.
Sono 60 i parametri raccolti quest'anno da Ecosistema Urbano, elaborati poi in 20 macro indicatori su Aria, acque, rifiuti, trasporti, spazio e verde urbano, energia, politiche ambientali pubbliche e private. Vediamo le prestazioni delle città lombarde un po' più nel dettaglio.

Aria
Brescia, Como, Cremona, Pavia e Varese sono tra le città in cui si è quasi raggiunta la copertura totale per quanto riguarda la capacità di monitoraggio degli agenti inquinanti. Ossidi di azoto (NO2) dati preoccupanti per Como e Milano dove la concentrazione è superiore alla tolleranza massima di 58 micro g/mc prevista dalla direttiva comunitAria. Il PM10 sostituisce il monossido quale indicatore per eccellenza dell'inquinamento da traffico: Brescia, Milano e Cremona registrano la più alta media annua di concentrazioni.

Acqua
La presenza media di nitrati (mg/l NO3) nell'Acqua potabile fa registrare la pessima performance di Milano e risultati mediocri per Varese e Brescia. Bassissima invece la concentrazione che sgorga dai rubinetti nelle case di Lodi, Cremona e Pavia. Il consumo pro-capite giornaliero vede Bergamo (386 l/ab/gg), Milano (361), Pavia (357) e Lodi (320) tra le città più sprecone d'Italia. Milano, con lo 0% dell'Acqua depurata, indossa ancora la maglia nera insieme a Trapani e Imperia. Sondrio (100%) e Cremona (99%) sono invece in alta classifica.

Rifiuti

Brescia, con il centesimo posto e la bellezza di 768 kg/ab/anno, si classifica tra i comuni con la più alta media annua pro-capite di produzione di rifiuti. La città più virtuosa è Lecco che produce "solo" 480 kg/ab/anno. I valori massimi si sono riscontrati nelle città turistiche e in quelle in cui nel dato è presente una forte componente di Rifiuti industriali assimilabili. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, oltre alla buona prestazione di Lecco (41,7%) e Bergamo (38,3%), si ritrovano in alta classifica quasi tutte le lombarde a eccezione di Como che cala vistosamente la percentuale di Rifiuti differenziati passando dal 24% al 17%.

Trasporti

L'uso dei mezzi di trasporto pubblico vede in buona posizione Milano tra le grandi (432 viaggi/ab/anno), Bergamo tra le medie (265) e Lecco tra le piccole (91). Pessima la performance di Sondrio con soli 15 viaggi/ab/anno. Le auto circolanti, a fronte di una media europea di 46 auto /100 ab, vede solo Sondrio e Lecco con 56 auto/100 ab in posizione discreta. Milano, con 67 auto/100 ab risulta a metà classifica, nonostante per contro primeggi per il trasporto pubblico.

Ambiente urbano

Poco rosea anche la situazione sul fronte delle isole pedonali. La città lombarda con la migliore classifica è Cremona che ne ha 1,17 mq/ab. Lecco e Lodi totalizzano 0 metri quadri di isola pedonale per abitante. Per quanto riguarda le zone a traffico limitato si difende Mantova con 15,32 mq/ab, nelle retroguardie Milano con lo 0,09 mq/ab. Sconfortante il bilancio per la disponibilità sul territorio cittadino di piste ciclabili. Sondrio con un risicato 0,68 m/ab guida la classifica, seguita a breve distanza da Mantova (0,47 m/ab) e Cremona (0,38 m/ab). Lecco si distingue in negativo per 0 m/ab. Mantova con 28,1 mq/ab e Cremona con 21,4 mq/ab si distinguono per quantità di verde urbano fruibile. Como e Lecco giù, con rispettivamente 2,5 mq/ab e 3,8 mq/ab. In fatto di abusivismo edilizio si salvano Cremona, Lodi e Milano (tutte con 0,26 case abusive/1000 ab).

Energia

Il consumo procapite di carburante espresso in chili di petrolio equivalente (kep) vede Mantova (916 kep/ab/anno) e Brescia (936 kep/ab/anno) in bassa classifica. Il dato sui consumi elettrici domestici individua Mantova (1.147 kWh/ab) e Milano (1.170 kWh/ab) tra le città con i più alti consumi.

Certificazione ISO 14001

La certificazione del sistema di gestione ambientale vede Sondrio e Lodi tra le prime posizioni nazionali e Varese e Pavia in coda.
Eco Management: è stato quest'anno rilevato un indicatore di risposta relativo all'iscrizione al Coordinamento Agende 21 Locali Italiane. Di seguito qualche commento sulle prestazioni dei capoluoghi lombardi verificato con i circoli locali di Legambiente.
A Sondrio raggiunge il voto complessivo di 66,0%. Ma, grazie ad un numero relativamente ridotto di abitanti, che non raggiunge le 23.000 unità, e dimensioni relativamente modeste, che consentono di raggiungere in 15 minuti a piedi il centro storico dalla periferia, Sondrio potrebbe essere veramente all'avanguardia in materia di traffico. Bene per piste ciclabili se paragonata al resto d'Italia, qualche auto circolante in meno rispetto all'anno scorso, ma ancora debolissima sul trasporto pubblico, che relega la città in bassa classifica. Detiene, è vero, il primato nazionale delle piste ciclabili, ma queste non sono altro che semplici strisce gialle disegnate sulla carreggiata. Molta attesa è riposta nel piano di Agenda Locale 21, appena partito, che dovrebbe essere lo strumento per guidare le scelte future.
Mantova (66,8%) è alla prese con le micropolveri e i classici inquinanti da traffico e industria, senza che sia stata finora messa in campo alcuna seria politica di medio lungo termine. L'Amministrazione ha in progetto nuovi scellerati insediamenti abitativi sotto l'inceneritore della Burgo a soli 500 metri dal centro cittadino, mentre una certa disponibilità è stata dimostrata nel portare avanti l'Agenda 21. Resta l'incubo petrolchimico che vede la procura impegnata nell'indagine sui tumori di origine industriale che hanno colpito i lavoratori e la popolazione residente nell'area industriale.
Dopo il tonfo (dal 3° al 10° posto) dello scorso anno, Bergamo (66,5%) torna sul podio, soprattutto grazie alla più adeguata compilazione dei questionari da parte dell'assessorato all'Ecologia. La situazione ambientale rimane sostanzialmente stabile, senza che ci sia dati alcun obiettivo audace. Il buco nero resta il traffico e le sue conseguenze evidenziate dagli indicatori in lento e costante peggioramento e dall'assenza totale di misure strutturali.
Il caso di Brescia (55,2%) è sintomatico di come il benessere economico (tra l'altro non equamente distribuito) non coincida necessAriamente con il benessere reale: sono proprio gli eccessivi consumi di materie prime (carburante, acqua, Energia elettrica) e la crescita nella produzione dei Rifiuti a gravare sulla performance ambientale della città.. Un modello di sviluppo che non funziona perché produce una crescita esponenziale del consumo delle risorse.
Con un 58,5% Varese si prende un appena sufficiente in pagella, pur partendo da condizioni naturali particolarmente vantaggiose, con il vicino fronte di boschi che purificano l'Aria. Sopra la media italiana il numero di auto circolanti: 64 auto ogni 100 abitanti (la media italiana è di 54,4) e ben magra la dotazione di zone a traffico limitato (0,13 mq/ab). Pessima la prestazione in termini di eco-compatibilità dell'apparato industriale della città prealpina, con una frequenza di aziende certificate ISO 14001 nettamente inferiore alle media italiana.
Pavia con il suo 65,1% è quinta in Italia, anche se c'è da dire che le aree pedonali e le zone a traffico limitato spesso non sono veramente tali: troppa libertà di ingresso al centro storico è stata concessa recentemente. Il successo di Pavia potrebbe presto diventare un ricordo, perché tutto intorno alla città sta per scatenarsi l'assalto: per l'Aria con le centrali di Energia elettrica a Casei Gerola, Sannazzaro e Voghera, per il traffico con il Centro commerciale di Borgarello e con l'autostrada Broni-Pavia-Mortara, per il territorio con le discariche e gli impianti di smaltimento rifiuti.

 


       Commentowww.legambiente.org



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