A rileggerlo ora, quel titolo “Dalle città al governo del paese” per una
“intervista pubblica” (condotta da Mario Silla, direttore di Cronaca) sul
palco della Festa dell’Unità poteva essere travisato. Ma Sergio Cofferati è
categorico: Bologna non è un “trampolino” verso qualcosa d’altro; vuole
fare - e se i cittadini bolognesi lo vorranno: “rifare” - il sindaco. Per
poi occuparsi di musica lirica per i successivi decenni della sua vita. Ora ne
ha 57, di anni. Sul “trampolino” devono salire i giovani. A questo punto
scatta l’applauso forse più caloroso di tutta la serata. L’età media del
pubblico si avvicina più alla cinquantina che alla trentina. Eppure… Ci piace
quest’uomo che non vuole vedersi imbalsamato sopra una “poltrona”.
E piace anche il sindaco con l’incrollabile fede nel dialogo, nel confronto
che è già rispetto perché è anche ascolto e il rispetto è il primo passo
verso la condivisione di un’idea, di un progetto. Il sindaco che non vuole
fare il “buono” a tutti costi, convinto com’è che la politica non sia la
carta assorbente di tutte le istanze ma che sia un mediare fra diversità e
operare delle scelte. E le scelte più poggiano su irrinunciabili valori, più
risultano credibili e, ancorché non condivisi, rispettati. Valori. Sopra tutti
- o primo tra pari - la legalità.
Cofferati sindaco racconta la vicenda che l’ha visto in un “ruolo”
capziosamente attribuitogli dai giornali, quello dello sceriffo. Ma quale
sceriffo… Succede - è successo - anche a Bologna: si ha costruito
abusivamente. Ordinanza di sgombero e di demolizione. Quel terreno andava
restituito al legittimo proprietario: la collettività. Chi dalla parte dell’illegalità
era già, non ha trovato risposta migliore che tentare di opporsi allo sgombero,
facendosi scudo con i bambini. Un atto ignobile - dice Cofferati, nulla
lasciando al pietismo. Una protezione sì, dalle istituzioni, verso i deboli
coinvolti nella vicenda: bambini, donne. Ma poi: applicare la legge. Prosegue:
difendere le occupazioni degli alloggi (“ma perché occupano sempre quelli
comunali e non quelli dei privati…?”) sarebbe più “di sinistra”? Non è
che si sviliscono così i valori fondanti della sinistra? Perché una cosa è
certa - afferma con determinazione - nel vuoto delle regole sono sempre i forti
a vincere. No, la legalità non può essere un “tema della destra”. La
legalità è cittadinanza per tutti.
Enzo Biagi, “concittadino”, non fa mancare i suoi consigli, a questa
nuova amministrazione di Bologna. Cofferati ce ne riferisce uno: quello di
rivitalizzare la memoria della città.
Memoria. Che si parli dell’Europa dei popoli - genti di queste terre o qui
appena giunte - o che si parli di città, ci viene incontro la Memoria. Da "rivitalizzare" affinché non ci perseguitino i suoi fantasmi.
M.T.