15 Settembre, 2002
Paolo Hendel - oltre il personaggio
A conclusione dello spettacolo: «Un saluto a tutti quanti lavorano negli stand, un saluto al sindaco Corada»
Pare fin troppo facile sparare una raffica di battute impertinenti su una
classe dirigente (per così dire: di governo) che ci fa compatire e/o vergognare
in Europa. Comici di varia natura si esercitano in questo tiro a bersaglio. La
distinzione tra comicità e satira puro sangue forse è strettamente
legata (anche) alla credibilità personale di chi sale sul palco o
fronteggia le telecamere. E la persona di Paolo Hendel voleva essere al
centro delle domande di Patrizio Pavesi - Radio 883 - per essere presentata al
pubblico giovane di una radio giovane. Ma Hendel non può che fermarsi un attimo
alla postazione della radio. Il tempo di dirsi dispiaciuto per il disguido
organizzativo e la conseguente mancanza di tempo per l’intervista. Magra
consolazione per gli ascoltatori, magra consolazione per Patrizio Pavesi ma
dobbiamo dire che in pochi minuti sulla persona di Paolo Hendel abbiamo
avuto più che le sue parole, abbiamo avuto la testimonianza dei fatti.
È possibile “fare spettacolo” tirando una raffica di divertenti “cattiverie”
sul governo, sul malcostume (pubblico e privato), sul patinato sorriso ebete
della pubblicità - intesa in senso stretto e lato - che vende saponette come
vende guerre preventive. È anche possibile che questo “spettacolo” fosse
testimonianza, una capacità di dare voce, di “trovare le parole”. Non
riecheggiando il chiacchiericcio da bar sul “governo ladro”, ma toccando
quel profondo senso del malessere da cittadino che noi comuni mortali riusciamo
spesso ad esprimere soltanto con parole che a noi stessi suonano come luoghi
comuni. Quando capiterà l’occasione, Patrizio Pavesi potrà raccontare ai
suoi giovani radioascoltatori di aver conosciuto un grande artista che finisce
lo spettacolo salutando i volontari della Festa che lavorano negli stand, che
saluta il sindaco - rappresentante della collettività.
Paolo Hendel è il primo ad accorgersi che la "cronista fai da te" di WelfareCremona e la sua macchinetta fotografica non lo seguono più - lui, il sindaco, il segretario Superti e altri - mentre si dirige verso qualche stand della Festa per rilassarsi, in compagnia, dopo lo spettacolo. Si accorge e si ferma per salutarmi. Lo dico a proposito della credibilità della persona, inseparabile dall'artista il quale sul palcoscenico è il più brillante "specchio delle brame" di un potere stupido e arrogante.
Pare fondato il sospetto che la migliore satira s’annidi “a sinistra”.
Forse perché la migliore satira è la sublime sintesi di rabbie e di speranze
di chi potere non ha. Una cosa, insomma, che ha più a che fare con la tragedia
greca che con il cabaret “d’uso e di consumo”.
M.T.
 
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