15 Settembre, 2002
Perché siamo antipatici?
La sinistra e il complesso dei migliori - Un libro di Luca Ricolfi
La sinistra e il complesso dei migliori
Luca Ricolfi
PERCHE' SIAMO ANTIPATICI?
€ 14.00 - pp. 208
In libreria dal: 08/09/2005
IL LIBRO
Caduto il muro di Berlino, chiusa
senza infamia e senza lode l'esperienza di governo dell'Ulivo,
esauritas la spinta propulsiva del berlusconismo, la sinistra si
prepara a tornare al governo del paese in condizioni radicalmente
mutate. I comunisti non fanno più paura a nessuno, ma in compenso la
sinistra nel suo insieme suscita un sentimento meno forte della paura,
e proprio per questo più insidioso: l'antipatia.
In questo libro Luca
Ricolfi analizza a fondo questo sentimento, mettendo a nudo quelle che
considera le grandi malattie della sinistra. Malattie del discorso,
innanzitutto, come le ipocrisie del politicamente corretto,
l'astrattezza delle formule, l'uso della dialettica contro le evidenze
dissonanti.
Ma anche una grande e tragica malattia dell'anima: la
credenza in una superiorità etica delle idee e delle persone di
sinistra. Il complesso dei migliori - una sindrome che affligge
innanzitutto i dirigenti e i militanti - li porta inesorabilmente a non
capire né la storia né la realtà dell'Italia, a disprezzare
l'elettorato di centrodestra, a credere di rappresentare «la parte
migliore del paese», la sua «ala sana».
Finora la sinistra non ha
pagato fino in fondo i limiti di questo modo di comunicare e di
atteggiarsi semplicemente perché c'era Berlusconi, e la sua mera
presenza bastava a unire le forze d'opposizione e a occultarne la
mancanza di idee e di coraggio. Ma ora che la risorsa Berlusconi sta
per esaurirsi, i nodi rischiano di venire al pettine, e il conto -
prima o poi - potrebbe rivelarsi salato. A meno che...
IL BRANO
"Personalmente credo che bisognerebbe guarire al più pre sto, ma al
tempo stesso penso che non sarà possibile.
Bisognerebbe guarire molto
in fretta, perché il «nemico» Berlusconi è l'unica vera risorsa della
sinistra, e Berlusconi non è eterno.
Dopo la sconfitta alle ultime
Regionali (aprile 2005) il suo carisma si è appannato, la sua
leadership si è indebolita, e il suo ruolo nel centrodestra appare
sempre meno centrale.
Ho l'impressione che i dirigenti dell'Unione non
si rendano pienamente conto di quanto il consenso elettorale della
sinistra sia legato allo spauracchio del Cavaliere, e di quanto lo
svantaggio elettorale del centrodestra sia una mera conseguenza dell
'handicap Berlusconi.
La sinistra non piace agli elettori, che la
trovano confusa e antipatica, ma viene presa ugualmente in
considerazione ai fini del voto perché una parte dell' elettorato
detesta Berlusconi come persona, e un'altra è delusa dalle opere di
Berlusconi, ossia dalla mancata o incompleta realizzazione delle sue
promesse.
Se Berlusconi uscisse del tutto di scena, e i dirigenti dell
'Unione conti nuassero a non trasmettere un'idea chiara di come
intendono cambiare l'Italia, il vantaggio elettorale che il
centrosinistra ha guadagnato negli ultimi anni potrebbe sciogliersi
come neve al sole."
L'AUTORE
Luca Ricolfi (Torino, 1950), sociologo,
insegna Analisi dei dati presso l'Università di Torino.
Dirige
l'Osservatorio del Nord Ovest e recentemente ha fondato Polena -
Rivista Italiana di Analisi Elettorale.
Fra i suoi ultimi libri: La
frattura etica. La ragionevole sconfitta della sinistra (Napoli,
L'Ancora del Mediterraneo, 2002) e Dossier Italia. A che punto è il
contratto con gli italiani (Bologna, Il Mulino, 2005).
 
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