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15 Settembre, 2002
Il valore delle opere di Massimo Negri
Il romanzo autobiografico di Raffaele La Capria L’estro quotidiano (ed. Mondadori). Premio Viareggio 2005

Il valore delle opere di Massimo Negri
Il romanzo autobiografico di Raffaele La Capria L’estro quotidiano (ed. Mondadori). Premio Viareggio 2005
Cari amici di Welfare Cremona, attratto dalla prosa piana, non piatta, ho letto il romanzo autobiografico di Raffaele La Capria
L’estro quotidiano (ed. Mondadori). Premio Viareggio 2005,  è un delicato viaggio della memoria
e una carezza a Napoli, la sua città, a Capri e a Roma, altri luoghi nei quali è trascorsa sinora la sua esistenza.  Il libro pare risentire poco delle ombre che, spesso, oscurano il capoluogo campano,
e il resto d’Italia. Miopia dell’autore? Non credo. Piuttosto, una sottile linea di resistenza.
Forse l’idea che alla letteratura competa, dopotutto, un ruolo di salvaguardia della armonia delle cose o, in difetto, della loro armonica descrizione.
C’è molta luce, nelle pagine del testo. La stessa luce del mattino salutato dalla terrazza della casa sul mare a Posillipo. O la stessa luce delle attese della vita, cui abbandonarsi con animo lieve e con un po’ d’ironia verso se stessi e verso gli altri; dopo averci  però informato, tra le righe, chetali virtù non sono un dato di natura ma, semmai, un obiettivo a cui tendere.

La Capria ha chiara la distinzione tra la vita mentre accade e la sua ricostruzione a posteriori.
Il passato non è prelevato bell’è fatto dall’archivio dei ricordi ma è, in una certa misura, reinventatodal narratore secondo una prospettiva fatalmente modificata dalla distanza temporale dai fatti.
Egli avrà cura di salvare l’essenziale senza rinunciare, tuttavia, a fornire la sua interpretazione.
Quando pensa ai giorni della sua giovinezza, lo scrittore vede davanti a sé “un continuum dove le tappe che stabiliscono le differenze non sono facili da identificare”. Così, ad esempio, nel 1939,
“l’annuncio della seconda guerra mondiale non sembra più importante delle vicissitudini di un amore infelice o di quel senso di libertà che si prova alla fine della vita scolastica dopo la licenza liceale”. Solo più tardi subentra la consapevolezza. Nel 1943, con la chiamata alle armi, riconosce che la Storia è entrata nella sua vita, scuotendola.
Il romanzo richiama, di tanto in tanto, i classici ed è un giusto mix di vicende private e pubbliche,
in ottant’anni di storia patria. Accanto ai teneri ritratti dei genitori, del fratello, delle due figlie e dei tre nipotini, del cane Guappo e del gatto Poldo, vi sono gli amici Kiki e Giovanni e, tra le altre figure-protagoniste, Ernesto Rossi, zio della prima moglie e firma de Il Mondo, elogiato per il suo humour e il suo pragmatismo, e Ilaria Occhini, bel viso d’attrice e seconda sua sposa, con la quale andare, a bordo di una spider grigia, incontro all’avvenire. Acqua passata.

Per lo scopo di questa lettera mi soffermo ora su un passaggio nel quale La Capria annota che nelle sue Opere (i Meridiani ed. Mondadori) “c’è un raccontino di Fiori giapponesi intitolato Un dialogo immaginario, dove Kafka rimprovera Max Brod perché l’amico non ha distrutto la sua opera dopo la sua morte come lui aveva ordinato. Io – dice Kafka – volevo che fosse distrutta perché volevo che nulla di me sopravvivesse, nulla di quel che io ero. E Brod gli risponde: non preoccuparti, anche se la tua opera ti sopravvive, niente di te, di quel che tu eri mentre la scrivevi, più rimane. Quello è ormai a tutti indifferente. E Kafka: indifferente al pari di una pentola o di un tegame? Proprio così, risponde Brod.”
Se tale forma di sopravvivenza delle opere (ma non degli autori in quanto tali) è riservata a pochi,
mi piace pensare, per associazione di idee, ai beni economici (le teiere, gli aeroplani), ai beni sociali (le scuole, gli ospedali) e ai beni politici (le libertà, la democrazia) come risultato della sedimentazione, nel tempo, del contributo di molti. L’anonimato non diminuisce il valore dei singoli apporti. Una forma, non meno nobile, di sopravvivenza delle opere.

Cordiali saluti
Massimo Negri – Casalmaggiore (CR)

 


       



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