15 Settembre, 2002
Referendum del 25 giugno
«La posizione dei Radicali di Sinistra è molto netta: votare NO»
Sul Referendum del 25 giugno la posizione dei Radicali di Sinistra è molto
netta: votare NO per cancellare le gravissime modifiche della Costituzione,
approvate dal Parlamento a colpi di maggioranza e per evitare un compromesso di
basso profilo tra Centrosinistra e Centrodestra che, nel caso producesse esiti,
rappresenterebbe un ulteriore passo verso l'indebolimento del Parlamento, un
rafforzamento dei poteri del Governo e il consolidamento di quel federalismo
centralista già introdotto con la riforma del Centrosinistra nel 2001 e
rafforzato in questa ulteriore riforma del Centrodestra con la "devolution".
Il nostro NO è quindi doppio
Il primo è per salvare la Costituzione Antifascista, nata dalla Resistenza:
mantenerne l'equilibrio tra la prima e la seconda parte; tra l'espressione piena
nella qualità dei diritti civili, sociali, politici e la forma democratica ed
unitaria della nostra Repubblica, all'interno di un disegno di integrazione
europea.
Il secondo è per salvare la Carta costituzionale, in generale, perché essa non
diventi terreno di alchimie e di opportunismi di una classe politica priva di
progetto politico e ideale. Rispetto a una pessima riforma, meglio mantenere
l'attuale Costituzione.
Salviamo la Costituzione, salviamo il nostro futuro
Trattandosi di referendum confermativo, non è previsto alcun "quorum" nella
percentuale dei votanti: potrebbero bastare pochi voti per privarci dei valori
di convivenza civile scritti nella Costituzione e per dare a chi intende
dividere il Paese e diminuire la qualità della nostra democrazia l'occasione per
introdurre gravi elementi di distorsione nell'equilibrio della vita politica,
economica, sociale del Paese.
La controriforma costituzionale divide il Paese e i cittadini
La portata delle modifiche costituzionali intacca anche i Principi fondamentali
e la Parte I della Costituzione, relativa ai rapporti sociali e i rapporti
politici.
Tali modifiche infatti:
- trasformano i diritti universali di cittadinanza (come salute, istruzione,
sicurezza) da inviolabili e indivisibili a merci e servizi gestiti a seconda
della volontà dei governi regionali e di quello centrale;
- assegnano alcune nuove potestà agli Enti Locali ma, contemporaneamente,
ripropongono un nuovo centralismo, senza superare il bicameralismo paritario
reso, anzi, ancora più farraginoso nei meccanismi di rapporto tra i due rami del
Parlamento;
- eliminano quegli elementi di solidarietà e coesione nel rapporto tra cittadini
e territori, alla base di qualunque democrazia moderna, anche federale;
- introducono un nuovo e forte "premierato", ponendolo al contempo in condizione
di ricattare l'intero Parlamento;
- dissolvono, nei fatti, il ruolo di garanzia democratica della Corte
Costituzionale.
Questa Costituzione va applicata non stravolta
La nostra Costituzione, che ci accompagna dal 1948, per i princìpi e valori in
essa contenuti, è la sintesi della pluralità di culture e opinioni politiche
esistente nel momento storico in cui è stata progettata, del modo in cui sono
venuti a comporsi i rapporti tra le varie istanze della società italiana, i
principi della democrazia e della coesione nazionale, su cui si basa, sono
destinati a rimanere validi nel tempo.
Per queste ragioni, il nostro impegno per il NO è valido per il presente e per
il futuro per dire basta al procedimento congiunturale di revisione, adottato
anche dal Centrosinistra sia in occasione del fallimento della Bicamerale (1997)
sia della modifica del titolo V della Parte II (2001).
Chiediamo rispetto per la Costituzione che non è una legge ordinaria, è una
legge superiore e come tale va trattata: non vorremmo vedere all'orizzonte
un'altra bicamerale, oppure una Assemblea Costituente composta dello stesso ceto
politico.
Con la stessa forza e la stessa convinzione, chiediamo ai cittadini di fare la
loro parte con il loro NO al Referendum del 25 giugno affinché venga mantenuta
la Costituzione e quei valori che fino ad oggi ci hanno consentito di crescere
come singoli e comunità civile.
Giacomo Bazzani
Responsabile Comunicazione Radicali di Sinistra Lombardia
 
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