15 Settembre, 2002
«L'Altro Israele. Io, Refusnik»
Omri Evron ospite dell'Arci nell'ambito della campagna «Israele e Palestina, Due Popoli Due Stati»
Appuntamento di grande interesse lunedì 26 e martedì 27 febbraio a Cremona:
Sarà ospite della nostra città Omri Evron, cittadino israeliano "refusnik",
ovvero obiettore di coscienza e attivista del movimento dei giovani pacifisti
israeliani che rifiutano di fare il servizio militare nei territori palestinesi
occupati.
”Rifiuto di uccidere! Rifiuto di opprimere! Rifiuto di occupare! Dichiaro la mia
lealtà alla pace e Rifiuto di servire la guerra e l'occupazione.": con questa
dichiarazione scritta al Ministro della Difesa dello Stato di Israle Omri Evron
ha annunciato la sua scelta di pace.
Omri, che ha appena scontato il carcere militare con un periodo in isolamento,
sarà a Cremona ospite dell'Arci nell'ambito della campagna "Israele e Palestina,
Due Popoli Due Stati - Pace e Giustizia in Medioriente".
Continua così - dopo le delegazioni di giovani palestinesi, bosniaci e iracheni
- l'impegno di "diplomazia dal basso" dell'Arci cremonese, con la costruzione di
reti di amicizia e solidarietà della società civile democratica del
Mediterraneo.
Nella "due-giorni" cremonese, Omri incontrerà gruppi di studenti e giovani
attivisti di organizzazioni sociali e reti di movimento, dirigenti sindacali e
di forze politiche, rappresentanti di enti locali.
L'appuntamento centrale con la cittadinanza cremonese sarà "L'Altro Israele. Io,
Refusnik" e si terrà nella serata di Lunedì 26, alle ore 21 presso il Centro
Sociale Culturale Arci "Luogocomune" di Via Speciano, secondo il seguente
programma:
- breve storia del conflitto israelo-palestinese
- l'esperienza personale di rifiuto
- la rete pacifista "Shministim"
- proiezione video della manifestazione di attivisti pacifisti israeliani a Bil'in
nel corso della serata, verranno raccolti fondi per "Ta'ayush", organizzazione
pacifista interetnica di attivisti israeliani e palestinesi
*
Palestina e Israele, due Popoli due Stati
PACE E GIUSTIZIA IN MEDIORIENTE
"Rifiuto di uccidere! Rifiuto di opprimere! Rifiuto di occupare! Dichiaro la mia
lealtà alla pace
e Rifiuto di servire la guerra e l'occupazione."
L'ALTRO ISRAELE
Lunedì 26 Febbraio ore 21
"Luogocomune" Centro Sociale Culturale Arci (Via Cesare Speciano, 4 Cremona)
"Io, Refusnik"
INCONTRO CON OMRI EVRON "REFUSNIK"
OBIETTORE DI COSCIENZA ISRAELIANO
Dichiarazione di Rifiuto di Omri Evron
Tel Aviv, 12 Ottobre 2006
Io, Omri Evron, rifiuto di servire nell'esercito perché intendo restare fedele
ai principi morali in cui credo.
Il mio rifiuto di arruolarmi è un atto di protesta contro l'occupazione militare
protratta del popolo palestinese, un'occupazione che approfondisce e fortifica
l'odio e il terrore fra i popoli.
Mi oppongo alla partecipazione alla guerra crudele per il controllo dei
territori occupati, una guerra condotta per proteggere le colonie israeliane e
per mantenere l'ideologia della "Grande Israele".
Rifiuto di servire un'ideologia che non riconosce il diritto di tutte le nazioni
all'indipendenza e alla coesistenza pacifica.
Non sono preparato a contribuire in alcun modo all'oppressione sistematica di
una popolazione civile e alla privazione dei suoi diritti, così come essa viene
effettuata dal regime dell'apartheid e dalle truppe israeliane nei territori
occupati. Sono sdegnato per l'incarcerazione di milioni di persone dietro muri e
checkpoint, e per la fame che ne consegue. Mi rifiuto di arruolarmi perché non
credo che la violenza sia una soluzione e che la guerra porti la pace.
Mi rifiuto di servire le industrie degli armamenti, le aziende globali, gli
avidi appaltatori, i predicatori di razzismo e i cinici leader la cui
attività è volta all'incremento della sofferenza, e che deprivano le persone dei
loro diritti umani basilari.
Il mio rifiuto serva a portare l'attenzione sul fatto che non tutti sono pronti
a farsi indottrinare e cooptare per cause nazionaliste e razziste.
Con questo atto voglio esprimere la mia solidarietà con tutti i prigionieri per
la libertà in tutto il mondo.
Mi rifiuto di credere alle bugie diffuse allo scopo di indurre divisioni e
antagonismi fra i lavoratori delle due parti così che essi non possano allearsi
nella lotta per i loro diritti.
Vorrei che il mio rifiuto sia un messaggio di pace e di solidarietà e un appello
a coloro che uccidono e sono pronti a farsi uccidere per interessi che non sono
i loro, a deporre le armi e a unirsi nella lotta per un mondo più giusto.
Sebbene sia conscio che questo atto costituisce una violazione delle leggi
israeliane, mi sento tenuto a mantenere i miei valori democratici, umanistici ed
egualitari.
Il dominio militare di milioni di Palestinesi non è democratico.
È mio dovere oppormi a qualunque legge che renda possibile privare altri dei
loro diritti e della libertà, o trattarli con tale violenza da negare la loro
umanità fondamentale.
Rifiuto di uccidere! Rifiuto di opprimere! Rifiuto di occupare!
Dichiaro la mia lealtà alla pace e rifiuto di servire la guerra e l'occupazione!
Omri Evron
*
Chi sono i "refusniks"
Israele non riconosce il diritto all'obiezione di coscienza e non prevede
servizio civile alternativo. Coloro che rifiutano di arruolarsi sono comunque
convocati e inquadrati nell'esercito e subiscono le regole militari. Sono di
solito processati per il rifiuto di un ordine militare e quando escono ricevono
un nuovo ordine e così via. Rischiano, dunque, in teoria, una sentenza severa
(formalmente fino all'età di 45 anni) o sono umiliati e riformati in quanto
mentalmente disabili. Tutti coloro che rifiutano il servizio militare per
ragioni politiche sono chiamati "rifusniks". Sembra che l'esercito cerchi
di non arruolarne più di uno alla volta, perché così i rifusniks cedono prima.
Di solito, l'esercito cerca di evitare il confronto con gli obiettori e li
dichiara "inadatti", tramite una commissione militare. Solo quelli che insistono
sul diritto di essere riconosciuti come obiettori di coscienza, perché non
vogliono partecipare all'occupazione militare, sono processati. Mentre stanno in
carcere sono sostenuti all'esterno dai movimenti, poi continuano la lotta
pacifista
contro l'occupazione.
Da 40 anni l'esercito israeliano è coinvolto in repressioni, in "guerre sporche"
contro la popolazione palestinese. La difficile esperienza che subiscono i
soldati nell'affrontare la popolazione civile provoca un "rifiuto
differenziale": un movimento di "soldati contro il silenzio" che denuncia i
crimini di guerra di cui i soldati riservisti sono stati testimoni; a gennaio
2002, 650 ufficiali hanno deciso di rifiutare di servire nei territori occupati;
nel settembre del 2003, 27 piloti hanno rifiutato di eseguire un ordine illegale
e immorale.
Raya Cohen
Docente israeliana di Storia Ebraica Contemporanea
Università Federico II di Napoli
*
sosteniamo l'atto di ribellione nonviolenta e di coraggio civile dei refusniks
la simpatia che l'Europa può portare nei loro confronti è molto importante, dato
che si tratta innanzitutto di resistenza difficile dal punto di vista
psicologico e sociale, e non tanto fisica. L'isolamento di tutti quelli che
protestano fa sì che alla fine anch'essi cedano e si chiudano nel proprio mondo
personale, sfuggendo all'impegno politico.
inviamo messaggi di solidarietà con i refusnik:
- al Ministro della difesa Amir Peretz
e-mail: sar@mod.gov.il
fax: 00 972 3 696 27 57 - 00 972 3 691 69 40
37 Kaplan St.Tel Aviv 61909, Israel
- all'Ambasciata di Israele in Italia
e-mail: amb-sec@roma.mfa.gov.il
fax 06 36198555
per altre informazioni,
tra i siti di refusniks segnaliamo:
www.yeshgvul.org
www.newprofile.org/
 
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