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15 Settembre, 2002
BASTA, MA BASTA DAVVERO!
Torino, incendio in acciaieria - Muore l'operaio Antonio Schiavone, 36 anni, due figli - Morto anche Roberto Scola, 32 anni, due figli - Guarda il Sacrario dei Caduti sul Lavoro

L'Unità - venerdì 7 dicembre 2007

Seconda vittima nel tragico incidente sul lavoro accaduto mercoledì notte all'acciaieria ThyssenKrupp di Torino. Uno dei sei feriti gravi, Roberto Scola, 32 anni, è morto questa mattina, poco prima delle sette, all'ospedale Cto di Torino dove era stato ricoverato con il 95% di ustioni su tutto il corpo. Restano gravi le condizioni degli altri cinque compagni di lavoro, con ustioni fra il 60 e il 90%, ricoverati in altri ospedali.

Mercoledì notte, appena scoppiato l'incendio, era morto Antonio Schiavone, 36 anni.

Roberto Scola aveva due figli. Quando era arrivato al pronto soccorso del Cto era cosciente e terrorizzato all'idea di non rivedere più i suoi bimbi. Fin dall'inizio, tuttavia, le sue condizioni erano state definite disperate: solo le piante dei piedi non erano bruciate.

Antonio Bocuzzi, un suo collega di lavoro, aveva raccontato di averlo visto, torcia umana, correre e urlare fuori dalla fabbrica.

La prima terapia possibile era reidratarlo: i medici hanno fatto flebo da 1600 cc di soluzione acqua e sale ogni ora. Non respirava, ma un ventilatore gli muoveva i polmoni che hanno respirato fumo in grandi quantità. Sul corpo non aveva fratture. Alle 6,45 è stato dichiarato morto.

Lutto cittadino lunedì a Torino durante lo sciopero e la manifestazione per l'incendio alla Thyssen Krupp. Al lutto partecipa anche l'Ascom torinese che oltre esprimere cordoglio ai famigliari della vittima, invita i commercianti torinesi a spegnere le luci e abbassare le serrande dei negozi per cinque minuti, a partire dalle ore 10, in concomitanza con la manifestazione indetta dai sindacati.

Lunedì sera inoltre, come annunciato dal vicesindaco e assessore comunale Tom Dealessandri, per esprimere il cordoglio di Torino non verranno accese le luci d'Artista che in questo periodo prenatalizio rallegrano il capoluogo piemontese.

Il pool che fa capo al procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ha già ascoltato alcuni testi sull'incendio. Sono stati ascoltati alcuni operai che sono scampati al rogo. Sarebbe emerso un «contesto di approssimazione» su alcune misure di sicurezza. In particolare la presenza nel reparto di estintori scarichi e il non funzionamento di un telefono di emergenza, che ha costretto un operaio a prendere una bicicletta per andare a chiedere aiuto ad altri compagni di lavoro.

È anche emerso che c' era una sorta di abitudine a cercare di rimediare da sè ai piccoli inconvenienti senza fare intervenire le squadre di manutenzione. I magistrati vogliono ora capire perchè si fosse instaurata questa prassi e se ciò accadesse per carenze organizzative anche come conseguenza del fatto che la società stava dismettendo l' impianto. Per quanto riguarda le cause del rogo, sembra confermato che tutto sia nato per la rottura di un tubo in cui passa olio idraulico.

Nei confronti dei dirigenti della multinazionale tedesca ThyssenKrupp inoltre pende un procedimento penale al Tribunale di Torino per l' incendio che nel marzo del 2002 devastò una parte dello stabilimento di Torino della Acciai Speciali Terni, lo stesso dove mercoledì notte è morto un operaio ed altri nove sono rimasti feriti. Dopo la sentenza di primo grado, con tre condanne e due patteggiamenti nel maggio del 2004, il procedimento è infatti fermo in Corte d'Appello dal 2005 in attesa che venga definito il dibattimento di secondo grado. Il rischio, sostengono in Procura, è che i reati possano andare in prescrizione.

La pena più elevata, otto mesi di carcere, fu inflitta a Giovanni Vespasiani, presidente del comitato esecutivo; le altre condanne, di entità inferiore, riguardarono altri quattro dirigenti. La sentenza era stata emessa dalla gup Immacolata Iadeluca al termine di un rito abbreviato. L'accusa in aula era stata sostenuta dal pm Francesca Traverso, mentre le indagini furono coordinate dal procuratore Raffaele Guariniello. Il rogo si scatenò nel reparto di laminazione la mattina del 24 marzo. Per domarlo i vigili del fuoco dovettero lavorare oltre quaranta ore, «sparando» 20 mila litri di schiuma e 50 mila litri di azoto liquido. Il pm affermò che alla «Terni» non furono prese adeguate misure precauzionali. Durante le indagini fu anche vagliata la condotta del presidente del consiglio di amministrazione della Thissenkrupp, Helmut Adris, contro il quale, però non si è proceduto.

«Troppe morti sono dovute a processi industriali vetusti o inadeguati». Lo sostiene Angelo Venuti, segretario regionale Cisl-Vigili del Fuoco del Piemonte, che in seguito all'incidente della ThyssenKrupp punta l'indice contro «i risparmi sulle opere provvisionali e sulle misure di prevenzione, la mancata formazione sulle misure di prevenzione del rischio e gestione della sicurezza, e il carente addestramento alle misure di gestione dell'emergenza». «Siamo stanchi - scrive Venuti in una nota - di assistere ad incidenti, spesso mortali, che potevano essere evitati 'perdendò cinque minuti o spendendo qualche soldo in più per la manutenzione o ascoltando la segnalazione dei lavoratori. Serve più rispetto - conclude - per la vita umana e più dignità per il lavoro».

*****

L'Unità - Mercoledì 5 dicembre 2007

Uno degli intossicati: "Ho visto l'inferno. Antonio era avvolto nelle fiamme e gridava: Aiutatemi, muoio" - Fim, Fiom e Uilm proclamano sciopero dei lavoratori metalmeccanici per lunedì prossimo da www.repubblica.it

TORINO - Fiamme nell'acciaierie della ThyssenKrupp, a Torino. Un operaio è morto ed altri sei sono in fin di vita. Li ha investiti l'incendio provocato dalla fuoriuscita dell'olio bollente che serve per raffreddare i laminati. Già quattro fa aveva preso fuoco una vasca d'olio e le fiamme erano state domate solo dopo alcuni giorni. In quell'occasione, però, non vi erano stati feriti. Stamane all'alba, invece, il bilancio è stato ben più drammatico: è morto Antonio Schiavone, 36 anni, di Envie nel Cuneese, sposato e padre di due figli. Versano in condizioni disperate Bruno Santino e Giuseppe De Masi, entrambi di 26 anni, ricoverati con i corpi quasi completamente coperti da ustioni. Grave anche Angelo Laurino, 34 anni, in rianimazione all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Prognosi riservata per Rocco Marzo, 54 anni, ustionato per l'80% del corpo, e per altri due colleghi di cui uno di 26 anni, mentre due lavoratori intervenuti in un soccorso ai compagni feriti, sono stati ustionati, fortunatamente in modo più lieve e lamentano segni di una leggera intossicazione dai fumi. Maurizio Boccuzzi, infine, ha riportato ustioni leggere ad una mano e al volto.

"Ho visto l'inferno", ricorda Giovanni Pignalosa, delegato della Fiom, uno degli operai rimasti intossicati dal fumo dell'incendio. "Antonio era avvolto nelle fiamme e gridava: Aiutatemi, muoio. Ma era impossibile avvicinarsi".

L'incendio è scoppiato all'una e mezza di notte nella linea 5, adibita al trattamento termico dei prodotti di laminazione. Pare che sia traboccato l'olio bollente usato per temperare i laminati. Gli operai hanno cercato in un primo momento di spegnere le fiamme con estintori e una manichetta dell'acqua. L'acqua però, a contatto con l'idrogeno liquido e l'olio refrigerante, pare abbia provocato una fiammata che ha investito gli operai. Quando sono arrivati i vigili del fuoco con decine di squadre, il reparto era competamente distrutto.

Secondo i sindacati , alcuni dei lavoratori coinvolti nell'incidente, erano al lavoro da 12 ore consecutive: avevano già accumulato 4 ore di strordinario. La ThyssenKrupp aveva deciso a luglio di chiudere la fabbrica torinese e di concentrare tutta l'attività produttiva nello stabilimento di Terni, ma ancora nello stabilimento in via regina Margherita sono al lavoro circa 200 dipendenti. Proprio in questo periodo la linea 5 aveva avuto un'intensificazione del ritmo di lavoro e l'azienda aveva deciso di mantenerla attiva fino a giugno.

Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero dei lavoratori metalmeccanici per lunedì prossimo con una manifestazione che si concluderà davanti alla Prefettura. "Chiediamo che si passi dalle parole ai fatti. Non basta la compassione, bisogna che si fermino gli incidenti e i morti sul lavoro", ha detto il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo a nome dei tre sindacati. Domani mattina, i rappresentanti sindacali incontreranno i vertici dell'Unione industriale di Torino.

"Confido che il lavoro della magistratura possa portare presto a determinare le cause della tragedia", ha detto il sindaco di Torino Sergio Chiamparino. "Ancora una volta un grave incidente conferma purtroppo che il problema della sicurezza sul lavoro, così come autorevolmente affermato dal presidente Napolitano, rappresenta una vera priorità nazionale".

 


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