15 Settembre, 2002
Cremona in Poesia - edizione 2008
Il programma Domenica 8 giugno, ultima giornata del festival - Ricordo di Rossella Ferraris, incontro con Franco Buffoni e con Iolanda Insana - Grande chiusura con Misia e Lisboariun, poeti e musica di Lisbona.
Genesi e Metamorfosi Termini antitetici e complementari.
Creazione ed elaborazione. Nascita ed evoluzione. Rottura e germe che si
diffonde e muta. Nel tempo e nello spazio. Nelle lingue e nella stessa lingua.
Nei linguaggi e nelle forme. Dentro e fuori il poeta, che genera e osserva,
soggetto e nel contempo oggetto di questi processi. Mutazione. Migrazione
del pensiero e della lingua che gli dà forma.
Sono i temi su cui si confronteranno gli ospiti della seconda edizione di
Cremonainpoesia. Scrittori, poeti, critici. Ma anche artisti, musicisti, attori
e cantanti
L'ingresso è libero
Siete i benvenuti
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DOMENICA 8 giugno
h 10,30 Loggia dei Militi
Ricordando Rossella
Reading di poesie di Rossella Ferraris, poetessa cremonese che ci ha appena lasciati. A cura di Mario Feraboli e Rosalinda Grazioli Busseti
h 11.30 Loggia dei Militi
Prove di metamorfosi. Le metamorfosi nel Novecento.
Terza e conclusiva tappa. D'Annunzio e Kafka
h 15.30 Loggia dei Militi
Letture a cura del Circolo Poetico Correnti
Dieci poeti selezionati e invitati dal circolo poetico Correnti di Crema
h 16.00 Cortile Museo Civico Ala Ponzone
Noi e loro. Incontro con Franco Buffoni
Buffoni è un poeta che ha fatto esperienza di tutti gli aspetti della poesia, conoscendola dal punto di vista della traduzione, della produzione diretta e della critica/teoria letteraria. Ma Franco Buffoni è anche una personalità complessa e sfaccettata di scrittore e intellettuale, nel quale la riflessione autobiografica si salda con l’impegno civile e la critica culturale e sociale (senza sfociare mai però, sul piano poetico, nella retorica o nella scrittura “a tesi”). A Cremona presenterà e leggerà brani tratti dalla sua ultima raccolta di poesie “Noi e loro” (Donzelli 2008).
Franco Buffoni (Gallarate, 1948) è un poeta, traduttore e docente universitario di letteratura. Dal 1989 è direttore della rivista sulla teoria e pratica della traduzione poetica Testo a Fronte. È professore ordinario di Critica Letteraria e Letterature Comparate presso l'Università degli studi di Cassino. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie. Le sue opere sono state incluse in varie antologie di poesia italiana contemporanea. Adidas. Poesie scelte (1975-1990) (1993); Suora carmelitana e altri racconti in versi (1997); Il profilo del rosa (1999); Lager (2004); Guerra (2005). Recentemente ha pubblicato il saggio in forma di dialogo Più luce, padre (Sossella 2007) e un saggio sulla poesia di W. H. Auden.
h 17.00 Cortile Museo Civico Ala Ponzone
Incontro con Iolanda Insana (nella foto)
"Jolanda Insana, secondo alcuni dei sempre più numerosi ed entusiasti interpreti, è figlia di Talento e di Disciplina. Secondo altri, è nata dalle nozze del giovane Corpo (cuore, con aritmie, e sesso, un'ossessione) con la matura Parola (esperta in misture di aulico e di osceno). A sentire altri, le dettero i natali Linguaggio (venuto dalla Spagna barocca e ultraista) e Psiche (sempre alla ricerca spasmodica di non fuggevole Amore). E c'è chi indica come suoi genitori il Vocabolario (dagli arcaismi dialettali ai neologismi di produzione propria) e la Sicilia (a partire dallo Stretto di Messina, in cui sproloquia di vita, d'amore e di morte la notturna Ciccina Circe). Nacque Poesia, che impavida e sfrontata crebbe dagli strazianti iniziali frammenti lirici (versi roventi sulla punta della lingua, picchi di strofe che si isolano come scoglio: rosicchia rosicchia / qualche osso resterà) fino a poemetti che la sanno lunga e la raccontano con idee-ictus, voce incrinata, fegato iroso e sprezzante. Tragedia e commedia greca ma fatta a pezzi, teatro popolare e proverbiale da recitare con urlo, quando la finzione tocca il nervo. "Sono dolce e divento amara." Dall'isola al continente: dove la madre lingua fa da chioccia ai dialetti, sempre fecondi e nutrienti. "Una parola morta gratta carta?" Jolanda Insana con graffianti parole incide figure di destino indelebile. L'inchiostro è lì lì per sanguinare: umori, e umorismo, "Lingua mi desti e lingua t'affettai"." (Walter Pedullà)
Jolanda Insana è nata a Messina nel 1937 e vive a Roma. Le sue poesie sono raccolte in Sciarra amara (1977), Fendenti fonici (1982), Il collettame (1985), La clausura (1987), Medicina carnale (1994), L’occhio dormiente (1997). Ha tradotto Poesie di Saffo (1985), Per diritto di memoria di Aleksandr Tvardovskij (1989), Carmina Priapea (1991), De amore di Andrea Cappellano (1992), e per il teatro La passione di Cleopatra di Ahmad Shawqi (1989) e La Casina di Plauto (1991). Di recente uscita è la raccolta completa delle poesie di Jolanda Insana: Tutte le poesie (1977 - 2006), Milano, Garzanti 2007.
h. 17.00 Loggia dei Militi
Fabio Turchetti e Beppe Arena. Simon Mago. Azione Sacra. Lettura scenica dell'opera di Don Luisito Bianchi
Luisito Bianchi è nato a Vescovato in provincia di Cremona, ed è sacerdote dal 1950. E stato insegnante e traduttore, prete-operaio e inserviente d'ospedale. Attualmente svolge funzione di cappellano presso il monastero benedettino di Viboldone (Milano).
Ha pubblicato: Salariati (Ora Sesta, Roma 1968); Come un atomo sulla bilancia (Morcelliana, Brescia 1972, riediz. Sironi, Milano 2005); Dialogo sulla gratuità (Morcelliana, Brescia 1975, riediz. Gribaudi, Milano 2004), Gratuità tra cronaca e storia (1982). Dittico vescovatino (2001), Sfilacciature di fabbrica (1970, riediz. 2002), Simon Mago (2002), La Messa dell'uomo disarmato (1989, riediz. Sironi, Milano 2003); Monologo partigiano sulla Gratuità (Il Poligrafo, Padova 2004); diverse raccolte di poesie tra cui Vicus Boldonis terra di marcite (1993) e Sulla decima sillaba l'accento, In terra partigiana, Parola tu profumi stamattina, Forse un'aia.
h 18.00 Cortile Museo Civico Ala Ponzone
Incontro con Andrea Raos (conversazione sul libro Le api migratori, Oèdipus 2007)
Una vicenda di metamorfosi, o meglio di “mutazione” animale, soggetto perfetto per un film catastrofista o per una leggenda metropolitana, diventa invece qui materia di un sorprendente poemetto che, riallacciandosi all’antica tradizione della letteratura sulle api – eterno referente di metafore sociali, prima e dopo Mandeville – si dispiega in un’epica esplorazione della dimensione di sciame. Dimensione antiantropomorfica, in cui la divisione sessuale ad esempio non è ancora avvenuta; ma un clinamen, o disguido, porta due elementi a operare un distacco dal gruppo… Api-parole sciamano su una pagina straordinariamente sensibile ai valori grafici, iscrivendosi al contempo in una dizione di frantumata musicalità.
Andrea Raos è nato nel 1968. Ha pubblicato Discendere il fiume calmo, nel Quinto quaderno italiano (Crocetti, 1996, a c. di Franco Buffoni), Aspettami, dice. Poesie 1992-2002 (Pieraldo, 2003) e Luna velata (Marsiglia, cipM – les comptoirs de la nouvelle b.s., 2003). In uscita Lettere nere. un’autografia, per le edizioni Effigie; e Le api migratori, per Oèdipus – Collana Liquid. è presente nel volume Àkusma. forme della poesia contemporanea (Metauro, 2000). Ha curato l’antologia Chijô no utagoe – Il coro contemporaneo (Tokyo, Shichôsha, 2001). Con Andrea Inglese ha curato le antologie Azioni poetiche. Nouveaux poètes italiens, in «Action poétique», (sett. 2004); e Le macchine liriche. Sei poeti francesi della contemporaneità,
in «Nuovi argomenti» (ott.-dic. 2005). Sue poesie sono apparse in traduzione francese sulle riviste «Le cahier du réfuge» (2002), «If» (2003), «Action poétique» (2005) e «Exit» (2005); e in traduzione inglese sul sito poetryinternational.org. partecipa ai progetti àkusma e nazioneindiana.com.
h 18.00 Loggia dei Militi
Letture a cura del Circolo Poetico Correnti
Altri dieci poeti selezionati dal circolo poetico Correnti di Crema
h 18.00 Bar Soldi Via Giuseppina 153
Sotto il cielo Sopra la terra. Libera lettura poetica
h. 21.00 Piazza Stradivari
Misia. Lisboarium
Lisbona e i suoi poeti, la sua musica, la sua immaginazione…
Il destino di Lisbona, come quello di Parigi e Buenos Aires, deve essere cantato dai poeti. Lisboarium è un viaggio musicale e poetico attraverso Lisbona e la sua tradizione fadista. Misia presenta al pubblico i poeti contemporanei cui ha chiesto di comporre testi sulle musiche tradizionali del fado: Vasco Graça Moura, Lidia Jorge, Màrio Clàudio, José Saramago, Agostina Bessa- Lùis, Paulo José Miranda, José Luis Peixoto. La poesia di Fernando Pessoa è presentata attraverso tre poesie già registrate da Misia: Dança De Màgoas (Danza di dolore), Par Rêve (Attraverso il sogno), Orfao de um Sonho Suspenso (Orfano di un sogno sospeso). In occasione di questo recital, Misia usa anche altri testi di Pessoa su musiche di fado.
Misia sfugge alle parole di una biografia così come sfugge alla prigione di un genere musicale. Va molto al di là della propria città natale, ben oltre le frontiere di un paese… Misia è nata a Porto e ora vive a Lisbona, anche se ha ancora legami (e parrucchieri) a Parigi, Tokyo e in Messico. Misia è sul palcoscenico da quando era bambina: “Ero attaccata al vestito di mia nonna come una spilla.” “Una stella frivola”, la nonna le voleva risparmiare notti insonni, stanze d’hotel fredde, fanatismo e solitudine.
Come fanno la madre e la nonna, di Barcellona, a finire a Porto? È una storia d’amore controcorrente… La madre di Misia, Luisa, rara bellezza completamente devota alla propria passione, la danza classica, si innamora del giovane portoghese dagli occhi azzurri che la guarda danzare al Maxime di Lisbona, affascinato dal costume spagnolo e dalle gambe scattanti di lei… e la sposa. Si stabiliscono nell’aristocratica Porto, dove Misia nasce col nome di Susana Maria. È allevata come una bimba modello, ma, quando può, fugge, rifugiandosi tra le braccia della nonna e nei suoi racconti di un passato bohémien.
Così ha inizio il risveglio dei sensi di Misia, il richiamo delle luci della ribalta e dei palcoscenici, il sogno di un cavaliere che la possa salvare dalle fauci del mostro, una creatura terribile nata dalle sue paure. Dopo il divorzio dei genitori, la madre è molto assente, presa dalla danza e dalla sua carriera. Così Misia comincia a dedicarsi ai libri proibiti, vestita di vecchi abiti di scena, rapita dai suoni e dalle parole del fado che le arriva dalle finestre aperte sulla strada.
Il coraggio e il rigore di Misia, la sua stravaganza, si possono capire solo attraverso la madre e la nonna, la prima e seconda formica, come Misia le vede e si vede: tre formiche operaie, una dietro l’altra, alla ricerca perpetua dell’Assoluto, in arte e in amore. Misia e la sua linea di donne libere, che osano al di là delle convenzioni, al di là delle costrizioni dei generi musicali e al di là delle mura sicure e perfette dell’ordine borghese.
L’aspetto irriducibile del mistero di Misia – essenza di fiori selvatici, contorni delle figure, trascendenza spirituale, saggezza dei poeti, viaggi attraverso i libri, fascino e senso della realtà – è radicato nella storia del suo esilio interiore, che un giorno diventa allontanamento effettivo dal suo paese natale. A vent’anni, Misia decide di trasferirsi dalla nonna, a Barcellona, dove comincia a esibirsi su qualsiasi tipo di palcoscenico, lavorando sulla propria voce come lavora sulla propria vita: senza precauzioni, a fondo, con coraggio e humour… Così giovane, Misia decide che vuole diventare una cantante e persegue questa strada nonostante gli avvertimenti della madre e i timori della nonna, nonostante le prove, la fatica e le notti insonni. A Madrid, dove un’aria nuova spazza via il Franchismo, Misia s’impone.
Misia ha almeno due paesi, più lingue, e molte facce. È nomade e sedentaria – la sua casa, il suo rifugio, è interiore, quindi può partire e posarsi là dove il destino d’artista la porta. È una donna impegnata, nel senso sartriano del termine. Le interessa quel che succede nel mondo, si indigna per le ingiustizie ed è disgustata dall’ipocrisia e dalla codardia. I suoi amici, la sua tribù, sono scrittori come Lidia Jorge e José Saramago, poeti come Graça Moura, attrici come Maria de Medeiros, cantanti come Maria Bethania, pittori come Bela Silva e Carlos Torres, e artisti come Sophie Calle. Queste amicizie migliorano la sua vita e la sua arte. (Carmen Castillo, regista del film “Misia’s Fado”)
MISIA Voce
RICCARDO PARREIRA Chitarra portoghese
DANIEL PINTO Chitarra acustica
LUIS CUNHA Violino
h. 22.00 Taverna della Luna Via Massarotti
Sotto il cielo Sopra la terra. Libera lettura poetica
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Nella foto allegata: il Sindaco Corada con alcuni organizzatori della manifestazione
In allegato: il programma complessivo della manifestazione
 
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