15 Settembre, 2002
Tavolo regionale dei trasporti
Oltre quattro ore di discussione non hanno consentito al Tavolo regionale sul Trasporto pubblico locale (Tpl) di affrontare i nodi della riforma di un settore tanto nevralgico per la Lombardia.
Oltre quattro ore di discussione, fino alle 22, non hanno consentito al Tavolo regionale sul Trasporto pubblico locale (Tpl) di affrontare, se non negli ultimi minuti e per decidere di rinviare a settembre, i nodi della riforma di un settore tanto nevralgico per la Lombardia. Troppe le questioni urgenti sul tappeto, che riguardano la possibilità stessa di continuare l’erogazione del servizio da parte delle aziende, minate da un incremento dei costi di produzione determinato dall’aumento spropositato del costo del carburante.
“Il tema della riforma – spiega infatti Alloni, che nella riunione ha svolto di fatto il ruolo di portavoce delle Province lombarde – contenuto nella seconda parte del Patto per il Tpl, ma gran parte della discussione si è sviluppata sulla prima parte del documento, che ha l’obiettivo di chiudere una situazione fatta di risorse incerte, ricorsi delle aziende per mancati ricorsi pregressi, che assommano a centinaia di milioni di euro. Da qui bisogna necessariamente partire, e per questo il confronto della riunione di mercoledì è stato praticamente solo fra Regione, Province ed aziende, mentre sindacati e associazioni dei consumatori chiedono di entrare nel merito della riforma, che significa quantità e qualità del servizio e naturalmente tariffe”.
La riforma, però, dipende dalle risorse che saranno messe in campo, e su questo si è ancora nell’incertezza: l’assessore regionale Cattaneo ha proposto un Patto anche al ministro Matteoli, ma ancora non vi sono risposte, e finora le uniche risorse a disposizione del Tpl, spiega Alloni, sono quelle messe a disposizione dal governo Prodi, circa 100 milioni di euro in parte derivanti dalle accise sul gasolio.
Tornando all’incontro, la Regione ha proposto alle aziende di erogare per il 2008 un bonus a copertura dell’aumento dei costi, utilizzando parte delle risorse governative di cui si è detto. Dal 2009 verrebbe riconosciuta una indicizzazione rispetto ai contratti di servizio del 2,3%, oltre ad altre risorse sui servizi innovativi. In cambio le aziende dovrebbero rinunciare a tutti i ricorsi e le azioni legali in corso.
Le Province hanno, dal canto loro, vinto la “battaglia per l’Iva”, ottenendo la copertura totale della quota parte regionale per il 2008, mentre per il 2009 la Regione ne verserà la metà e nel 2010 un terzo.
Ancora, l’impegno alla eliminazione di tutti i bus “Euro zero” ancora circolanti grazie all’anticipo dei fondi da parte della Regione che verrà rimborsato dalle aziende. Inoltre è stato assicurato alle Province un milione di euro per saldare i due terzi del debito nei confronti delle aziende derivante dal rinnovo contrattuale del 2001. Infine, la Regione si è impegnata all’acquisto di nuovi treni per 100milioni di euro. A questo proposito Alloni ha chiesto che i nuovi treni vengano destinati prioritariamente alle linee che hanno le performance peggiori, e la Milano-Cremona-Mantova è fra queste. L’assessore Cattaneo ha definito quella di Alloni una richiesta sensata.
Se tutto questo verrà mantenuto, il Tpl lombardo potrà guardare con meno apprensione al futuro, e pensare alla sua riforma organica. Ma sulle condizioni riguardanti le aziende, in particolare sulle risorse in cambio della rinuncia alle azioni legali, le aziende stesse non si sono espresse nel corso dell’incontro. Il rischio, ha sottolineato Alloni, è che esse non accettino e tutto venga rimesso in discussione.
Alloni, sulla base del confronto con la commissione territorio della Provincia avvenuto martedì scorso, ha anche avanzato alcune richieste molto chiare.
In primo luogo l’integrazione tariffaria. La seconda parte del documento prevede la partenza nel 2009 solo nell’area milanese, mentre altre aree potranno partire solo dal 2010. Alloni ha chiesto che la sperimentazione possa invece partire subito nelle province e per le linee che già sono pronte, e la Provincia di Cremona è già pronta almeno nel lotto cremasco.
La riforma, inoltre, prevede una diversa divisione della regione in bacini, riducendoli per ottenere una migliore efficienza. Ma Cremona è inserita nello stesso bacino con Mantova, con cui non vi sono relazioni. Secondo Alloni sarebbe più efficace un bacino che comprenda,oltre a Cremona, e Mantova, anche Brescia e Bergamo, oppure Pavia e Lodi. Ma la proposta che ha avanzato è per una decisione presa attraverso accordi fra i territori, una sorta di autodeterminazione, e non prima della riforma, ma in funzione di essa.
Infine il documento regionale non prevede nulla riguardo ai fondi finora destinati alle Province per i servizi innovativi, dai servizi a chiamata al controllo della flotta, alla sicurezza delle fermate eccetera. Alloni ha contestato tale orientamento, anche perché la Provincia di Cremona è stata fra le pochissime a operare in questo campo, ottenendo finanziamenti per 500mila euro.
Alloni, insieme al suo collega mantovano Camocardi, non ha approvato il documento regionale: “Prima di esprimermi sulla seconda parte – ha detto, voglio vedere le proposte sulla partenza del treno cadenzato: la Regione assicura risorse per 189 milioni di euro, ma non ci ha mostrato il programma. Noi siamo pronti sulla linea Cremona-Treviglio ma anche sulla Mantova-Milano. E vogliamo partire subito”.
 
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