15 Settembre, 2002
Generazione perdente che va a destra?
Sulla questione delle giovani generazioni pubblichiamo un intenso confronto tratto da una mailinglist frequentata da persone vicine al centrosinistra, operanti soprattutto nel nord Italia
Il dibattito sui giovani, anche in Diamanti, mi pare caratterizzato da un senso di
pessimismo che non condivido.
Già a partire dall'affermazione: "sono una generazione che per la prima volta non potrà
pensare al proprio futuro in termini di miglioramento, come invece è avvenuto per i loro
genitori" osservo un pregiudizio che contrasta con ciò che accade quotidiananmente:
dall'allungamento della vita media, alla diminuizione delle malattie gravi, al miglioramento della qualtià della vita, alle stesse opportunità (pur se condite da un maggior grado di rischio) ecc.
Non è che stiamo diventando succubi della lettura negativa di quanto sta accadendo
propinataci dallo statalista Tremonti?
G.
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Non è neppure vero in assoluto che sarà una società più a rischio. Sarà una società più caratterizzata dai valori ( e disvalori ) dell' intraprendere e certamente in un contesto globale : Questo richiede più dinamicità, meno cultura del posto sicuro , più capacità di cogliere le occasioni della vita, dei treni che passano e su cui poter salire. Certo ci vuole una diversa cultura, un diverso approccio al sistema . Ma il PD, dei pensionati, dei dipendenti pubblici , del posto sicuro , è capace di far propria questa cultura delle "nuova frontiera", a parole ( Veltroni ) si , nei fatti no.Il PD è un partito conservatore , non riformatore , il PD ha una cultura propria che guarda al passato ( specie nei suoi dirigenti ) non al futuro e ma l' Italia ha bisogno di guardare al futuro , di insegnare ai suoi giovani che cosa sarà o potrà essere il futuro, non alle posizioni i potere di oggi dei notabili che per un piatto di misere lenticchie, vendono il futuro del Paese. Questo erano le aspettative, che moti di noi avevano un anno fa e ci credevano, le aspettative dei molti andati alle urne il 14 ottobre e oggi?
Lo zero assoluto, la strada s'è persa e sono riemersi quelli dello status quo , quelli che fanno gli accordi anche con Storace, per una sedia ( poltrona è troppo ) senza anima, senza morale , senza una nuova cultura, senza speranza, senza prospettive.
Questa classe dirigente che dirigente non è perchè non sa dove andare , sa solo pensare alle alchimie per assicurarsi ancora i propri privilegi, uccidendo le prospettive e le possibilità per i nostri giovani!!
Quel progetto del PD è definitivamente tramonta, I care è finito, oggi esiste un PD che può al massimo prorogare l' agonia di questa classe dirigente. Si può perdere una elezione, ma così perdiamo ogni possibilità futura .A me questo PD non interessa.
V.
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E' vero che la vita si allunga.
Non è però vero che la qualità della vita migliora.
Non si tratta di essere succubi, ma solo di guardare in faccia alla realtà.
L'Italia è attualmente una gerontocrazia che taglia fuori
sistematicamente i giovani dai ruoli decisionali, ad esclusione di
alcune rare eccezioni rappresentate da alcuni "figli di papà".
La qualità della vita si sta abbassando repentinamente per i giovani.
Il lavoro è quasi sempre precario e mal pagato.
Per chi lavora in proprio le ore di lavoro sono moltissime e il guadagno
è molto basso.
Il costo di acquisto o di affitto delle case porta via una rilevante
fetta del reddito disponibile, per non pochi anche di più del reddito
disponibile.
I costi per "mettere su famiglia", avere dei figli, crescerli, eccetera
è altissimo, al punto che molti non se lo possono permettere e non se lo
permettono. E intanto la società invecchia sempre di più.
Chi lavora oggi avrà in futuro delle pensioni da fame, ancora più da
fame delle attuali pensioni erogate.
E, per i motivi sopra indicati, non ci sono soldi per pagarsi la
pensione integrativa.
Caro G., ho la sensazione che la tua visione sia frutto di pregiudizi
propri di chi non sta vivendo la vita ordinaria che vivno i giovani di oggi.
Hai idea di cosa voglia dire vivere con uno stipendio di 800-1000 € al
mese con moglie e figlio a carico e magari con un mutuo od un affitto da
pagare?
Hai idea di cosa voglia dire per una piccola impresa vedersi chiedere
dallo Stato di pagare l'anticipo delle tasse del prossimo anno, quando
non si riesce neppure a farsi pagare le fatture emesse in questo anno?
Hai idea di cosa significhi fare un lavoro precario e saltuario per
alcuni mesi all'anno, senza tredicesime, senza ferie pagate, senza
garanzie nel caso di malattia essendo pagati 700 € al mese?
Eppure questa è la situazione della maggior parte dei giovani, i quali
sono spettatori di un potere d'acquisto che diminuisce del 2-3%
all'anno, di un PIL che non cresce da anni, di una illegalità sempre più
diffusa (con conseguente mancanza di garanzia di diritti nei confronti
dei cittadini), di una classe dirigente sempre più vorace (basti vedere
gli stipendi della classe dirigente in confronto ai suddetti 700 € al
mese), di un continuo ridursi dei servizi pubblici (in conseguenza ai
tagli dei trasferimenti agli enti locali.
L'Italia è un carrozzone che fa acqua da tutte le parti.
Un mio collega è senza telefono e internet da un mese e mezzo, ha dei
danni incredibili alla sua attività lavorativa, eppure nessuno può fare
nulla per smuovere la Telecom.
Davanti a casa mia ci sono dei buchi nell'asfalto da circa un anno e
mezzo, ma nessuno fa nulla per ripararli.
Io ho una causa in corso da 6 anni per un mancato pagamento di una
fattura, eppure devo continuare ad aspettare, senza neppure sapere se
prenderò quei soldi, ma avenfdo già dovuto anticipare tutte le spese legali.
Per fare una ecografia nel servizio sanitario pubblico ci vogliono mesi
di attesa e l'unica alternativa è farsi una ecografia privata a proprie
spese...
Per assumere una colf straniera che risiede all'estero devo attendere,
dal momento della richiesta all'assunzione effettiva, oltre 18 mesi e
poi passeranno ancora almeno 15 mesi prima che quella persona sia in
possesso del permesso di soggiorno e possa godere dei suoi diritti.
Potrei continuare all'infinito.
Ma forse è molto meglio sforzarsi di credere che la realtà sia un'altra
e che siano soli i miei pregiudizi a rendere la realtà dei giovani così
grigia.
D.
***
Sono perplessa di fronte alla tua negatività D.... eppure tu vieni dalla campagna e dovresti ben conoscere una società in cui i giovani avevano molte meno prospettive fino a non più di 30 anni fa ..una società in cui non si facevano ferie, non c'erano macchine, non si andava a ballare in discoteca, non si avevano le colf, ci si alzava la mattina alle cinque o anche prima, in estate, e si finiva di lavorare al calar del sole...in città per quanto ricordo le cose non erano migliori...pochi eletti avevano un'auto,un telefono, la televisione...e potrei continuare nell'elenco!
Il problema tra te, me e G. sta nella differenza di generazioni....Parlo per me, non so G., ma io sono ancora cresciuta senza tante di queste cose e non per questo ero meno felice di tanti giovani di oggi!Il problema vero è che i giovani, adesso, vogliono tutto e subito, vogliono avere a 25-30 anni tutto quello che noi abbiamo avuto a 45-50 dopo almeno 20 anni di lavoro!....anche noi avevamo problemi a trovare un'occupazione..negli anni 80 quando io ho finito l'università mi sono fatta anch'io i miei bravi lavori saltuari prima di riuscire ad entrare in Michelin.....per sbarcare il lunario e racimolare qualche soldino ero anche andata a raccogliere mele.... qualsiasi lavoro era buono per essere indipendenti...oggi prova a dire a qualcuno dei nostri giovani laureandi di andare a fare la vendemmia o cose simili...la maggior parte non lo fa perchè lo ritiene degradante!
I problemi sociali esistono e non sono pochi certo ed è vero che siamo di fronte ad un periodo in cui migliorare è più difficile, ma bisogna anche sapersi tirare su le maniche e dare una mossa!...la mia figlia più grande ha 25 anni e si sta laureando, sai quanti dei suoi amici a quell'età sono nelle stesse condizioni?...credo meno del 10%; la maggior parte sta in giro tutto il giorno a far niente, dando un esame ogni sei mesi, quando va bene, uscendo la sera fino alle ore più improponibili , bevendo e fumando di tutto e dormendo la mattina fino a mezzogiorno. Non sono tutti così, ma la percentuali di questi campioni è alta anche tra quelli cresciuti in ambienti di oratorio con famiglie "modello".
Sto cominciando a pensare che gli errori più grandi li abbia fatti la nostra generazione che ha cercato di dare ai figli troppo, non pensando che poi i figli non avrebbero potuto, da soli, mantenere certi tenori di vita!
Tu parli di 1000 € al mese non sufficienti per mantenere una famiglia ...ti posso dire che i miei genitori nel ' 56 , quando io sono nata, tiravano avanti ,faticando ,con meno di 100 mila lire al mese e a casa mia nell'83, quando è nata Serena, con una svalutazione annua che era del 19%, non entrava molto più di un milione di vecchie lire!...come vedi gli anni sono passati ma la proporzione è rimasta la stessa!...io ricordo anni passati senza potermi permettere ne un cinema ne un ristorante, perchè avevo i figli piccoli ed il mutuo della casa da pagare (noi eravamo due laureati non due operai della FIAT!)...come vedi le cose non erano poi molto diverse da adesso...ma abbiamo stretto i denti e siamo andati avanti..col tempo il mutuo è finito, lo stipendio, per effetti di anzianità e di un minimo di carriera un pò è aumentato ed ora la situazione è cambiata!...la lezione migliore che si può dare ai giovani è che non si ottiene niente per niente e tutto quello che si ottiene ahimè deve essere guadagnato!
Forse sono troppo bacchettona ...può darsi, ma è quello che ripeto costantemente ai miei figli spronandoli sempre a fare il loro dovere!..perchè la base di tutto è che non esistono diritti senza doveri!
M.
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Il polso della situazione secondo me non devono essere i giovani che,
con poco impegno, non riescono a combinare un gran che, ma che tirano
avanti grazie agli aiuti della famiglia.
Il polso della situazione dovrebbero essere i giovani che devono
cavarsela da soli e che non ce la fanno.
1000 € al mese non bastano se uno deve pagare 700 € al mese di affitto e
in aggiunta deve pagare le bollette e mangiare, senza contare le spese
"voluttuarie" come potrebbero essere quelle sanitarie o gli extra
(vestirsi, elettrodomestici, eccetera).
Il problema è che oggi si arriva a 40 anni senza avere garanzie sul futuro.
Se ti dico che io non riesco più a farmi pagare i miei lavori, perchè i
clienti non hanno soldi per pagare, cosa si deve fare?
Se la principale occupazione lavorativa deve diventare non la produzione
di beni e servizi, ma il farsi pagare o studiare come pagare meno tasse,
è evidente che la società va alla deriva.
A questo si aggiungono, certamente, i molti italiani che vogliono vivere
lavorando poco e a carico della società.
Per questo la coperta si accorcia e il carico sui pochi che lavorano
diventa sempre più insostenibile.
30 anni fa la mia famiglia aveva un'unica macchina e non andava in ferie.
Mio papà lavorava molto, però riusciva a mettere da parte dei risparmi.
Oggi io sto lavorando più di quanto mio padre lavorava allora, ho
un'unica macchina, non vado praticamente in ferie, non andiamo al cinema,
in pizzeria, facciamo la spesa al mercato e nei discount.
Non esistono più margini di risparmio.
Eppure sto faticando a mantenere moglie e figlio a carico.
E le prospettive per l'Italia non promettono nessun miglioramento
rispetto alla situazione attuale, anzi...
D.
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E' bello andare in ferie perché almeno si può scrivere sulla nostra mailinglist in santa pace.
Le appassionate testimonianze di M. e di D., tutto il nostro arrovellarci sui giovani - sempre sul filo de "ai miei tempi..." - mi hanno fatto venire in mente sia la frase di Paul Nizan, resa celebre dal '68 - "Avevo vent'anni. Non permetterò a nessuno di dire che è l'età più bella della vita" - sia una non meno efficace poesiola di Stefano Benni - "il giovane aprì il giornale, per scoprire se si era drogato o innamorato".
Di analisi sociologiche sul mondo giovanile ne esistono a iosa e anche al nostro recente incontro a Vicoforte se ne è parlato. E di "adolescenza prolungata" si scriveva già almeno negli anni '70, con disonorevoli paragoni fra i ragazzotti dell'epoca - di cui facevo parte - e non i ragazzotti di uno o due secoli prima, ma come minimo Napoleone o Condorcet, o giù di lì.
Uno dei nostri problemi, bene analizzato da Morando a Vicoforte, è quello qui ricordato da D.R.: la bassissima mobilità sociale, per cui le proprie origini familiari diventano determinanti per il proprio percorso di vita: "dimmi dove nasci e ti dirò che cosa diventerai".
Forse più che in generiche affermazioni sulla classe dirigente - che spesso è solo specchio di una mediocrità diffusa - è lì che possiamo trovare un'agenda per il cambiamento: meritocrazia, responsabilità, competitività, liberalizzazioni, pari opportunità. E attorno a questo uno Stato "amico", più snello e più efficace, che fornisca servizi (incluso il bene "sicurezza", specie in certe regioni) e applichi a se stesso quei criteri. Ma siamo sicuri che in un paese corporativo e di "familismo amorale" fioccherebbero i consensi? Mah!
Per inciso, D. parlava dei tempi della sanità. Anche qui, non generalizziamo: per una mammografia in una struttura pubblica, ad esempio, in Friuli si aspettano 8 giorni, in Puglia fino a 540. Sarà materia di riflessione per la riforma federalista? Non sono anche questi diritti fondamentali negati?
Su un piano più globale, mentre da un lato mi pare che non si colgano i punti di crisi e di svolta, dall'altro il mondo va in tante direzioni. Rileggetevi l'articolo di Pirani su Repubblica di qualche giorno fa, ad esempio, in controtendenza su tanto catastrofismo diffuso sull'economia italiana.
A G. obietterei che forse dobbiamo uscire dal giardinetto del centrodestra: il "catastrofismo di Tremonti" è un'analisi - non solo sua - a cui noi contrapponiamo ben poco. O la risposta è "l'ottimismo di Martino" (reduce dal pentimento sull'euro), che dice cose che da anni la sinistra liberale ha sostenuto? E la nostra ricetta onnicomprensiva sarà dunque: "è la globalizzazione, bellezza"?
Ho fatto pure io uno di quei minestroni di argomenti che tanto mi fanno arrabbiare, scusatemi. Per restare in tema, vado a cucinare.
Ciao
F.
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I ragionamenti di D. e V. derivano dal vissuto quotidiano e fotografano la situazione reale del paese. Non ciò che vorremmo, ma cio che veramente siamo. Non l'Italia dei garantiti
ma l'altra Italia quella maggioranza che vorrebbe fare ma non può perchè
ingessata e mal governata da almeno 25 anni dagli stessi protagonisti di
oggi.
Ecco perchè i giovani scelgono Grillo come giustamente dice C. o Di
Pietro o rifiutano questa politica chiacchiericcia che non dà risposte e
certezze al loro futuro.
Noi continuiamo a criticare la politica economica del governo e raccogliamo
le firme mentre la stampa premia i ministri Tremonti, Brunetta, Sacconi
che non sono dei mostri di bravura ma cercano di fare cose di buon senso.
Le firme e la mobilitazione servono per tenere vivo il partito ma non sono
sufficienti se nel frattempo non riusciamo a costruire una proposta più
avanzata e convincente dei nostri avversari per dare una prospettiva
credibile di crescita del nostro Paese.
Nè possiamo dire un giorno facciamo le riforme insieme ed il giorno dopo
fate da soli perchè tanto noi le faremo bocciare dal Paese continuando a
strizzare gli occhi all'UDC della Sicilia, Campania, Calabria.
Così crescerà La Lega al Nord e Di Pietro al Sud.
Non dobbiamo però gettare la spugna.
Credo che all'interno del PD e nell'area del centrosinistra esistono
intelligenze e personalità capaci di contrastare la deriva conservatrice del PD e di stimolarne la vocazione riformatrice anche inventandosi formule
nuove che sappiano coniugare la protesta sociale, la crescita e lo sviluppo.
PDM
***
Fammi capire, caro PDM. Premesso che la raccolta di firme contro il
governo mi pare una cavolata e un autogol, che c'entra un demagogo
greve e populista come Grillo con "l'Italia che vorrebbe fare"?
Se
migliaia di persone si accodano, ancora una volta, a un pifferaio
magico dovremo esaltarne o temerne il piffero?
E perché noi al governo non abbiamo fatto "cose di buon senso"
(invece ne abbiamo fatte, eccome)?
Solo perché stiamo con
i "garantiti"?
Ma come è che, a parte gli annunci (spesso benemeriti)
di Brunetta, alla fine questo governo non ci pensa nemmeno a ridurre
la pressione fiscale ? Mah.
Ciao
F.
 
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