15 Settembre, 2002
Stefania Bonaldi: le Primarie, successo per tutti
Sull'appuntamento democratico dei cittadini per scegliere il candidato Sindaco, interviene la giovane presidente del Coordinamento provinciale del PD
Sull'appuntamento democratico dei cittadini per scegliere il candidato Sindaco, interviene la giovane presidente del Coordinamento provinciale del PD Stefania Bonaldi (nella foto)
«Per la prima volta il centrosinistra sceglierà attraverso
il metodo delle primarie il suo candidato
sindaco al comune di Cremona. Un successo per la
città e per il Partito Democratico di tutta la provincia.
La segreteria del PD, per accelerare il processo
di rinnovamento, ha lanciato una candidatura autorevole,
una figura nuova e di elevato profilo come
il giudice Pier Paolo Beluzzi che, controbilanciando
il prestigio acquisito in questi anni di successi
amministrativi dal sindaco Gian Carlo Corada,
sia in grado di rendere le primarie una competizione
vera e appassionante, aperta ad ogni risultato,
dunque capace di fare diventare determinante
ogni singolo voto espresso da chi deciderà di partecipare
alla consultazione.
E’ indubbio che il rinnovamento si coglie meglio
dove esiste discontinuità, ma questa non si determina
in modo grossolano, rimuovendo in un colpo
ciò che c’era, perché così si finisce per ricadere nella
logica di prima, quella secondo cui chi detiene
le leve del comando decide per tutti. La discontinuità
si crea opponendo qualità a qualità, permettendo
alle persone di scegliersi il proprio candidato.
Questa è la logica delle primarie, che mi batterò
perché diventi
un metodo permanente
all’interno
del PD, anche
in violazione
di quei santuari
le cui chiavi oggi
rimangono saldamente
in mano ai
vertici nazionali.
Mi riferisco alle
candidature per
il Parlamento.
Inibire questo
diritto e selezionare,
con operazioni
che possono sembrare
‘verticistiche’,
i candidati
alle primarie
non significa
certo innovare,
come in buona fede taluno ha ritenuto, ma significa
invece esattamente il contrario. Tornare indietro,
ai tempi, pur recenti, nei quali erano appunto
le segreterie di partito a designare chi aveva o non
aveva titolo per governarci.
Sia pure con le fatiche che comportano le innovazioni,
il Partito Democratico è prossimo a vincere
questa speciale sfida per la democrazia, facendo
apparire ancora più inquietante la realtà
“padronale” che sperimenta l’opposto schieramento.
La morte del dibattito nel Pdl è un serio pericolo
per le istituzioni del Paese, per questo il dovere
di insistere sulla trasparenza delle procedure
diventa ancora più urgente per il centrosinistra.
La vicenda, sicuramente sofferta, che si è appena
conclusa a Cremona si risolve dunque nel modo
migliore, spingendo più avanti il faticoso percorso
di democratizzazione della vita politica. La strada
nuova incute paura, ma è obbligatorio percorrerla,
altrimenti non ci sarà progresso, non solo per il
partito ma l’intera democrazia italiana.
Personalmente, in qualità di Presidente della
Assemblea Provinciale del PD, mi impegnerò favorire
e a difendere questa svolta, che è l’esaltazione
di un metodo in grado di incrementare il protagonismo
dei cittadini e di incoraggiare coloro che li
voglio governare a mettersi in competizione, attraverso
il confronto pubblico di idee e di programmi.
Questa è la democrazia e noi ne abbiamo bisogno come l’ossigeno,
soprattutto in questo momento
storico, segnato da pensieri e azioni pregni di imbarazzanti
nostalgie».
 
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