15 Settembre, 2002
La richiesta ( non il bisogno) di energia nel mondo di oggi di Gian Carlo Storti
I ghiacci si sciolgono, lo smog aumenta, le persone muoiono di cancro, il surriscaldamento globale non è più una ipotesi scientifica... ma tutto ciò non sembra bastare a placare la logica radicale d'impresa.
La richiesta ( non il bisogno) di energia
nel mondo di oggi di Gian Carlo Storti
I ghiacci si sciolgono, lo smog aumenta,
le persone muoiono di cancro, il surriscaldamento
globale non è più una ipotesi scientifica...
ma tutto ciò non sembra bastare a placare
la logica radicale d'impresa.
La richiesta (non il bisogno) di energia
mondiale potrebbe raddoppiare nel giro di
pochi anni se i governi continueranno a rimandare
misure serie sull’efficienza energetica.
A dirlo e’ l’ International Energy Agency
.
La crescita della domanda e’ dovuta per il
45% allo sviluppo industriale e dei trasporti
di Cina e India. la Cina, nel 2030, potrebbe
raggiungere l’Europa come livelli di emissioni
per persona (al momento attuale, ogni cinese
emette molto meno di un europeo e molto,
molto meno di uno statunitense).
Lo sviluppo di questi Paesi, secondo l’IEA,
“e’ una aspirazione legittima che deve essere
consentita e supportata dal resto del mondo”.
Lo sviluppo di questi paesi non va demonizzato
in quanto da questo processo trarranno sviluppo
tutti i paesi del mondo per gli effetti ,
positivi o negativi, della globalizzazione.
Effetto serra
Da milioni di anni la terra è costantemente
irraggiata dalle radiazioni elettromagnetiche
provenienti dal sole, scaldano il nostro
pianeta e danno origine alla vita. Quello
che citiamo spesso come "il problema
dell'effetto serra" è in realtà un fenomeno
naturale da sempre presente sulla terra.
Dall'effetto serra deriva la temperatura
terrestre. Senza l'effetto serra la temperatura
del globo sarebbe in media 30 gradi più fredda,
ovvero oscillerebbe intorno ad una temperatura
di -18° C
Perché si parla di effetto serra?
Il problema è causato dall'eccessiva presenza
di questi gas nell'atmosfera tale da causare
l'aumento della temperatura terrestri. I
principali gas serra sono l'anidride carbonica,
il metano e il vapore acqueo.
Le responsabilità dell'uomo.
Le emissioni di anidride carbonica sono il
principale nemico da combattere. L'80% delle
emissioni di anidride carbonica proviene
dalla combustione del petrolio, del metano
e del carbone. Un inquinamento cresciuto
esponenzialmente con l'industrializzazione
delle attività umane. Nel novecento, il livello
di CO2 in atmosfera è aumentato del 40% rispetto
al secolo precedente come conseguenza dello
sviluppo dei trasporti (in particolare l'invenzione
dell'automobile come bene di massa).
Il problema dell'effetto serra si aggrava
ulteriormente considerando la terra come
"sistema complesso". La CO2 ha
una durata media in atmosfera di circa 100
anni. Se pure smettessimo oggi di produrre
emissioni di CO2 non riusciremmo comunque
a ridurre in breve tempo la presenza di anidride
carbonica nell'atmosfera. Le reazioni dell'ambiente
sono quindi discontinue e irreversibili e
non mostrano immediatamente i loro reali
effetti o conseguenze.
Alla ricerca di un nuovo sviluppo.
La sensibilità internazionale è aumentata.
Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore
il 16 febbraio 2005 con l'obiettivo di fronteggiare la minaccia
dell'effetto serra e dei cambiamenti climatici.
Sottoscritto da 141 nazioni è un tentativo
di conciliare gli interessi dell'ambiente
con quelli dell'economia.
In questi giorni ( ottobre 2008) il Governo italiano non sta
giocando un ruolo positivo nella complessa
discussione internazionale su clima ed energia
sostenibile. La minaccia di imporre, in Europa, il veto italiano in seno alla UE, appoggiato
anche dalla Polonia, ci riporta indietro
nel tempo, facendoci rivivere i momenti del
passato in cui Kyoto, per gli stessi identici
motivi, non fu firmato da Usa e Australia.
I ghiacci si sciolgono, lo smog aumenta,
le persone muoiono di cancro, il surriscaldamento
globale non è più una ipotesi scientifica...
ma tutto ciò non sembra bastare a placare
la logica radicale d'impresa.
L'Europa ha già concesso sconti all'Italia.
Secondo Legambiente, Bruxelles ha già concesso
all'Italia il vantaggio di calcolare la riduzione
del 20% delle emissioni CO2 prendendo come
base il 2005 invece del 1990, riducendo di
gran lunga il taglio delle emissioni del
nostro paese entro il 2020.
Il Governo italiano quindi è bocciato su
clima e ambiente. L'Italia si sta ergendo
a difesa dell'industria inquinante, come
fece Bush in passato, dimenticando che senza
l'ambiente nemmeno l'umanità (e quindi nemmeno
l'impresa e il profitto) potrà esistere in
futuro.
Energie rinnovabili
Vengono dette energie rinnovabili (o anche
fonti di energia rinnovabile) le fonti di
energia non soggette ad esaurimento.
La normativa italiana considera fonti di
energia rinnovabili il sole, il vento, le
risorse idriche, le risorse geotermiche,
le maree, il moto ondoso e la trasformazione
in energia elettrica dei prodotti vegetali
o dei rifiuti organici e inorganici.
Per definizione sono esclusi da questa categoria
tutti i combustibili fossili (carbone, gas
naturale, petrolio) poiché soggetti ad esaurimento.
Ne è esclusa anche l'energia nucleare.
Lo sviluppo delle energie rinnovabili è iniziato
con le crisi petrolifere degli anni '70 che
ci hanno reso consapevoli del fatto che le
risorse fossili volgono alla fine - ma questa
scadenza vaga, ha reso gli interventi in
questa direzione timidi ed incontrato molte
resistenze nei settori industriali.
Il risparmio energetico.
Sotto il nome di risparmio energetico vanno
diverse tecniche adatte a ridurre i consumi
d'energia necessaria allo svolgimento delle
varie attività umane. Il risparmio può essere
ottenuto sia modificando i processi in modo
che ci siano meno sprechi sia utilizzando
tecnologie in grado di trasformare l'energia
da una forma all'altra in modo più efficiente.
Uno degli esempi più comuni è dato dalla
sostituzione delle lampadine ad incandescenza
con quelle fluorescenti che emettono una
quantità di energia luminosa diverse volte
superiore alle prime a parità di energia
consumata.
Anche negli impianti di riscaldamento degli
edifici ci sono accorgimenti più o meno semplici
per risparmiare energia, come l' uso delle
valvole termostatiche, l'uso di cronotermostati
ed altri più impegnativi, come la sostituzione
degli infissi obsoleti, delle caldaie vecchie
con caldaie a condensazione, l'isolamento
termico delle pareti.
Un risparmio energetico si può avere anche
a livello di produzione di energia elettrica
utilizzando sistemi di cogenerazione atti
a migliorare i rendimenti dei vari processi,
che consistono in tecnologie atte ad ottenere,
simultaneamente ad esempio, energia elettrica
e calore; oppure si utilizzano in "cascata"
gli stessi flussi energetici a crescenti
entropie per utenze differenziate o, infine,
ad effettuare forme di recupero energetico
a circuito chiuso.
Oppure sfruttando l'energia dispersa dal
moto degli esseri umani o delle automobili,
come è già stato fatto in Olanda, ad esempio
con pavimenti sensibili alla pressione che
producono energia elettrica, posti nelle
scale dei metrò più frequentati del mondo.
Utilizzare energia elettrica per produrre
calore rappresenta uno spreco dal punto di
vista termodinamico perché si trasforma un'energia
nobile in calore che è un'energia di seconda
specie. In base ai primi due principi della
termodinamica, l'energia meccanica-eletrica
può interamente essere convertita in calore,
mentre il calore può essere riconvertito
solo in parte in energia.
Il nucleare.
L' incidente del 26 aprile 1986 all'impianto
nucleare di Chernobyl sposta l’orientamento
dei cittadini sull’uso del nucleare di pace
per la produzione di energia elettrica.
Dopo il Referendum del 1987 che sancisce, per il nostro paese, il rifiuto del nucleare. Via sono state sospese le attività dei lavori
alla centrale di Trino 2 (2000 Mw), la chiusura
di Latina e della centrale di Caorso detta “ Arturo”.
In effetti la produzione di energia elettrica
con il nucleare ha come principale effetto
positivo quello di non produrre CO2 e di
non contribuire all’effetto serra.
Le controindicazioni sono comunque molte
e negative. La tragedia di Chernobyl le ha
messe in evidenza in maniera inequivocabile.
Il Governo Berlusconi intende di nuovo aprire
la strada al nucleare. Tale strategia probabilmente
incontrerà fortissime resistenze in quanto la cultura ambientalista
oggi molto seguita non solo dalle generazioni
degli anni ’70 ma anche dai giovani e giovanissimi.
Produzione rinnovabile italiana
Per lungo tempo (fino a circa i primi anni
'60) la produzione energetica italiana è
stata in larga parte rinnovabile, grazie
in particolare alle centrali idroelettriche
dell'arco alpino e, in misura minore, dell'Appenino
(oltre a quote minori relative alla geotermia
in Toscana). Oggi tuttavia, a causa dell'accresciuta
richiesta di energia, nonché al quasi esaurimento
della possibilità di nuove grandi installazioni
idroelettriche, le rinnovabili rappresentano
solo quote marginali della produzione.
Nel 2006 l'Italia ha prodotto circa 49,4 TWh di elettricità
da fonti rinnovabili, pari al 14,5% del totale
di energia elettrica richiesta, con il 10,7%
proveniente da fonte idroelettrica e la restante
parte data dalla somma di geotermico, eolico
e combustione di biomassa o rifiuti.
Secondo i dati pubblicati da GSE / TernaCon tali valori,
l'Italia risulta essere il quarto produttore
di elettricità da fonti rinnovabili nell'UE seppur ancora lontana dagli obiettivi comunitari
previsti, che prevedono la produzione del
22% di energia richiesta da fonte rinnovabile
entro il 2010.
È da notare, tuttavia, che negli ultimi anni
la produzione rinnovabile italiana è cresciuta
molto poco o si è mantenuta pressoché stabile,
nonostante una forte crescita della fonte
eolica (seppur con basse percentuali), a
causa di una sostanziale stasi della preponderante
produzione idroelettrica, di fatto quasi
giunta alla saturazione del potenziale economicamente
sfruttabile. A ciò si deve aggiungere che,
come detto, l'Italia a differenza di quanto
avviene nel resto dell'UE, è l'unica a considerare
l'energia prodotta da termovalorizzazione
come interamente rinnovabile.
Inoltre, nonostante gli incentivi, l'Italia
deve anche fare i conti con ritardi legislativi
e di adeguatezza delle reti di distribuzione.
Qualche progetto
Lignano Sabbiadoro: il progetto Ecobil.
Il progetto Ecobil: uno strumento di verifica
delle politiche delle pubbliche amministrazioni.
Nel mese di ottobre ’08 si è tenta a Trieste
,nell'ambito dell'Assemblea Nazionale dei
Comuni Italiani (ANCI) la presentazione del
Progetto Ecobil, realizzato dalla Regione
Friuli Venezia Giulia in sinergia con Insiel
S.p.a..
Si tratta di un progetto pilota applicato
al Comune di Lignano Sabbiadoro per la realizzazione
di un sistema esperto capace di misurare
economicamente e fisicamente le politiche
dell'Ente permettendo agli amministratori
di "fare i conti" con l'ambiente,
monitorando l'efficacia e l'efficienza delle
politiche ambientali attuate per la sostenibilità
e la qualità della vita urbana.).
Il progetto ECOBIL consente di integrare
il bilancio finanziario con quello ambientale
per .
contabilizzare il consumo di risorse naturali e prevedere gli impatti
delle politiche adottate, in analogia a quanto
avviene con i budget monetari.
Analizzando diversi archivi, si crea il bilancio
ambientale di previsione e quello consuntivo,
esponendo gli impegni, le politiche, le risorse
finanziarie e i target relativi agli aspetti
ambientali.
Le aree che verranno monitorate sono: verde
urbano e tutela della biodiversità, mobilità
sostenibile, sviluppo urbano, risorse idriche,
rifiuti,risorse energetiche, informazione,
partecipazione e innovazione ed altri impegni
ambientali.
Interessante infine è la possibilità di approfondire
il tema delle risorse energetiche e del cambiamento
climatico, attraverso la rendicontazione
da parte dell’Ente dei seguenti ambiti:
·
Pianificazione in tema di risorse energetiche;
·
Riduzione degli impatti ambientali;
·
Controllo degli impianti.
Per il futuro fondamentale quindi è che gli Enti Pubblici, anche quelli più piccoli,
adottino un sistema di monitoraggio continuo
su quanto sono i consumi, le possibilità
di ridurli e razionalizzarli, nonchè le opportunità
legate all’adozione di fonti rinnovabili
per la creazione di energia elettrica e termica
nelle strutture pubbliche.
Cremona: tremila pannelli fotovoltaici
Linea Energia, Gruppo LGH ed AEM Cremona
danno il via al grande Parco Energetico.
Uno dei parchi fotovoltaici più importanti
d’Italia ed il secondo, per dimensioni, in
Lombardia: il Parco Centro Servizi AEM, per
la sua estensione - 3 mila pannelli fotovoltaici
su un’area di 10 mila metri quadri e 520
chilowatt di potenza di picco installata
- è uno dei più grandi ad oggi ideati nel
nostro Paese.
L’impianto - con sede presso il Centro Servizi
AEM, via Postumia 102, di AEM Cremona - è
realizzato con la migliore tecnologia disponibile
e con pannelli con altissima capacità di
captazione dei raggi solari.
Un progetto dunque, di grande rilievo sia
per l’azienda, unico azionista dell’impianto,
che per le comunità locali. Anche i numeri
parlano chiaro: la produzione annuale di
energia attesa sarà superiore a mezzo milione
di chilowattora elettrici, pari al fabbisogno
di circa 200 famiglie. I benefici non finiscono
qui: l’impianto garantirà una riduzione di
emissione in atmosfera di CO2 di circa 400
tonnellate ed un risparmio energetico di
circa 125 mila tep (tonnellate equivalenti
di petrolio).
Gian Carlo Storti
Cremona 18 ottobre 2008.
 
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