15 Settembre, 2002
Resoconto del Consiglio Comunale del 6 aprile 2009
Prima dell’apertura dei lavori, ha preso la parola il sindaco Gian Carlo Corada per ricordare il grande dramma rappresentato dal terremoto verificatosi in Abruzzo:
Prima dell’apertura dei lavori, ha preso
la parola il sindaco Gian Carlo Corada per
ricordare il grande dramma rappresentato
dal terremoto verificatosi in Abruzzo: come
Comune di Cremona, da tetto il sindaco, ci
mettiamo a disposizione per qualsiasi cosa
possa servire, nell’esprimere cordoglio per
tutti coloro che stanno vivendo questo momento
di dolore e di sofferenza, siamo pronti a
contribuire alla ricostruzione attraverso
un’azione di solidarietà concreta, così come
avvenuto a suo tempo con il Comune di San
Michele di Serino.
Successivamente il Sindaco ha ricordato la
figura dell’ex consigliere Giuseppe Ceraso,
scomparso pochi giorni fa, un personaggio
importante che credeva con forza nelle sue
idee e che era attento anche ai piccoli bisogni
dei cittadini.
Dopo le parole del Sindaco, l’assemblea consiliare
ha rispettato un minuto di silenzio.
Interrogazione in data 10 marzo 2009 presentata
dal capogruppo del gruppo consiliare Forza
Italia Salvatore Carlo Malvezzi in merito
ai lavori di urbanizzazione del P.I.P. di
Cà de Berenzani (Testo dell’interrogazione
- Premesso che: il Comune di Cremona sta
dando attuazione al P.I.P. di Cà de’ Berenzani
approvato con delibera del Consiglio Comunale
n. 15/8890 del 14.02.02; con determina dirigenziale
1381/44114 del 29.08.06 è stata approvata
la graduatoria per l’assegnazione dei lotti
di terreno ai partecipanti al bando; con
atto pubblico del Dott. Giovanni Corioni
dell’8.05.07 il Comune di Cremona ha venduto
alla Termoenergy s.r.l. il lotto urbanizzato
identificato dal foglio 17 mappale 597 –
599 – 601; nel prezzo di acquisto del terreno
sono stati conteggiati, oltre al costo dell’area
nuda (€ 40/mq), anche gli oneri di urbanizzazione
(€ 30/mq); il Comune di Cremona ha rilasciato
il permesso di costruire 26860/2007 in data
14.08.07 alla società Termoenergy avente
per oggetto l’edificazione di un capannone
con annessi uffici al piano primo e abitazione
al servizio dell’attività al secondo piano,
il titolare dell’azienda sopra citata ha
recentemente espresso critiche nei confronti
dell’Amministrazione comunale attraverso
la stampa locale, lamentando la mancata realizzazione
delle opere di urbanizzazione primaria e
dei servizi tecnologici all’interno del P.I.P.
Cà de’ Berenzani; si chiede di rispondere
ai seguenti quesiti: 1 - qual ‘è l’esatto
stato di avanzamento dei lavori di urbanizzazione
delle strade di accesso al P.I.P. Cà de’
Berenzani? 2 - corrisponde al vero che i
lavori di urbanizzazione primaria sulla quale
si affaccia il lotto assegnato alla società
Termoenergy sono stati consegnati nel mese
di agosto, un anno dopo il rilascio del permesso
di costruzione? 3- corrisponde al vero che
alla data di presentazione della presente
interrogazione AEM Cremona non ha ancora
realizzato i servizi tecnologici indispensabili
per rendere agibile un immobile con destinazione
produttiva? 4 - in caso di risposta affermativa
ai quesiti 2 e 3, quali sono le ragioni di
tale ritardo rispetto alla data di assegnazione
del lotto e quella di successivo rilascio
del permesso di costruzione? 5 - in caso
affermativo, entro quale termine l’Amministrazione
comunale ritiene di poter completare la realizzazione
delle opere di urbanizzazione, consentendo
ai proprietari dei lotti di poter accedere
agevolmente agli immobili e di poter allacciarsi
alle reti dei servizi?).
All’interrogazione ha risposta l’Assessore
Carlo Dal Conte: I lavori di urbanizzazione
delle strade sono in corso di completamento
ed è previsto per il 30 aprile prossimo la
fine dei lavori con la realizzazione dello
strato bituminoso. I lavori, per quanto concerne
il Settore Lavori Pubblici sono stati aggiudicati
alla fine di luglio 2008 a seguito di gara
pubblica; si rammenta altresì che anche la
fase di progettazione è stata affidata all’esterno
e che le vigenti norme impongono che gli
affidamenti devono essere assegnati solo
dopo il versamento degli oneri derivanti
dall’acquisto dei terreni. AEM ha concluso
la realizzazione dei sottoservizi entro il
mese di marzo anche se i lavori fossero iniziati
in tardo autunno; il ritardo è da imputare
alle particolari condizioni meteorologiche
avverse che hanno caratterizzato l’inverno
2008. Si ricorda altresì che Termoenergy
non ha mai richiesto né regolarizzato gli
allacci ai sottoservizi nonostante sia stata
sollecitata più volte da AEM, se non a seguito
dell’incontro avvenuto in data 10 marzo 2009.
Come già ribadito i lavori saranno completati
entro l’aprile 2009.
Il consigliere Carlo Malvezzi si è detto
non particolarmente soddisfatto del fatto
in sé.
Interrogazione in data 16 marzo 2009 presentata
dal capogruppo del gruppo consiliare UDC
Guido Borsella in merito alla mancanza dei
servizi di distribuzione del gas metano,
dell’impianto di fognature e della rete dell’acqua
in località Gerre Borghi (Testo dell’interrogazione
- Il quartiere/località Gerre Borghi, situato
nel nostro Comune, è sprovvisto dei seguenti
servizi: distribuzione del gas metano, impianto
collegato di fognature, rete dell’acqua.
Problematiche già espresse dai cittadini
di questa zona, che comunque sono soggetti
ad imposte come tutti i residenti nelle altre
zone del nostro Comune. Si chiede di conoscere:
1 – sono in progetto questi servizi? 2 –
per quali motivi questi servizi non sono
effettuati? 3 – si può sgravare di imposte
di competenza comunale questa zona della
città e cui non vengono offerti i sopra elencati
servizi?).
All’interrogazione ha risposto l’Assessore
Daniele Soregaroli: A Gerre Borghi vi è stata
un’istanza di recupero di sottotetto normata
dalla legge regionale e che comporta l’obbligo
di oneri. L’intervento in questione viene
costare ai committenti 38.000,00 euro: di
questa cifra gli oneri di urbanizzazione
ammontano a poco più di 5.000,00 euro, gli
altri sarebbero dovuti per qualsiasi altra
zona cittadina. Gerre Borghi si colloca in
una zona agricola a bassa presenza abitativa.
La relazione con le reti pubbliche è distante
1,5 km e l’allaccio si può stimare in un
milione di euro di investimento. Sono peraltro
possibili interventi alternativi per sopperire
alla mancanza delle reti inoltre, giustamente,
i residenti di Gerre Borghi non pagano i
canoni di fognatura e di depurazione. Questa
Amministrazione ed AEM non hanno in previsione
di un investimento di tale portata in quanto
non ci sono le condizioni di supporto o di
cofinanziamento. Ricordo che in passato la
messe in rete completa di zone isolate ha
comportato un riequilibrio della pianificazione
edificatoria. Si è trattato di un errore
che ha portato ad una parcellizzazione di
aree urbanizzate. Sono possibili altre soluzioni
ed è possibile una valutazione dell’alleggerimento
degli oneri.
Il consigliere Guido Borsella ha ringraziato
per la logica di difesa della scelta fatta.
Ordine del giorno presentato in data 31 marzo
2009 da consiglieri comunali vari - primo
firmatario Pierluigi Rotelli - in merito
alla Convenzione internazionale sui diritti
delle persone disabili (Testo dell’ordine
del giorno - Premesso che: in data 13.12.2006
è stata approvata dall’Assemblea delle Nazioni
unite la Convenzione internazionale sui diritti
delle persone con disabilità; il Parlamento
italiano l’ha ratificata in data 26.2.2009;
il Consiglio regionale della Lombardia ha
approvata all’unanimità nella seduta del
3 marzo 2009 una mozione di attuazione dei
principi della Convenzione; considerato che
la Convenzione: mette al centro i diritti
delle persone con disabilità ed afferma che
è necessario garantire ad esse autonomia
individuale, libertà di scelta, pari opportunità
e le condizioni per un’effettiva partecipazione
e inclusione sociale; sostiene il rispetto
della differenza e l’accettazione della disabilità
ed il rispetto per il diritto dei bambini
con disabilità a preservare la propria identità;
il Consiglio Comunale si impegna a dare attuazione
ai principi sanciti dalla Convenzione ONU
relativamente alle attività e alle competenze
dei vari settori dell’Amministrazione; verificare
che tali principi siano recepiti nei regolamenti
e negli atti amministrativi del Comune di
Cremona; coinvolgere stabilmente le persone
con disabilità e le loro organizzazioni in
ogni processo connesso all’attuazione della
Convenzione; dare continuità, nel processo
di attuazione del Piano di zona, al tavolo
permanente attivato sui temi della disabilità
che si propone di assumere il progetto di
vita che riguarda la persona disabile come
filo conduttore che orienta la programmazione
e lo sviluppo dell’intero sistema dei servizi
e delle opportunità del territorio).
Dopo un breve dibattito, che ha visto intervenire
l’assessore alle Politiche Sociali Maura
Ruggeri, i consiglieri Laura Carlino (Forza
Italia), Maria Rita Balsamo (Partito Democratico)
e Matteo Lodi (Verdi), l’ordine del giorno
è stato approvato all’unanimità.
Mozione presentata in data 16 febbraio 2009
da consiglieri comunali vari - primo firmatario
Maria Rita Balsamo - in merito al DDL. n.
733 sulla sicurezza approvato dal Senato
in cui si chiede ai medici ospedalieri di
denunciare gli immigrati clandestini che
si recano in ospedale per essere curati (Testo
della mozione: Premesso che tutto il Consiglio
comunale e il gruppo del PD in primis condivide
il bisogno di sicurezza, che molti cittadini
esprimono, rispetto ad alcuni casi di criminalità
esercitati non dai clandestini in quanto
tali, ma da criminali in quanto tali e tra
questi anche da criminali clandestini: per
tale ragione si rende necessario attivare
dispositivi preventivi di sicurezza e di
integrazione per combattere la criminalità
in tutte le sue forme; ritenuto che l’enunciazione
non solo mediatica del ministro Roberto Maroni
“saremo cattivi con gli immigrati clandestini”
si è poi concretamente tradotta nel DDL 733
approvato dal senato che contiene la norma
in cui si chiede ai medici ospedalieri di
collaborare, attraverso la denuncia degli
immigrati clandestini che si recano in ospedale
per essere curati, incitandoli di fatto ad
eludere i fondamentali principi della deontologia
medica, secondo cui il medico deve curare
la persona bisognosa senza discriminazione;
considerato che tale denuncia determinerebbe
anche la caduta del principio del segreto
professionale per il personale sanitario
che invece è tenuto a tutelare il paziente
come essere umano; considerato che il concetto
di integrazione per il Governo passa per
una legge che impedisce, di fatto, di garantire
le cure agli immigrati clandestini e che
è stata approvata anche con un emendamento
presentato dalla Lega, che consente al medico
di denunciare lo straniero irregolare che
si rivolge alle strutture sanitarie pubbliche;
ribadito che è un provvedimento incurante
della deontologia medica e totalmente demagogico,
ma è soprattutto un provvedimento che rischia
di essere controproducente per la sicurezza
e la tutela sanitaria di tutti i cittadini
e non solo degli immigrati. Indurre un immigrato,
che necessita di cura, a non ricorrere ai
medici per timore di denuncia, viola l’art.
32 della Costituzione che contempla il diritto
individuale in quanto diritto umano di base
e l’interesse della collettività. Oltre a
ciò, si rompe il rapporto fiduciario tra
i pazienti che devono ricorrere alle cure
e alle strutture ospedaliere; considerato
che conseguenza di questo provvedimento potrebbe
risultare la nascita di percorsi sanitari
paralleli che sfuggono al controllo del Servizio
Sanitario Nazionale con il rischio che si
diffondano malattie infettive a scapito della
salute pubblica; ritenuto che a parere dei
Democratici non si possono governare i flussi
migratori con leggi intolleranti come questa,
che richiamano alla mente altre leggi di
antica memoria, il gruppo democratico si
chiede come gli esponenti della maggioranza
al Governo, laici ma anche cattolici, possano
aver votato un simile orrore legislativo
che lede la dignità della persona umana e
di fatto mette a rischio la salute della
comunità, in tutte le sue tappe, dalla nascita
alla morte. Esprimono forti timori per l’esposizione
cui saranno soggette le immigrate gestanti
che, per paura, non si recheranno nelle strutture
ospedaliere. La salute dei neonati e delle
puerpere potrà inoltre essere compromessa
nel percorso successivo, dall’allattamento
allo svezzamento, alla somministrazione dei
diversi vaccini. Impegna il Sindaco e la
Giunta a promuovere iniziative per sensibilizzare
tutti i cittadini e tutte le forze politiche
a sostenere i medici e tutto il personale
sanitario nel difficile compito di schierarsi
dalla parte dei più deboli. Si facciano inoltre
promotori perché i parlamentari cremonesi
esercitino una serrata pressione alla Camera
al fine di eliminare l’emendamento di denuncia
dei clandestini che si rivolgono alle strutture
sanitarie pubbliche per essere curati).
All’illustrazione della mozione hanno fatto
seguito gli interventi dei consiglieri Pierluigi
Rossetti (Rifondazione Comunista), favorevole
ad una campagna di disobbedienza verso quanto
previsto dalle disposizioni governative,
Alberto Cappellini (Partito Democratico),
Giacomo Zaffanella (Lega Nord), per cui l’argomento
trattato non è di competenza consiliare,
Carlo Malvezzi (Forza Italia), timoroso di
una rischio di strumentalizzazione di un
tema così delicato. Il dibattito è stato
concluso dall’assessore Maura Ruggeri secondo
la quale quanto trattato tocca da vicino
anche a livello locale e nessuno può rimanere
indifferente all’emendamento in approvazione
che non riguarda il tema della sicurezza,
ma quello dei diritti umani e del diritto
alla salute che coinvolge tutti quanti. Concluso
il dibattito, la mozione è stata posta in
votazione ed approvata (si sono astenuti
gli esponenti della minoranza, mentre i consiglieri
della Lega non hanno partecipato al voto).
Ordine del giorno in data 26 gennaio 2009
presentato dai consiglieri del gruppo consiliare
Partito Democratico Alessia Manfredini e
Leonardo Andrea Virgilio con cui si esprime
ferma contrarietà a qualsiasi ipotesi di
drastico ridimensionamento o soppressione
dello scalo aeroportuale di Milano Linate
(Testo dell’ordine del giorno: Premesso che
con l’avvio della nuova Compagnia Aerea Italiana
- CAI – è stato annunciato il piano industriale
dell’azienda che prevede, tra l’altro, il
deciso ridimensionamento dell’aeroporto di
Linate e una revisione delle rotte su Malpensa
a favore dello scalo romano di Fiumicino;
constatato che quotidianamente da Linate
c’è un elevato traffico d’affari verso le
capitali economiche europee come Londra,
Dusseldorf, Francoforte e Parigi, che consente
ad imprenditori, professionisti l’andata
e ritorno in giornata, senza contare l’opportunità
offerta dal “city airport” per i turisti.
Il ridimensionamento del “city airport” con
la sola tratta Roma-Milano chiuderebbe l’unica
porta per l’Europa del territorio, senza
contare le gravi ripercussioni per i cittadini,
i tour operator che sarebbero obbligati a
recarsi unicamente a Malpensa e le negative
ricadute occupazionali per i lavoratori e
l’indotto. La città ambrosiana è considerata,
tra l’altro, la capitale della moda, e il
presidente della Camera della Moda ha assunto
una posizione estremamente drastica contro
il ridimensionamento di Linate; atteso che
è di fondamentale importanza che questo “asset”
venga mantenuto perché se così non fosse,
lasciando cioè allo scalo di Linate solo
la navetta Milano Roma, ciò potrebbe portare
anche alla delocalizzazione degli uffici
delle multinazionali piuttosto che delle
imprese che hanno bisogno di mantenere forti
relazioni con il resto dell’Europa; verificato
che Milano ha mantenuto la sede dell’Expo
2015 che prevede l’arrivo a Milano di milioni
di visitatori, appare del tutto insensato
procedere proprio ora ad un ridimensionamento
di Linate che renderebbe assai disagevole
per i visitatori raggiungere da Malpensa
le città sud della Lombardia. In Europa,
inoltre, tutte le grandi capitali o città
dispongono di due aeroporti: un hub e un
airport; preso atto che il sistema infrastrutturale
viario e ferroviario del sud Lombardia è
già fortemente carente e, inoltre, i progetti
legati all’Expo paiono concentrarsi unicamente
su Milano ed il suo stretto circondario,
escludendo importanti interventi vitali per
questa parte del territorio, il Consiglio
Comunale si pronuncia fermamente contro qualsiasi
ipotesi di drastico ridimensionamento - o
addirittura soppressione – dello scalo aeroportuale
di Milano Linate. Invia copia di questo pronunciamento
al Presidente del Consiglio dei Ministri,
al Presidente della Giunta Regione Lombardia,
all’UPL, all’UPI e al Sindaco di Milano).
Dopo un breve dibattito che ha visto gli
interventi del sindaco Gian Carlo Corada
e del consigliere Giacomo Zaffanella (Lega
Nord), l’ordine del giorno è stato approvato
all’unanimità.
Mozione in data 6 febbraio 2009 presentata
da consiglieri vari del gruppo consiliare
Partito Democratico - primo firmatario Maria
Rita Balsamo - con cui si chiede la prosecuzione
del finanziamento a favore dell’Istituto
Superiore di Studi Musicali Claudio Monteverdi,
da parte del Ministero della Pubblica Istruzione
Università e Ricerca (Testo della mozione:
Cremona è riconosciuta a livello internazionale
come città della musica per gli illustri
liutai e compositori a cui ha dato i natali,
la cui tradizione continua nell’eccellenza
delle produzioni di strumenti ad arco, cui
si affiancano eventi di qualità quali il
Festival Monteverdiano, la Triennale degli
strumenti ad arco, che richiamano l’attenzione
di un turismo di èlite attento e qualificato;
Cremona è inoltre sede dell’Istituto professionale
per l’artigianato liutaio e del legno, la
scuola di corsi di perfezionamento di recente
istituzione. In questo contesto il Comune
si è impegnato da sempre a sostenere, promuovere
e valorizzare anche l’artigianato degli strumenti
ad arco favorendo e potenziando l’apertura
delle botteghe di liuteria nel centro cittadino.
Premesso che: è attiva a Cremona per l’impegno
del Comune una Scuola Civica di Musica che
conta ben 338 allievi di varie età; con decreto
del 25 luglio 2002 si è ottenuto il pareggiamento
ai Conservatori di musica statale di alcuni
corsi e tali corsi sono stati attivati dal
Comune; è stata costituita con delibera consiliare
del 22 maggio 2003 la Fondazione Scuola di
Musica Claudio Monteverdi e ne è stato approvato
il relativo statuto; con protocollo d’intesa
in data 30 settembre 2005 le organizzazioni
sindacali e il Ministero hanno definito direttive
per l’inserimento del personale degli Istituti
pareggiati nel sistema nazionale; con delibera
consiliare del maggio 2007 è stato approvato
lo statuto dell’Istituto superiore di studi
musicali Claudio Monteverdi, approvato definitivamente
dal Ministero dell’Università e della Ricerca;
con delibera n. 29 del giugno 2008 il Consiglio
Comunale ha preso atto dell’attivazione dell’Istituto
superiore di studi musicali C. Monteverdi
che assume autonomia amministrativa, finanziaria
e contabile per corsi pareggiati e dell’insediamento
degli organi di governo con l’affidamento,
a decorrere dal 1° settembre 2008, della
gestione dei corsi non pareggiati della Civica
scuola di musica all’Istituzione; con stesso
atto è stato espresso indirizzo affinché
la Fondazione cedesse onerosamente all’Istituto
il complesso della propria organizzazione
costituito dal proprio personale a tempo
determinato ed indeterminato, beni di proprietà
ed eventuali convenzioni e contratti attivi
e passivi in essere. L’Istituzione prevede
che tra gli organi collegiali il direttore
sia di nomina del Ministero della Pubblica
Istruzione, Università e Ricerca, attualmente
dimissionario. Appare perciò contraddittorio
che il Ministero stesso, a fronte di un finanziamento
erogato per il 2008 pari a euro 62.000,00,
faccia mancare pari rosse per il corrente
anno, compromettendo in questo modo il mantenimento
dei corsi frequentati da ben 338 allievi
e, per il pareggiato di 54 allievi che frequentano
il biennio e 75 il triennio di alta formazione
di cui 11 allievi già in possesso di diploma,
mettendo a rischio in modo significativo
l’offerta didattica. Il Consiglio Comunale
impegna il Sindaco e la Giunta ad attivarsi
per lo svolgimento di tutte le azioni necessarie
a garantire la continuità dei finanziamenti
in modo da qualificare sempre più l’offerta
didattica e permettere ai cittadini cremonesi
di accedere e beneficiare di un servizio
culturale di elevata qualità).
All’illustrazione della mozione ha fatto
seguito l’intervento dell’assessore Gianfranco
Berneri che ha spiegato le ragioni che a
suo tempo hanno portato a mantenere l’autonomia
dell’Istituto pareggiato e la giusta richiesta
di ricevere per questo i contributi statali:
se non ci saranno però finanziamenti ministeriali
bisognerà riprendere la strada che conduce
a diventare una prestigiosa sezione distaccata
del Conservatorio di Brescia. Messa quindi
ai voti, la mozione è stata approvata (si
sono astenuti i consiglieri della minoranza
presenti in aula).
Ordine del giorno presentato in data 20 febbraio
2009 dai consiglieri comunali del gruppo
consiliare Partito Democratico Roberto Galletti
e Luciana Carini in ordine al problema delle
dipendenze (Testo dell’ordine del giorno
- Oggi le culture giovanili sono caratterizzate
da ambiti di contatto ed interscambio tra
gruppi in cui agiscono soggetti di diversa
provenienza con mondi aperti, mobili dinamici.
Culture, stili di vita centrati sulle assunzioni
plurime o all’uso di più sostanze in sequenza
con preferenze che dipendono dal momento,
dal contesto, dall’offerta del mercato. La
relazione annuale al Parlamento sullo stato
delle tossicodipendenze in Italia rivela
che il 31,3% degli italiani - tra i 15 e
i 64 anni - e il 51% degli studenti - tra
i 15 e i 19 anni – trova le sostanze illegali
in modo “facile” o “piuttosto facile”. Perseguire
obiettivi preventivi a livello territoriale
non può semplicemente limitarsi a interventi
di prevenzione, ma significa favorire politiche
di inclusione sociale, di promozione, di
sviluppo delle fasce giovanili della popolazione,
di sostegno agli adulti, prevedendo il coinvolgimento
attivo di tutti i soggetti del territorio.
Premesso che: in questi anni il Comune di
Cremona ha consolidato, verso le nuove generazioni,
una tradizione di attenzione e di coinvolgimento
basata sia sull’attivazione di progetti ad
hoc, sia sullo sviluppo di una rete tra diversi
soggetti che operano a contatto con il mondo
giovanile; il Comune di Cremona si è dotato
di servizi e progetti educativi anche grazie
al prezioso coinvolgimento del privato sociale;
in passato sul versante delle politiche di
prevenzione alcune progettualità integrate,
coordinate dal Comune, hanno garantito una
forte sinergia con il SER.D. non solo sul
versante istituzionale, ma anche attraverso
il lavoro di equipe integrate; l’assenza
di un progetto sistemico rischia di condurre
a sovrapposizioni e ad un approccio concorrenziale
fra soggetti pubblici sulle diverse offerte
alle scuole della città; gli interventi di
educazione alla salute sono spesso erogati
in modo frammentato; è fondamentale avviare
e perseguire il processo di costruzione della
rete dei servizi pubblici e del privato sociale
a partire dalla centralità della persona,
in questo caso del ragazzo: è la centralità
della persona che guida la costruzione di
collegamenti, interazioni per l’utilizzo
ottimale delle risorse al fine di evitare
duplicazioni, sovrapposizioni. E’ la centralità
della persona che guida la proposizione del
complesso dei servizi necessari ad individuarne
le funzioni, le prestazioni, gli interventi.
E’ il senso della complessità, varietà, molteplicità
dei bisogni che riunisce le forze impegnate
nel contrasto della diffusione dell’uso/abuso/dipendenza
da sostanze; le muove linee guida della Regione
Lombardia si pongono l’obiettivo del coinvolgimento
attivo di tutti i soggetti presenti nella
comunità, creando connessioni tra i diversi
attori coinvolti, evidenziandone le interdipendenze,
le specificità e gli eventuali limitazioni,
senza che però essi perdano la propria identità;
l’organizzazione di servizio di presa deve
prevedere un confronto di valutazioni e punti
di vista diversi, ma deve anche diventare
un momento centrale nello studio e nell’analisi
del mondo giovanile, pena una continua scissione
e un progressivo allontanamento tra le diverse
linee di conoscenze e di valori; l’uso di
sostanze stupefacenti da parte di adolescenti
e giovani si concentra in particolare nel
tempo del divertimento serale e notturno
e ha portato a modalità innovative di prevenzione
all’interno delle discoteche dei locali pubblici
presenti sul territorio cremonese; i nuovi
bisogni richiedono ai servizi di lavorare
“fuori” potenziando le azioni nel territorio
e di intervento precoce, i servizi devono
organizzarsi in modo dinamico, duttile, flessibile,
in grado di penetrare nel mondo giovanile
con forme di contatto continue al fine di
monitorare le modificazioni, agire, esserci
nei vari contesti del mondo giovanile; chiediamo
alla Giunta: 1 – il consolidamento di una
progettazione integrata, centrata sui bisogni
dell’utenza, in grado di garantire e incrementare
il coinvolgimento delle agenzie educative,
delle famiglie, la complementarietà fra la
componente socio sanitaria e quella sociale
– educativa, promuovendo un’alleanza progettuale
tra il settore sanitario, gli enti locali
e le altre organizzazioni che operano nella
comunità; 2 – una progettazione di interventi
e di campagne preventive in contesti informali
quali discoteche, locali, pub, in accordo
con i gestori e con altre agenzie preventive
del territorio).
Su questo ordine del giorno, illustrato da
Roberto Galletti, è intervenuta Ilaria Giordano
(consigliere di Forza Italia) che ha spiegato
le ragioni per cui la minoranza non ha condiviso
in sede di commissione consiliare il testo.
A seguire Matteo Lodi (Verdi) ha fatto alcune
osservazioni soffermandosi sulla necessità
di verificare le cause del problema dipendenze,
mentre Domenico Maschi (Alleanza Nazionale)
ha ricordato un suo ordine del giorno su
una questione analoga però respinto dalla
maggioranza. Il dibattito è stato chiuso
dall’intervento del consigliere Andrea Virgilio
(Partito Democratico). L’ordine del giorno
è stato approvato (si sono astenuti i consiglieri
di minoranza).
Ordine del giorno presentato in data 27 febbraio
2009 dai consiglieri comunali del gruppo
consiliare Partito Democratico Alessia Manfredini
e Paolo Feroldi con cui si impegna la Giunta
Comunale ad esprimere la netta contrarietà
sulle modalità e sulla decisione del Governo
di ritornare al nucleare (Testo dell’ordine
del giorno - Premesso che: a più di un anno,
la crisi economica sta entrando nella fase
più complessa; tutti i Governi dei paesi
occidentali, ad eccezione del governo italiano,
stanno usando le politiche di bilancio e
fiscali in funzione anticiclica; gli Stati
Uniti d’America si accingono ad abbandonare
il nucleare e ad investire tutte le risorse
disponibili sulle fonti rinnovabili e sul
risparmio energetico, dando inizio ad un
cambio di strategia a livello mondiale; Considerato
che: il 24 febbraio 2009 è stata firmata
a Parigi un’intesa tra il governo francese
e italiano che di fatto segna la volontà
da parte del governo italiano di ritornare
al nucleare; a oltre 20 anni dal referendum
che sancì la fine del nucleare in Italia,
il governo Berlusconi torna a puntare su
questo tipo di energia e i tre documenti
sottoscritti definiscono la costruzione di
quattro centrali e avranno una potenza di
1600 megawatt, per un totale di 6.400 Mw,
pari al 25% del fabbisogno italiano; è in
esame in parlamento il disegno di legge del
Ministro Scajola che prevede la militarizzazione
dei siti interessati a impianti nucleari
e il centralismo delle decisioni in capo
al governo in merito alle decisioni di localizzazione
anche in presenza di pareri contrari di enti
locali e regioni; tale procedura va rivista
soprattutto in termini di democrazia territoriale;
Visto che: il nucleare non ci farà recuperare
i ritardi rispetto alle scadenze internazionali
per la lotta ai cambiamenti climatici; con
tale scelta, non si riuscirebbe a rispettare
l’accordo vincolante europeo 20-20-20 - secondo
cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono
ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990,
aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili
al fabbisogno energetico, ridurre del 20%
i consumi energetici - incorrendo in ulteriori
sanzioni da aggiungere a quelle ormai inevitabili
per il mancato rispetto di Kyoto; puntando
sulla costruzione di nuove centrali, si sposterebbero
anche le insufficienti risorse economiche
destinate allo sviluppo sulle rinnovabili
e al miglioramento dell’efficienza energetica,
abbandonando, di fatto, le uniche soluzioni
praticabili per ridurre in tempi brevi le
emissioni climalternti e per innovare profondamente
il sistema energetico nazionale; Rilevato
che: grazie al referendum del 1987, l’Italia
è stato il primo Paese tra i più industrializzati
ad uscire dal nucleare. Solo nel 2000, infatti
è stata seguita dalla Germania con la definizione
dell’exit strategy dalla produzione di energia
elettrica dall’atomo entro il 2020, e più
recentemente dalla Spagna; nonostante la
ripresa e l’intenzione dichiarata di programmi
nucleari in alcuni paesi, il nucleare è fonte
energetica in declino sullo scenario mondiale;
la tecnologia su cui vuole puntare il governo
italiano è quello di “terza generazione”,
che non ha risolto nessuno dei problemi noti
da anni: la sicurezza delle centrali, la
produzione delle scorie e dei rischi di proliferazione
di armi nucleari, la gestione dei rifiuti
radioattivi e lo smantellamento degli impianti
e la necessità di importare dall’estero l’uranio,
le cui riserve sono sempre più scarse; nonostante
da più parti si continui a dichiarare il
nucleare come una tra le fonti energetiche
meno costose, l’apparente basso costo del
KWh nucleare è dovuto esclusivamente all’intervento
dello Stato, direttamente o indirettamente,
nell’intero ciclo di vita di una centrale
dalla costruzione allo smantellamento sino
allo smaltimento definitivo delle scorie;
sulla sicurezza degli impianti ancora oggi,
a 22 anni dal terribile incidente di Chernobyl,
non esistono le garanzie necessarie per l’eliminazione
del rischio di incidente nucleare e conseguente
contaminazione radioattiva, come dimostra
la lunga serie di incidenti avvenuti nelle
nazioni vicine gli scorsi anni; non esistono
poi ad oggi soluzioni concrete al problema
dello smaltimento dei rifiuti radioattivi
derivanti dall’attività delle centrali e
dal loro decomissioning. Le circa 250 mila
tonnellate di rifiuti altamente radioattivi
prodotte fino ad oggi nel mondo sono tutte
in attesa di essere conferite in siti di
smaltimento definitivo, stoccati in depositi
“temporanei” o lasciati negli stessi impianti
dove sono state generate; oltre al problema
legato alla sistemazione definitiva delle
scorie, esiste anche la necessità di rendere
inutilizzabile il materiale fissile di scarto
per evitarne il possibile uso militare, a
maggior ragione in uno scenario mondiale
in cui il terrorismo globale è una minaccia
attualissima; occorre fare i conti con le
riserve di U235 - l’uranio fissile altamente
radioattivo che rappresenta il combustibile
dei reattori nucleari - al ritmo del consumo
attuale, la sua disponibilità potrà essere
stimata per circa 70 anni; Sottolineato che:
la mappa delle centrali in Italia, in Lombardia
e vicino al Comune di Cremona, prevede la
centrale di corso, in fase di decommissioning,
e i siti di Viadana e San Benedetto Po, già
individuati nei piani energetici nazionali
negli anni Settanta e Ottanta; Cremona è
a soli 15 km in linea d’aria da Corso; e
gli esperti di sicurezza nucleare sostengono
che i rischi maggiori di fughe radioattive
sono nel raggio di alcune decine di chilometri;
Considerato inoltre che: occorre prima di
parlare dell’opzione nucleare a risolvere
almeno sei criticità connesse alla sicurezza,
all’ambiente, alla partecipazione dell’industria
nazionale, all’economicità, alla costruzione
del necessario consenso sociale e alla ricerca;
sarebbe opportuno impegnarsi con maggior
determinazione sulla ricerca per la fissione
di nuova generazione e impianti di quarta
generazione, cioè su processi di produzione
elettrica da energia nucleare capace di risolvere
o di minimizzare i rischi in termini di sicurezza
e quelli connessi alla produzione di scorie
radioattive; è giusto domandarsi, quanto
contano nella globalizzazione i territori
e le loro esigenze; è giusto orientarsi verso
il federalismo territoriale, dove si costruiscono
consensi locali e forme di democrazia; il
Consiglio Comunale impegna la Giunta: a esprimere
la netta contrarietà sulle modalità e sulla
decisione del Governo di ritornare al nucleare
in quanto gli enti locali sono espropriati
da qualsiasi decisione e perché manca un
progetto organico e strategico relativo al
tema delle risorse energetiche; a invitare
il Presidente della Regione Lombardia e il
Presidente della Regione Emilia Romagna a
dichiararsi non disponibili ad installare
sui propri territori centrali nucleari; a
promuovere, nelle forme dovute, e ad implementare
il miglioramento dell’efficienza energetica,
del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili
sul territorio comunale).
All’illustrazione dell’ordine del giorno
ha fatto seguito un breve dibattito che ha
visto intervenire i consiglieri Matteo Lodi
(Verdi), Arrigo Frassi (Cremona per la Libertà),
Alberto Cappellini (Partito Democratico),
Daniele Burgazzi (Partito Democratico), Domenico
Maschi (Alleanza Nazionale), Carlo Malvezzi
(Forza Italia) e Goffredo Iachetti (Partito
Democratico). Al termine, dopo alcune valutazioni
critiche dell’assessore Carlo Dal Conte sulla
proposta governativa, l’ordine del giorno
è stato posto in votazione ed approvato (hanno
espresso voto contrario tutti gli esponenti
della minoranza).
 
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