15 Settembre, 2002
La smentita di Giuseppe Tadioli.
La smentita di Giuseppe Tadioli rispetto ad un articolo apparso sul giornale la Provincia dell’otto di aprile 2009.
La smentita di Giuseppe Tadioli.
La smentita di Giuseppe Tadioli rispetto
ad un articolo apparso sul giornale la Provincia
dell’otto di aprile 2009.
Caro Direttore,
rispetto alla pagina di oggi a margine delle
Note di fine mandato, sento la necessità
di precisare che non mi riconosco affatto
nei “virgolettati” che mi sono attribuiti.
Tanto meno nel titolo “abusi e dissesto,
ora è tutto finito”.
Nel massimo rispetto della libertà di informazione,
è fondamentale distinguere però fra interpretazioni
(naturalmente legittime) e virgolettati.
1) come è ben noto non ho mai pensato che
Sospiro sia (o sia stato) una realtà di “abusi
e dissesti”. Queste semplificazioni non mi
appartengono e non mi sono mai appartenute(cinque
anni di lavoro lo confermano).
Le Note di sintesi per un bilancio di mandato,
infatti, lo testimoniano. In forma scritta.
Sospiro vede la presenza di due mondi: “una
realtà geriatrica fra le più moderne e avanzate
… una seconda (disabilità) da troppo tempo
ferma su modelli obsoleti, con un forte malessere
diffuso nella gran parte degli operatori
e dei professionisti”. (p. 3)
2) non ho mai amato il manicheismo. Alle
continue riproposizioni di una “mitica età
dell’oro”, di cui pure siamo stati vittime
in questi anni, abbiamo sempre risposto invitando
a spostare il confronto sul futuro.
Il passato è passato. E’ più importante occuparsi
del futuro.
E cinque anni di lavoro (peraltro difficilissimi
e unici nel loro genere) ne sono la testimonianza
concreta.
Oggi che finalmente siamo in una fase nuova,
con un territorio che complessivamente ha
meglio capito la “questione sospiro”, perché
tornare indietro?
Sospiro e la sua modernizzazione non ha proprio
alcun interesse in tal senso.
3) quelle Note di fine mandato sono uno sforzo
concreto di “responsabilità sociale”.
Restituire al territorio e alla comunità
politica e istituzionale risultati, senso
e questioni aperte di un mandato quanto mai
difficile. In alcuni momenti caotico. Cercare
di fare chiarezza serve a tutti.
Soprattutto se guarda avanti (come quelle
note cercano di fare).
Senza polemiche che già hanno danneggiato
a sufficienza in tutti questi anni lo sforzo
di molti di cercare insieme le strade del
cambiamento sociale. Ed è stato un impegno
quotidiano difficile, duro. Che va riconosciuto
alla gran parte degli operatori e dei professionisti.
Se Sospiro ha ottenuto alcuni risultati significativi
in questi anni, il merito è di molti.
Per questo tendo ad usare il “noi”, piuttosto
che un “io” davvero fastidioso.
4) della prima parte (il quadro di partenza)
colpisce soprattutto “il deficit strutturale
di consapevolezza”. I primi due anni e mezzo
del mandato sono stati letteralmente “tormentati
e consumati” intorno alla reale situazione
economica. E alle responsabilità della perdita
di bilancio. Quando nel 2003, un anno prima
dell’attuale CDA, una nota ufficiale della
Direzione parlava di “una situazione fortemente
critica, per ormai il quarto anno consecutivo”
(dal 1999). Questo è il vero dato su cui
riflettere.
Sospiro ha perso due anni e mezzo, forse
tre, per tornare ad una situazione interna
più serena.
Ma in particolare è la terza parte che conta
(le questioni aperte). Il futuro. Per Sospiro
e per il “sistema cremona”. Soprattutto dopo
la ricerca Provincia/Politecnico di fine
2007 sulle “scarse capacità di queste Fondazioni
di reggere il futuro e i cambiamenti che
porta con sé”.
Il modello di governance, dunque, la committenza
territoriale, il futuro della Villa, il Piano
di investimenti e di sviluppo, i nuovi servizi
di filiera nel territorio in area disabilità.
Questi sono i veri nodi di fondo. Il futuro.
Non si capisce perché il centro debba sempre
essere il passato.
Questo è stato il vero problema di Sospiro
in questi anni. Adesso però, finalmente,
ne siamo davvero usciti. E non è interesse
(né nostro, né di nessuno, credo) rientrarci.
Giuseppe Tadioli.
 
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