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15 Settembre, 2002
Le domande del Coordinamento CREAfuturo ai candidati Sindaco e Presidente della Provincia di Cremona
Hanno risposto:Gian Carlo Corada; Pier Angelo Ongari; Oreste Perri e Giuseppe Torchio; Massimiliano Salini; Giampaolo Dusi

Le domande del Coordinamento CREAfuturo ai candidati Sindaco e Presidente della Provincia di Cremona sul nucleare:
1) Di fronte alla decisione di far rientrare l’Italia tra i Paesi produttori di energia elettrica da fonte nucleare e di fronte alla possibilità che le nuove centrali nucleari vengano costruite sulle rive del Po, la sua posizione è favorevole o contraria o ancora incerta ?
2) Nel disegno di legge, approvato giovedì 14 maggio dal Senato e ritornato alla Camera dei Deputati, tra le procedure previste per favorire la collocazione di nuove centrali nucleari sul territorio italiano viene prevista la misura del commissariamento degli Enti locali che si opporranno a tale decisione. Condivide questa norma?
3) Se nei prossimi mesi, come prevede il testo del disegno di legge, venisse indicato come “sito idoneo” per la costruzione di una centrale nucleare una località posta entro il raggio di 15 chilometri dalla Provincia e dalla città di Cremona, sarebbe favorevole a promuovere, da parte della Istituzione locale di cui farà parte, un Referendum apposito per far pronunciare esplicitamente la popolazione ?

Le risposte pervenute:
Tra i candidati a Sindaco hanno risposto : Gian Carlo Corada; Pier Angelo Ongari; Oreste Perri

Tra i candidati a Presidente della Provincia : Giuseppe Torchio; Massimiliano Salini; Giampaolo Dusi

Un primo importante obiettivo è stato raggiunto: diversi candidati hanno cominciato ad esprimersi sul tema che da mesi riteniamo centrale per il futuro della nostra comunità e di grande interesse per l’opinione pubblica cremonese. Diciamo grazie a tutti quelli che hanno cominciato a interloquire con noi.
Continuiamo a ritenere sbagliato l’atteggiamento del Governo che da un lato ha fatto da mesi il grande annuncio dell’accordo con la Francia per la costruzione di 4 nuove centrali nucleari in Italia, dall’altro ha rinviato a dopo le elezioni amministrative la delicatissima questione dell’individuazione dei “siti” dove collocarle.
Noi al contrario abbiamo proposto di giocare a carte scoperte, di usare la vista lunga prevedendo quali siano a giudizio dei candidati le scelte migliori per Cremona e la sua Provincia, di fronte all’ipotesi dell’installazione di una di queste centrali praticamente a casa nostra. Con alcuni candidati le distanze rimangono enormi, ma almeno il confronto si è avviato. Tutti lamentano gravi carenze informative, noi per primi. I media locali e nazionali hanno la tendenza a mettere sempre e solo in primo piano il teatrino della politica e non l’informazione politica che è altra cosa: è analisi, conoscenza dei dati, proposta.
Insistiamo perché nel nostro territorio ci sia più dialogo, più confronto, più pluralismo ascoltando le voci della società civile, che sono le associazioni ma anche esperti e competenze. Segnaliamo per alcuni direttori dei media locali come sia stato un gravissimo errore non cogliere l’enorme rilevanza per la comunità cremonese del rischio di una nuova centrale nucleare nel raggio di 15 chilometri dalla città. Se avessero avviato per tempo un grande confronto aperto, libero, democratico oggi saremmo più avanti nel dialogo o, almeno, nel chiarimento delle diverse posizioni. A ridosso delle elezioni il chiarimento diventa più complicato e tuttavia ugualmente indispensabili

Oreste Perri ha risposto ieri pomeriggio ai tre nostri quesiti. Si è dichiarato favorevole al nucleare anche sul Po scrivendo che “ per amor di verità va dal Piemonte fino allo sbocco in mare a Venezia” e sostenendo che ”avere centrali nucleari in territorio francese e sloveno, ma posizionate al confine con l’Italia è come averle in casa, sia in termini di potenziale rischio sia in termini di inquinamento”. Sulla questione del commissariamento degli Enti locali , sostiene che anzi questa misura andrebbe allargata alla costruzione di tante infrastrutture e “prevista per tutte le situazioni nelle quali gli interessi di pochi, magari dettati ed argomentati da pregiudizi ideologici, prevalgono sugli interessi della maggioranza.” Sul terzo quesito dice ” sarei assolutamente favorevole alla promozione di un referendum popolare, ma solo a fronte di una campagna informativa corretta, scientifica, con dati certi e non viziata da quei famosi pregiudizi ideologici.”

Gian Carlo Corada ha risposto in modo telegrafico, visibile anche sul suo blog, ai tre quesiti posti da CREAfuturo : No alle nuove centrali nucleari. No alla misura del Commissariamento degli Enti Locali prevista dal Disegno di Legge in approvazione alla Camera dei Deputati. Sì all’indizione di un apposito Referendum cittadino per far esprimere la popolazione nell’eventualità venga scelto un “sito” nucleare alle porte di casa nostra.

Di uguale contenuto le posizioni espresse da Pier Angelo Ongari, per la Lista unitaria PRC-PdCI , il quale ha preferito consegnarci una risposta complessiva, ritenendo il ritorno al nucleare “una decisione gravissima perché in netto disprezzo della volontà popolare espressa con un referendum strumento supremo della democrazia”. Giudicando “ gravissima la scelta di aver estromesso gli Enti Locali da qualsiasi possibilità di dire la propria” sugli insediamenti nucleari, si dice favorevole a “vere e proprie consultazioni e mobilitazioni”.

Di fronte a queste prese di posizione, quello che ci sentiamo di dire è che circa metà dello schieramento politico è favorevole allo strumento del Referendum cittadino come strumento democratico di espressione diretta della volontà popolare sulla questione dei prossimi insediamenti nucleari. L’altra metà con Oreste Perri si dice favorevole a certe condizioni. Ma poiché il Referendum cittadino sarebbe promosso dal Comune come istituzione, è evidente che ogni parte sarà libera di sostenere le tesi e le valutazioni che ritiene più opportune giudicando “ideologiche” quelle che non condivide: è il pluralismo! Le garanzie le darà invece lo stesso Comune in quanto istituzione.
Quella del Referendum cittadino non è una scelta scontata, è una scelta straordinaria, la prima che viene annunciata da una città che già oggi anticipa i tempi . Le motivazioni di Corada e Ongari sono diverse e compatibili con quelle di Perri. Perri è convinto che ci sia una maggioranza favorevole al nucleare: ebbene il referendum lo verificherà! Corada e Ongari dicono con chiarezza al Governo che, se insisterà nell’imporre dal centro le sue decisioni unilaterali, si troverà di fronte non tanto le proteste che Berlusconi vorrebbe per mobilitare l’esercito, quanto l’espressione diretta della volontà popolare. Per avere la certezza che il Referendum cittadino sarà il nostro strumento democratico e nonviolento bisogna che il centrosinistra si riconfermi alla guida dell’amministrazione, oppure che il centrodestra si dichiari comunque interessato a far pronunciare i propri concittadini attraverso un Referendum promosso dall’Amministrazione Comunale in quanto istituzione. Del resto l’esito del Referendum è aperto e sarà il risultato di più confronto, più informazione, più partecipazione.


Giuseppe Torchio, invece di rispondere ai nostri tre quesiti, ha preferito offrirci il suo contributo sulla questione segnalandoci le recenti interviste e gli articoli pubblicati sulla stampa locale. No alla nuova possibile centrale nucleare di Caorso, vista anche l’esperienza delle ingiuste ripartizioni nelle compensazioni. Sì alle energie rinnovabili, sì al progetto di regimazione del Po e all’utilizzo idroelettrico dei salti d’acqua. Attenzione all’uso plurimo, anche a fini agricoli, della risorsa acqua che non deve essere sottratta dalle grandi quantità che sarebbero richieste per raffreddare le nuove centrali nucleari sul Po. Dunque nessuna attività energetica della filiera nucleare sul nostro fiume, ma sviluppo della navigazione interna, dell’idroelettrico e dell’irrigazione con benefici ambientali naturali. Coniugare difesa del territorio ed energia pulita significa fare della Provincia di Cremona un’area “ Carbon Zero”, esempio di valore europeo. Maggiore considerazione delle Autonomie locali da parte del Governo sono la premessa di ogni possibile collaborazione per uscire dalla crisi economica attuale.

Anche Massimiliano Salini, invece di rispondere ai nostri quesiti, ha preferito inviarci il testo di una sua intervista ad un giornale locale, giudicando le “ domande molto simili”. In realtà non è proprio così, visto che il terzo quesito lo abbiamo posto finora solo noi ; anche se dobbiamo dare atto al candidato Salini che una sua posizione l’ha comunque espressa, senza troppe reticenze. Si dichiara favorevole sia alle energie rinnovabili che al ritorno del nucleare in Italia; pensa che questo possa diminuire il costo dell’energia elettrica; ritiene che le centrali nucleari siano sicure e che ci siano stati solo due ”incidenti rilevanti: quello di Three Mile Island e quello di Chernobyl”. Ammette che ci sia il problema delle scorie radioattive ma che una corretta informazione ridimensionerebbe l’eccessivo allarmismo. Sulla collocazione delle centrali sul Po il suo punto di vista è quello di “ mettersi in sintonia con le linee generali del nostro Paese” e definisce “spauracchio” da non agitare la “centrale vicino casa.” Sul possibile commissariamento degli Enti locali, li definisce “ non augurabili”, “ una prospettiva da evitare” però… “ però non si può auspicare una situazione di scontro totale a causa di chi dice “no” ad ogni costo.”

Giampaolo Dusi ha inviato un breve messaggio in cui sostiene l’importanza delle energie rinnovabili in alternativa al nucleare anche perché creano più occupazione, dice No al nucleare perché pericoloso, No al commissariamento degli Enti locali, si dichiara favorevole ad un Referendum anche su base provinciale.

Come si può vedere dalle risposte, è evidente che la scelta nucleare spacca in due gli schieramenti politici e, molto probabilmente, anche l’opinione pubblica è spaccata in due a livello provinciale e nazionale.
Mentre le energie rinnovabili sono sostenute da ambedue gli schieramenti : la nostra riflessione allora ci porta a domandare come mai non si incentivi e privilegi lo sviluppo delle energie rinnovabili che producono anch’esse elettricità, che godono di ampio e trasversale consenso, e invece si insiste sulla costruzione di nuove centrali nucleari ?
Seconda riflessione, la potremmo definire “ con le buone o con le cattive”. Noi apprezziamo la schiettezza di Salini, ma non la sua concezione di democrazia e di consenso. La costruzione di una centrale nucleare non è un obbligo, non è nemmeno un bene in sé. E’ una scelta più o meno opportuna, è una modalità di produzione di energia che una comunità ha il diritto di rifiutare, preferendole un'altra modalità che magari giudica migliore sotto vari aspetti. Anche la scelta di un “sito” dove installare una centrale è una scelta discrezionale. Ma se all’Ente locale si lascia solo la strada di subire quella scelta “ con le buone o con le cattive” , che autonomia reale ha ? La democrazia permette sempre almeno due strade, due opzioni. La libertà di una persona, di una comunità è reale se può dire sì o può dire no. Nelle procedure scelte dal Governo per l’individuazione dei siti dove collocare le nuove centrali nucleari non è previsto che un territorio possa avere un punto di vista diverso, autonomo, indipendente. Ci fa piacere che Salini preferisca usare “le buone” ma se non riesce a convincere una popolazione, che fa? Passa alle “cattive”, o prende atto che il consenso in quell’area, in quel territorio non c’è ?
Ecco perché era importante che i candidati riflettessero soprattutto sul terzo quesito che avevamo posto: quello del ricorso al Referendum anche a livello provinciale. Ma il confronto è appena cominciato e deve maturare ancora. Noi siamo contenti di aver contribuito in piccola parte a tracciare questo percorso.

 


       



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