15 Settembre, 2002
Imprese grafiche-cartotecniche: grande preoccupazione
La crisi colpisce duramente il settore, molte le chiusure anche in provincia di Cremona.
Imprese grafiche-cartotecniche: grande preoccupazione
La crisi colpisce duramente il settore, molte
le chiusure anche in provincia di Cremona.
Cremona 28 ottobre 2009 – Eurolitho è una
realtà importante del nostro territorio e
per l’ennesima volta in difficoltà. «Mi permetto
di fare alcune riflessioni - afferma Vittorio
Venturini, Presidente di CNA Comunicazione
- non tanto sull’attuale vicenda, ma sul
contesto in cui tutto questo avviene come
imprenditore, conoscitore del mercato della
stampa e come presidente dell’Unione CNA
Comunicazione. Forse non farei il mestiere
che faccio se non fosse per quella realtà
in cui mio padre era capo reparto negli anni
’60, prima di mettersi in proprio e fondare
insieme a mia zia la Legatoria Venturini».
Eurolitho è una Legatoria storica del nord
Italia che nel tempo ha avuto svariate gestioni:
fondata all’epoca del fascio, dopo la guerra
diventa un’azienda dello Stato, quando era
ancora Cremona Nuova gestita dall’IRI, poi
GEP in mano alla Sig Quarestani, poi Eurollitho
del Sig. Aimini oggi in co-proprietà con
un gruppo di Milano. Lo scenario globale
è di una guerra economica mondiale in cui
interi comparti di economia vengono spazzati
via ed anche nel settore grafico numerose
aziende stanno chiudendo o hanno già chiuso,
altre si stanno ridimensionando fortemente,
altre delocalizzando, solo alcune resistono
ma a fatica.
«Basti pensare che in un anno - continua
Venturini - diverse importanti realtà a livello
nazionale, che hanno fatto scuola nel nostro
settore, Lem, Legoservice, Canale, Albani,
A4, Toriani, Leb addirittura Mondadori che
ha ceduto i suoi stabilimenti di produzione,
non esistono più. Si tratta di un pezzo di
economia di un paese, competenze, aree industriali,
ma soprattutto di centinaia di persone. E,
nonostante tutto, queste aziende hanno chiuso
prima di cominciare a fare danni seri a se
stesse e al mercato, altre stanno vacillando
evadendo ordini sottocosto per saturare la
produzione sperando che l’economia riparta
da un momento con l’altro. Una scelta discutibile
quest’ultima, perché competere con la Cina
sul prezzo, vuol dire andare al massacro
soprattutto in un Paese dove i costi di produzione
aumentano (vedi energia elettrica) e, anche
se il mercato ripartirà, non sarà più come
prima».
Un esempio sono il fenomeno degli allegati
ai giornali che ha sì dato una boccata d’ossigeno
al settore negli scorsi anni ma ben sapendo
che non poteva durare a lungo e, a breve
termine, non si verificherà più. Oggi più
che mai gestire un impresa è comporta molte
difficoltà, se questa cosa è vera per le
piccole, forse lo è ancor di più per le grandi:
le tirature si sono ridotte ed i costi di
gestione incidono fortemente sui prezzi del
singolo pezzo che in una legatoria di livello
industriale vanno da 0,10 ai 3 euro al massimo
per i volumi più prestigiosi.
«In realtà il settore editoriale-grafico
- prosegue Venturini - è in crisi da alcuni
anni. Gli editori europei, per i quali numerose
aziende italiane lavoravano, tra cui Eurolitho,
hanno spostato le loro commesse in Cina (solo
1/4 rimane in Europa), inoltre il mondo della
carta stampata è messo in forte discussione
dai nuovi strumenti di comunicazione verso
i quali le nuovissime generazioni sono più
predisposte. Non è un caso che in America,
anticipatore di molti fenomeni di massa,
i grandi giornali stanno vendendo i loro
reparti stampa e investono sul web, realtà
che, se pure in maniera marginale, si vede
anche da noi. I cataloghi stanno sempre più
passando dal supporto cartaceo a quello telematico
con ovvi vantaggi sulla rapidità di ricerca.
Il fenomeno dell’e-book è in crescente aumento
in Giappone: con una connessione internet
si può accedere ad una libreria virtuale
in cui acquistare un libro virtuale e leggerlo
attraverso il computer o addirittura un telefonino
eliminando i costi di stampa, legatoria e
distribuzione».
«Il mondo va avanti, non si può certo fermare
questo processo - conclude Venturini - e
io stesso, forte sostenitore della carta
stampata, sono un fruitore di alcuni di questi
nuovi sistemi. Sono però consapevole del
fatto che il buon vecchio libro ha ancora
molto da dire: può ancora stimolare la fantasia
di molti bambini, alimentare i sogni di molti
ragazzi e le emozioni di donne e uomini che
hanno voglia di leggere, cosa per la quale
il nostro paese non sembra molto appassionato.
Al di là dei problemi contingenti di Eurolihto
occorre un forte progetto industriale, quello
che forse è mancato negli ultimi anni, che
sappia fare sintesi sull’attuale situazione
globale e trovare un mercato di sbocco per
questa azienda rilanciandola a livello internazionale.
Sarà fondamentale per avere anche nuova fiducia
dai creditori, dai dipendenti, vera risorsa
di un’azienda vincente, e dal nuovo mercato.
Se è vero che produrre in Asia costa meno
e alle aziende italiane non rimane che giocare
la carta della qualità e del Made in Italy,
è altrettanto vero che questo passa dalla
testa e dalle mani di operai che devono avere
questa consapevolezza. Ognuno deve fare la
sua parte. Auguro a questa azienda di poter
uscire presto da questo momento di particolare
difficoltà e di poter continuare ad essere
una realtà importante nel panorama delle
aziende grafiche italiane con la quale continuare
a collaborare come fatto in questi anni in
maniera sinergica».
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