15 Settembre, 2002
Testamento biologico, Diritti negati. (di Caterina Ruggeri)
Anch’io sarò tra le cittadine e i cittadini che sabato 7.11 consegneranno all’Ufficio Protocollo del Comune di Cremona il proprio Testamento Biologico.
Sono sicura che saremo in tanti a compiere questo gesto, così come sono state numerose le persone che si sono fermate al tavolo allestito al mercato nei due sabati passati e che hanno sottoscritto la dichiarazione di VOLONTÀ ANTICIPATA PER I TRATTAMENTI SANITARI (Testamento Biologico). C’è stata una risposta decisa e forte che ha sorpreso un po’ tutti noi e che ha dimostrato come i cittadini siano molto più avanti nella elaborazione rispetto a chi fa le leggi. In particolare riguardo a quelle leggi che toccano la sfera etica e che hanno una pesante ricaduta sulle libertà e sui diritti delle persone.
Due parole magiche, libertà e diritti, troppo abusate. In questi giorni, nel dibattito sul testamento biologico, stiamo assistendo in Commissione parlamentare alla negazione dei fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione, proprio da chi utilizza “Libertà e Diritti”come quotidiano messaggio politico.
Non è vero che si tratta di temi complessi, quasi elitari, difficili da comunicare e da condividere. Al contrario la volontà di non essere calpestati nel diritto alla autodeterminazione in materia di trattamenti sanitari è chiara e decisa in tutte le persone che volontariamente si sono fermate al presidio del Comitato Cremonese per la Libertà di cura e di ricerca scientifica.
Persone di ogni età, donne, tante, e uomini che vogliono decidere e determinare, in un modo o nell’altro, a quali modalità di cura affidare il proprio corpo nel caso la malattia lo privi dei mezzi per esprimere la propria volontà. Con il testamento biologico non si vuole imporre nulla a nessuno, ma si lascia la libertà di decidere.
Una scelta laica, da rispettare.
Caterina Ruggeri
 
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