15 Settembre, 2002
Saldi: grave errore partire il 2 gennaio
Pugnoli (ASCOM): ancora una volta nessuna attenzione per i professionisti del Terziario
Saldi: grave errore partire il 2 gennaio
Pugnoli (ASCOM): ancora una volta nessuna
attenzione per i professionisti del Terziario
I saldi che iniziano sabato 2 gennaio sono
un grave errore – sottolinea Claudio Pugnoli,
presidente di ASCOM – per almeno 3 ragioni.
Anzitutto perché l’inverno è iniziato solo
tre settimane fa, quando ha iniziato a far
freddo. Altro che fine stagione! Poi non
dimentichiamo che ai negozianti le ultime
consegne sono state recapitate a metà novembre,
a prezzo pieno. Che senso ha scontarle poco
più di un mese dopo? Infine c’è un problema
di organizzazione. Dopo 40 giorni ininterrotti
di apertura, concedere una pausa sarebbe
stato una dimostrazione minima di rispetto
e attenzione per i professionisti del terziario.
Invece, in questo modo, la sera di San Silvestro,
dopo che si è abbassata la saracinesca occorre
iniziare a definire i nuovi prezzi, preparare
reparti e allestire le vetrine. Un lavoro
lungo che per quasi tutti occuperà anche
il capodanno!”
Per questo Federmoda, Confcommercio Lombardia
e con loro anche la nostra Ascom avevano
chiesto uno slittamento, almeno al 5 gennaio.
“Abbiamo chiesto di spostarli – osserva Pugnoli-
ma non siamo stati ascoltati”. Non si è,
infatti, riusciti a trovare un accordo, né
con le Regioni vicine, che partiranno il
2 gennaio, né all’interno della categoria.
Il Veneto e l’Emilia Romagna, ad esempio,
hanno detto no a qualsiasi posticipo ed anche
Federdistribuzione e Confesercenti hanno
preferito iniziare sabato. Così l’assessore
regionale Franco Nicoli Cristiani non ha
potuto cambiare data.
Ora l’auspicio è che almeno i saldi invernali
facciano segnare un buon risultato per le
vendite. Nel contesto generalizzato della
crisi, infatti, il comparto della moda è
stato sicuramente tra i più colpiti: le vendite
dei capi autunno-inverno hanno registrato
un andamento assolutamente debole e di conseguenza
le scorte nei negozi sono elevate. L’ampia
offerta quindi di prodotti e sconti medi
superiori al 40% lasciano, dunque, prevedere
una stagione di saldi moderatamente positiva.
Uno studio di Confcommercio, infatti, stima
che sei famiglie su dieci faranno acquisti
profittando delle vendite promozionali ed
ognuna spenderà in media 418 Euro per abbigliamento
ed accessori, per un totale di spesa di 6,1
miliardi: un importo che incide per il 21
percento sul fatturato del settore.
“Queste cifre – sottolinea Alessandro Bandera,
presidente del Gruppo Moda provinciale -
confermano la fiducia dei consumatori in
un acquisto considerato sicuro, con buoni
sconti e con prodotti ritenuti di qualità,
comprese le griffe. Possono dunque, zittire
definitivamente ogni vecchia polemica circa
l'inaffidabilità della merce venduta durante
i saldi”.
 
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