15 Settembre, 2002
Claudio Pugnoli in merito allo stop al centro commerciale di Leno
Con soddisfazione le Associazioni del Commercio di Cremona, Brescia e Mantova, hanno accolto lo stop al centro commerciale di Leno.
Dichiarazione del presidente dell’Ascom di
Cremona Claudio Pugnoli in merito allo stop
al centro commerciale di Leno
Con soddisfazione le Associazioni del Commercio
di Cremona, Brescia e Mantova, hanno accolto
lo stop al centro commerciale che avrebbe
dovuto sorgere a Leno, a poche centinaia
di metri dal casello di Manerbio e a soli
venticinque chilometri dalla nostra città.
La struttura era stata programmata in una
zona “completamente satura – spiega Claudio
Pugnoli -. Per le dimensioni ( avrebbe dovuto
interessare un’area di 71.000 mq, 43.500
a destinazione di vendita, mentre l’intervento
complessivo considerando anche viabilità,
aree accessorie, aree standard avrebbe raggiunto
un’estensione di 400.000 mq) il nuovo centro
avrebbe portato alla desertificazione degli
esercizi di vicinato anche in parte della
nostra provincia e in quella di Mantova.
Per rendere misura sarebbe stata una struttura
più che doppia del nostro Ipercoop, seconda
solo all’Orio Per questo abbiamo fatto fronte
comune contro il progetto, coinvolgendo anche
le Istituzioni locali. Il presidente Ascom
di Brescia ha, in più occasioni, sottolineato
l’importanza del fare squadra ed ha condiviso
la gioia del successo riconoscendoci non
poco del merito. Lo stesso vicepresidente
regionale Gianni Rossoni non ci ha fatto
mancare il suo supporto. Alla fine le nostre
ragioni hanno prevalso”.
Già oggi per gli esercenti la situazione
non è facile perché in quell’ambito territoriale
esiste una fortissima presenza di grandi
centri commerciali, di cui alcuni recentissimi
e qualcuno già fatica ad avere l’ampia clientela
necessaria per mantenere in vita tali complessi.
Il valore di trecento metri quadri ogni mille
abitanti pone la Lombardia ai primi posti
a livello nazionale
Il discorso si ricollega inevitabilmente
al ruolo dei centri commerciali, «una minaccia
- secondo il presidente di Ascom - alla possibilità
delle piccole imprese, che non hanno accesso
ai centri, di sopravvivere: le barriere d'entrata
sono tante ed elevate ed arginabili da catene
che mettono in atto economie di scala forti,
non sostenibili dai piccoli imprenditori.
La densità nella zona di Leno supera quella
nazionale e non soltanto; è superiore, per
dire, alle province di Trento e Bolzano messe
insieme”.
“Le attività commerciali nei Comuni adiacenti
a questi grandi insediamenti - continua Pugnoli
- si è ridotta sempre di più negli ultimi
anni, non potendo reggere il confronto economico
con i centri di grande distribuzione. Ciò
costituisce un impoverimento per la vita
dei nostri paesi, che rischiano di trasformarsi
in dormitori, creando le basi per l’emarginazione
delle persone più deboli che non hanno grande
mobilità e che rischiano, in un immediato
futuro, di non potersi approvvigionare nel
proprio paese. Al contrario occorre proseguire
nella linea dei distretti e della valorizzazione
del commercio di vicinato. Una scelta vantaggiosa
dal punto di vista economico e necessaria
da quello sociale”.
 
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