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15 Settembre, 2002
le proposte dei Ds Lombardia in Regione Lombardia
LA GIUNTA COSTRETTA A FARE MARCIA INDIETRO SULLA MODIFICA DELLA LEGGE SANITARIA REGIONALE ,RETE FERROVIARIA REGIONALE: MANCANO LE RISORSE , AMBIENTE: NON CI SONO ALTERNATIVE A KYOTO ..ecc

LA GIUNTA COSTRETTA A FARE MARCIA INDIETRO SULLA MODIFICA DELLA LEGGE SANITARIA REGIONALE

La scorsa settimana, durante il dibattito in commissione Bilancio sulla manovra finanziaria regionale 2004, la Giunta aveva presentato un emendamento di modifica sostanziale della legge che disciplina la sanità regionale (legge 31), additata, fino a ieri, come vanto delle capacità innovative della Giunta Formigoni. La modifica non era di ordine tecnico, tanto meno indispensabile per chiudere, come aveva sostenuto la Giunta, la sperimentazione gestionale del modello lombardo, né era necessaria per avanzare al Ministero della Sanità l'istanza per il riconoscimento degli IRCCS (istituti sanitari di ricerca). Si trattava di un restyling della legge 31 di una certa consistenza che archiviava alcuni cardini della legge dimostratisi insostenibili. Si volevano così far passare sotto silenzio modifiche che, se discusse adeguatamente, avrebbero creato non pochi imbarazzi alla Giunta Formigoni.Rispetto all'ennesimo tentativo di usare la sessione di bilancio - che prevede il contingentamento dei tempi di discussione - come un bavaglio per il Consiglio, le opposizioni hanno usato l'unico mezzo a loro disposizione, la predisposizione di diverse centinaia di emendamenti per costringere la Giunta, in Consiglio, a spostare l'attenzione dal bilancio alla sanità. A fronte della determinazione delle opposizioni, con una maggioranza in continua fibrillazione, la Giunta, per timore di rinnovate imboscate, si è vista costretta a depositare un emendamento che cancella quello che aveva imposto la scorsa settimana. "Il gioco è ora scoperto, la Giunta ammette la sua debolezza - ha dichiarato Pierangelo Ferrari capogruppo Ds. Non vi era una vera urgenza nella proposta di modifica della 31, ma solo il tentativo di evitare un confronto aperto in Consiglio regionale. Un confronto nel quale la maggioranza sarebbe costretta a riconoscere che si cominciano a intravedere crepe sempre più consistenti sia finanziarie sia gestionali, nel decantato 'modello Formigoni'".
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RETE FERROVIARIA REGIONALE: MANCANO LE RISORSE

L'incidente ferroviario sulla Milano-Saronno, sul quale le inchieste aperte dalla Magistratura appureranno le responsabilità, evidenzia lo stato di progressivo peggioramento del servizio ferroviario regionale. Secondo i dati forniti dalla stessa Regione Lombardia il servizio ferroviario soffre ormai cronicamente di insufficienza dell'offerta e mancanza di regolarità. La rete ferroviaria regionale si stende su 1.887 chilometri, dei quali 355 non elettrificati. Su 540 di questi (circa un terzo) le tratte ferroviarie sono da considerarsi sature o con densità di circolazione superiore al 75% (si tratta delle Linee Milano-Novara, Milano-Como-Chiasso, Luino-Sesto Calende, Milano-Brescia, Milano-Voghera, Milano-Piacenza, Rho-Gallarate, Milano-Lecco, Milano-Mortara, Codogno-Cremona, Milano Meda). In pratica tendono alla saturazione tutte le linee che conducono al capoluogo della Regione. Secondo il Programma triennale del Servizio ferroviario regionale 2004 - 2006 'su queste tratte la rete ferroviaria della Lombardia non è in grado di soddisfare con standard di qualità accettabili la domanda di trasporto già in essere'. Sempre secondo lo stesso Piano 'carenze tecnologiche d'impianto irrigidiscono la circolazione su tutta la rete dando luogo ad una irregolarità diffusa del servizio'. Per quanto riguarda il materiale rotabile il 50% delle locomotive di Trenitalia risale agli anni Sessanta, il 60% delle carrozze è successivo agli anni Ottanta, il 40% risale agli anni Settanta; per quanto riguarda le Ferrovie Nord, il 68% del materiale rotabile è successivo agli anni Ottanta, mentre il rimanente é degli anni Cinquanta. "E' evidente - ha dichiarato il consigliere regionale Ds Maria Chiara Bisogni - che accanto agli investimenti infrastrutturali di portata nazionale e internazionale, quali l'Alta Capacità, a breve la situazione può migliorare soltanto se si investe nello sviluppo della rete ferroviaria regionale e nell'ammodernamento e potenziamento del materiale rotabile. Ma per questo occorrono risorse ingenti che né il Governo, né la Regione si apprestano a mettere a disposizione".
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AMBIENTE: NON CI SONO ALTERNATIVE A KYOTO


Si è svolto venerdì scorso il convegno di Ds e Sinistra Ecologista sulle politiche ambientali, in concomitanza con la nona conferenza delle parti (COP9) sul riscaldamento del clima. Tra i relatori anche Pierluigi Bersani, l'ex ministro dell'Ambiente Edo Ronchi e il consigliere regionale Marco Cipriano. Sul Protocollo di Kyoto, firmato nel 1997 (COP3) da più di cento Paesi e volto a ridurre l'emissione di gas serra nell'atmosfera, Bersani ha dichiarato: "Ci sono forze che resistono, ci sono miopie fortissime, a cominciare dalla superpotenza mondiale. Però ci sono più di cento Paesi che l'hanno sottoscritto. Soprattutto ora, in questa situazione di rallentamento dell'economia, non possiamo rinunciare a questa politica che può creare sviluppo, che può aprire il nuovo fronte della tecnologia ambientale, dell'implementazione dei trasporti pubblici, di un nuovo ciclo di investimenti nell'energia. È un obiettivo anche economico oltre che ambientale e di innovazione per un paese come l'Italia che paga la più elevata bolletta energetica, che ha un territorio fragilissimo e che dovrebbe essere la più convinta di questo sforzo". "Non ci sono alternative al Protocollo di Kyoto - ha dichiarato Edo Ronchi a proposito del riscaldamento del clima - il cambiamento climatico è un problema serio e lo abbiamo visto questa estate con il caldo eccezionale che ci è costato un migliaio di morti, mentre adesso vediamo le piogge alluvionali in diverse zone d'Italia". Sulle politiche ambientali della Lombardia, regione responsabile della produzione di un quarto circa delle emissioni di gas serra di tutta l'Italia, è invece intervenuto il consigliere Ds Marco Cipriano: "In Regione Lombardia si attua su questi e altri temi una politica degli annunci condita di demagogia. Si promettono incentivi per le auto catalizzate e per gli elettrodomestici a basso consumo, ma le risorse a disposizione rimangono scarse, e molti degli interessati non riescono a goderne. Si tratta, insomma, di iniziative propagandistiche. Ci vorrebbe invece una politica strutturale che preveda incentivi per l'utilizzo di fonti energetiche alternative e non inquinanti, a sostegno del trasporto pubblico e della mobilità collettiva".

LE PROPOSTE DEI DS CONTRO IL RISCALDAMENTO DEL CLIMA

Le vicende climatiche di questi mesi hanno portato all'attenzione dell'opinione pubblica i problemi del cambiamento del clima e del riscaldamento del pianeta. Il convegno organizzato da Sinistra ecologista e Ds ha definito un vera e propria "piattaforma politica" che proviamo a sintetizzare in tre punti fondamentali:
1. assumere il 'valore ambiente' come metro di lettura dei processi e delle decisioni politiche riguardo ai cicli importanti dell'organizzazione sociale (a partire da industria e trasporti). Questa apparente ovvietà - che peraltro capovolge l'approccio tradizionale segnato dall'immissione di una quota di 'ambiente' nelle politiche - segna e dà senso forte alle scelte successive;
2. per ridurre le emissioni in atmosfera (l'Italia butta in aria ogni anno 450 milioni di tonnellate di gas serra) si individuano tre filoni di intervento:
a. potenziamento e sperimentazione di fonti rinnovabili, che non hanno praticamente emissioni (tra le rinnovabili c'è anche il ciclo idrico, ovviamente);
b. potenziamento della cogenerazione, soprattutto nei circuiti urbani e metropolitani; c. aumento dell'efficienza sia del circuito di produzione (con centrali meno inquinanti e con una 'produttività' molto più alta), sia del consumo (il sistema 'domestico', ossia elettrodomestici e case 'intelligenti' consentono una netta riduzione di consumi). Conviene aggiungere che l'insieme di queste proposte hanno un impatto fortissimo sul sistema industriale-produttivo, anzi, sono una poderosa occasione per rilanciare i cicli industriali su prodotti più innovativi e avanzati;
3. un ruolo forte del sistema degli enti locali, che sono i primi a poter sperimentare e innovare, con una capacità di iniziativa delle Regioni e una rete di 'politiche attive' dei Comuni. L'esatto contrario di quello che sta facendo il Governo con i velleitari decreti Marzano.

FONDAZIONE STELLINE: CANCELLATO IL FINANZIAMENTO

Con una norma contenuta nel Collegato alla finanziaria regionale 2004, approvata a maggioranza, la Giunta Formigoni ha voluto abrogare la legge con cui la Regione Lombardia garantisce il finanziamento, dalla sua costituzione, della Fondazione delle Stelline di Milano. Lo stesso dispositivo stabilisce che la Fondazione rientrerà tra gli enti finanziabili direttamente dalla Presidenza della Regione, cioè senza alcuna garanzia che il contributo sia effettivamente erogato, né sulla sua consistenza. Saranno così tolti dal Bilancio i 500.000 euro che la legge n.51 del 24 maggio 1985 prevedeva come contributo regionale ad hoc, che negli anni hanno subito variazioni, fino ai 250.000 euro dello scorso anno. "Le Stelline - ha dichiarato Fiorenza Bassoli, vicepresidente del Consiglio regionale - sono un'istituzione prestigiosa, voluta proprio dalla Regione, che ha realizzato convegni, promosso iniziative in campo artistico, garantito spazi per incontri a numerosissime associazioni di Milano. Chiediamo alla Giunta di centrodestra di rivedere la propria posizione e di ripristinare il finanziamento. Con tutto il Centrosinistra e Rifondazione presenteremo in Consiglio, nell'occasione della discussione della manovra finanziaria, un emendamento che restituisca alla Fondazione quanto le è stato tolto".

MONDIALI DI SCI: SANTA CATERINA A RISCHIO

Le commissioni Ambiente e Territorio del Consiglio regionale lombardo hanno tenuto le audizioni del Comitato istituzionale e del Comitato organizzatore per i mondiali di sci Bormio 2005. "Abbiamo potuto verificare - ha dichiarato il consigliere Marco Tam - che sono a buon punto sia gli impianti di risalita sia le altre opere previste a Bormio. Ho potuto verificare personalmente che le opere sono state realizzate nel rispetto dell'ambiente anche in un'area, quella dei dintorni della cittadina valtellinese, che non è sottoposta ai vincoli propri del Parco dello Stelvio". Se a Bormio tutto sembra procedere bene, non così nell'altra sede dei mondiali. "A Santa Caterina - ha proseguito Marco Tam - dove sono previste le gare dei mondiali di sci femminile, le cose sono molto più complesse, perché il dialogo tra il Parco e l'amministrazione comunale, insediatasi da poco, si è subito interrotto. Ne discende che sono a rischio sia la realizzazione degli impianti di risalita, sia quella del ponte sul torrente Frodolfo sul quale è previsto l'arrivo delle gare, mentre manca ancora chiarezza sulla localizzazione del gigantesco parcheggio che dovrebbe sorgere all'ingresso del paese". "Se non si risolveranno le questioni degli impianti di risalita - ha ribadito Tam - dei finanziamenti alle opere e del parcheggio, importanti non solo per i mondiali ma anche per il rilancio complessivo del turismo a Santa Caterina, i mondiali femminili rischierebbero alla fine di essere spostati a Bormio".


EDOLO E BRENO: NO AI PROVVEDIMENTI PENALIZZANTI

Il 3 dicembre scorso su un quotidiano di Brescia compariva la notizia che l'On. Davide Caparini, parlamentare della Lega, si sarebbe fatto carico del problema che coinvolge i pendolari della valle Camonica che utilizzano i servizi della linea Edolo-Brescia e Breno-Brescia delle Ferrovie Nord Milano Autoservizi. Pendolari, per lo più studenti e lavoratori, che grazie alle scelte della Giunta Regionale della Lombardia, sono costretti ad un aumento dei costi dovuti all'abolizione del cosiddetto "mini abbonamento". "La notizia - ha dichiarato il consigliere Ds Claudio Bragaglio - non può che far piacere. Ci permettiamo di suggerire all'On. Caparini di segnalare al proprio gruppo consiliare presso la Regione la giacenza, sin dal 30 ottobre scorso, di una mozione urgente presentata dal Centrosinistra proprio su questo tema, nella quale si denuncia come attraverso una presunta razionalizzazione dei titoli di viaggio, introducendo una sola tipologia di abbonamento in luogo di quello settimanale valido 5 giorni, si determini un aumento tariffario superiore al 22% sul precedente abbonamento". "La prima prova concreta dell'impegno - ha concluso Bragaglio - sta nell'approvare questa mozione che impegna la Giunta regionale a rimuovere tempestivamente gli atti che stanno portando ad un aumento delle tariffe e disagi a scapito di studenti e lavoratori della Valle Camonica".

 


       



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