15 Settembre, 2002
Le ultime News dalla Federconsumatori.
DECRETO SALVACALCIO: SCHIAFFO DEL GOVERNO AI CONTRIBUENTI ONESTI.-E’UNA LEGGE DA RIFARE QUELLA CHE NON OBBLIGA PIU’ I COMMERCIANTI AL RILASCIO DELLO SCONTRINO “Per il diritto alla salute un sistema di qualità”-
DECRETO SALVACALCIO: SCHIAFFO DEL GOVERNO
AI CONTRIBUENTI ONESTI. PER IL CALCIO SERVE
UNA RIFORMA PROFONDA
L'ennesimo provvedimento tampone è improvvisato
sottoforma di sanatoria fiscale per salvare
gli stipendi e gli ingaggi miliardari di
calciatori e manager. E’ uno schiaffo ai
contribuenti onesti, soprattutto lavoratori
dipendenti e pensionati che non hanno alcuna
possibilità di aggirare il fisco, ma anche
l'ulteriore riprova di norme urgenti ed estemporanee
ideate a tutela di intollerabili privilegi.
Intesaconsumatori, nell'auspicare un dibattito
in Parlamento che rispecchi la volontà dei
cittadini che si aspettano una riforma complessiva
del calcio che non sia subordinata agli interessi
di parte e che garantisca la sopravvivenza
e l'imparzialità per tutti i clubs, boccia
il paventato regalo del governo alle società
di calcio, che non risolve il problema di
costi esagerati alla radice, ma lo rinvia
sine-die data la gravissima crisi finanziaria
che attanaglia un mondo che continua a vivere
al di sopra delle sue possibilità.
Se vi sono responsabilità penali, esse devono
emergere con urgenza, essendo intollerabile
che oltre al danno, i contribuenti onesti
in regola con il fisco spesso oggetto di
ondate di "cartelle pazze", debbano
subire la beffa di un decreto che tampona
l'ennesima
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E’UNA LEGGE DA RIFARE QUELLA CHE NON OBBLIGA
PIU’ I COMMERCIANTI AL RILASCIO DELLO SCONTRINO
!
Per Federconsumatori il mancato obbligo di
emissione dello scontrino (fiscale o non)
da parte dei commercianti, in base alla Legge
n. 326 del 24 novembre 2003, lede il diritto
di garanzia del consumatore sugli acquisti
di beni durevoli e semidurevoli di largo
consumo (abbigliamento, elettrodomestici
ecc.). Così facendo, l’onere di richiedere
lo scontrino a tutela dell’acquisto effettuato
ricade sempre e solo sul cliente .
“Tale procedura non è corretta” aggiunge
Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori,
“e quindi, la legge è sbagliata, perché il
consumatore è costretto a dimostrare l’acquisto
al venditore, mediante l’esibizione dello
scontrino. Il diritto alla garanzia deve
essere sempre riconosciuto e non può essere
subordinato ad esigenze di natura fiscale,
per questo motivo Federconsumatori chiede
che venga modificato l’art. 33 della Legge
n. 326 del 2003 che sospende l’obbligo di
emissione dello scontrino ed, anzi, chiede
che tale obbligo sia reintrodotto per i beni
durevoli e semidurevoli. Se ciò non avvenisse,
si contravverrebbe alla normativa europea
che estende a due anni la garanzia per i
prodotti difettosi”.
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CONFERENZA NAZIONALE
“Per il diritto alla salute un sistema di
qualità”
Cultura, Politica, Contrattazione
Intervento di
Rosario Trefiletti
Presidente Federconsumatori
Prima di entrare nel merito dell’argomento,
non posso sottrarmi al compito di richiamare
la vostra attenzione sulla situazione in
cui ci troviamo per quanto riguarda in particolare
la fortissima diminuzione del potere d’acquisto
dei cittadini.
Si parla di circa tre mila euro in meno di
capacità di acquisto a causa del forsennato
aumento dei prezzi al consumo.
Le tariffe di alcuni settori sono le più
elevate d’Europa: elettricità, gas, RC Auto,
servizi finanziari.
Conosciamo i casi delle obbligazioni argentine,
della Cirio, della Parmalat con una perdita
di risparmio per 37 miliardi di euro e con
il coinvolgimento di oltre 800 mila risparmiatori
ed intere famiglie al lastrico.
A tutto ciò si risponde con linee di politica
economica basate sulla improvvisazione e
sulla superficialità, in cui condoni e cartolarizzazioni
la fanno da padrone.
E per venire un po’ più vicino al tema del
nostro convegno: i trasferimenti agli enti
locali vengono ridotti o addirittura bloccati.
In definitiva, cari amici, ci troviamo di
fronte al progressivo impoverimento della
popolazione, alla destrutturazione dei sistemi:
ben altro rispetto alle modernizzazioni promesse
ed ai miracoli annunciati.
Non sfugge, perciò, a nessuno l’importanza
di questo appuntamento: agli operatori della
sanità, ai sindacalisti, ai politici e, men
che meno, ai cittadini ed agli utenti del
servizio sanitario, assistenziale e sociale.
Sono essi infatti lo scopo primo ed ultimo
di questo nostro impegno.
Sono in corso infatti provvedimenti che,
in modo più o meno esplicito, stanno scardinando
il sistema e con esso tutto ciò che andava
nella direzione dell’universalismo del diritto
alla salute e dell’egualitarismo nell’accesso
alle prestazioni sanitarie, sociali ed assistenziali.
Si sta complessivamente indebolendo il sistema
della partecipazione dei cittadini e degli
utenti alla programmazione, alla gestione
ed al controllo. Il “Si salvi chi può” sta
ridiventando il passaparola di chi si trova
nella malaugurata situazione di aver bisogno
di cure ed assistenza: è ripresa la corsa
frenetica alla ricerca dell’amico dell’amico
del primario o dell’infermiere di questo
o quel servizio.
Il cittadino è rimasto un’altra volta solo
di fronte alla burocrazia sanitaria, alle
chilometriche liste di attesa, alla inefficienza
dei servizi, ai rischi delle cure, ai danni
subiti a causa di errori più o meno colposi,
alla reintroduzione dei ticket, all’aumento
sfrenato dei prezzi dei farmaci ed allo spostamento
in fascia C a totale pagamento di molti farmaci
di largo ed indispensabile uso..
Tutto questo è dovuto al fatto che la sanità
italiana sta attraversando una fase di profondo
sconvolgimento dovuto a scelte politiche
di governo volte a rendere possibile l’assistenza
sanitaria non sulla base di un diritto universale
esigibile ovunque, ma sulla base delle disponibilità
finanziarie dei cittadini e scaricandone
l’onere pubblico sulle singole Regioni. Non
più un sistema nazionale, ma, effettivamente,
21 sistemi regionali, diversi e diseguali..
Il risultato è quello di un complessivo indebolimento
del sistema con conseguenze particolarmente
disastrose per le Regioni ed in particolare
per quelle economicamente più deboli.
L’obiettivo strategico, neppure troppo mascherato,
è quello di riaprire la strada alle mutue
private ed alla generalizzazione del mercato
assicurativo sanitario, riducendo al minimo
il sistema pubblico attraverso prestazioni
solo per coloro che non hanno mezzi e disponibilità
per accedere alle prestazioni del mercato.
Tuttavia non sono passati invano questi decenni.
La riforma sanitaria ed i successivi adeguamenti
hanno contribuito a creare un sistema che,
pur con tutti i suoi limiti e difetti, va
difeso e perfezionato, contrastando decisamente
ogni politica di restaurazione.
Questi decenni hanno contribuito inoltre
a creare anche una diffusa coscienza civile
ed una nuova cultura della salute e della
sanità.
La pratica medica si è aperta maggiormente
alle esigenze dei cittadini e degli utenti,
la stessa medicina ha dovuto accettare la
relatività delle sue acquisizioni e tutto
ciò ha contribuito a mettere in discussione
la relazione paternalistica e spesso autoritaria
tra medico e paziente: insomma, al centro
del sistema salute, sanità, assistenza sociale,
si è andato collocando sempre più l’interesse
del cittadino, la sua volontà, le sue esigenze,
i suoi diritti ad essere informato, a partecipare
alle scelte personali e pubbliche riguardanti
la salute e la sanità e l’insieme della sua
organizzazione, includendo in questa anche
la ospedalizzazione domiciliare come fattore
di recupero di personalizzazione della cura
e di contenimento della spesa ospedaliera..
Di fronte alle attuali difficoltà derivanti
dalla limitatezza delle risorse, dalle cattive
gestioni, dai colpevoli ritardi nella programmazione,
dagli assalti del mercato su un terreno eminentemente
caratterizzato da impegno etico, diventa
sempre più fondamentale mettere in campo
tutti gli strumenti di legge ancora vigenti.
Primi fra questi, quelli che riguardano la
partecipazione dei cittadini, delle associazioni
di rappresentanza, delle organizzazioni di
tutela affinché diventi determinante il loro
apporto nelle fasi della programmazione,
per far valere i diritti degli utenti, per
dare assoluta priorità alle loro esigenze
ed ai loro bisogni, per affermare una dinamica
collaborazione tra medici, operatori e cittadini.
Le organizzazioni di rappresentanza e tutela
dei cittadini utenti non sono rivolte solo
verso coloro che si trovano ad aver bisogno
di aiuto e protezione, perché lesi nel loro
diritto. Il loro compito è anche quello di
fare crescere la forza organizzata dei cittadini,
la loro capacità di partecipare con competenza
ed impegno alla programmazione, al fine di
modellare il sistema sulle esigenze dei cittadini
stessi, per combattere iniquità, sprechi,
clientelismo, inefficienza ed inefficacia.
A questo punto si pone una questione di grandissima
rilevanza che può caratterizzare l’esito
di questo importante appuntamento.
Si tratta a mio avviso di rifondare un grande
patto tra cittadini-utenti dei servizi socio-sanitari
e cittadini-operatori nel sistema socio-sanitario
per convergere insieme verso unico unificante
obiettivo di produrre un sistema di elevata
qualità.
Come sappiamo, sono state predisposte importantissime
“carte dei diritti” dei malati e degli operatori
fondate sulla logica ferrea della inscindibilità
dei rispettivi interessi: un buon risultato
è frutto di un sistema che sappia coniugare
i diritti dei malati con quelli degli operatori.
Insieme essi possono creare le condizioni
della qualità, della efficacia e della stessa
efficienza ed appropriatezza delle cure.
Di queste iniziative diamo atto ad alcuni
sindacati di settore. E’ un merito che riconosciamo.
Oggi occorre fare un passo avanti ricercando
e costruendo un lavoro comune tra i sindacati
e le rappresentanze dei cittadini-utenti.
Si tratta di prendere atto di questa grande
novità nello scenario sociali e civile: il
cittadino consumatore ed utente si caratterizza
in modo proprio e autonomo nella dinamica
economica e sociale: un modo che non è più
semplicisticamente riconducibile all’interno
del sindacato, né ai soli interessi dei lavoratori.
E non si tratta solo di neutralizzare eventuali
conflitti tra lavoratori ed utenti: il risultato
può e deve andare ben al di là.
Questa conferenza può segnare l’inizio di
un nuovo cammino attraverso il quale si possono
riprodurre situazioni analoghe a quelle che
consentirono la nascita del servizio sanitario
nazionale e della stessa legge di riforma
dei servizi sociali e dell’ assistenza.
Quelle situazioni di grande attenzione e
mobilitazione consentirono di affermare la
universalità del diritto alla salute, ai
servizi, alla assistenza. Oggi è necessaria
la stessa attenzione e mobilitazione non
solo per difendere quelle conquiste, ma soprattutto
per renderne possibili i benefici concreti.
Lo scenario di questo impegno si allarga
ai grandi temi della sicurezza alimentare
ed ambientale oltre che su quello della sicurezza
sui luoghi di lavoro. Non sfugge più a nessuno
la dimensione globale del problema salute,
né la sua trasversalità intersettoriale:
dalla SARS, alla influenza dei polli, alla
drammatica situazione dei malati di AIDS,
allo scandalo mondiale della produzione e
vendita dei farmaci.
La mobilitazione non può certo riguardare
solo gli addetti ai lavori. Occorre accrescere
la mobilitazione del cittadino globale.
In questi giorni siamo frastornati dalle
catastrofi della Ciro e della Parmalat: i
risparmiatori sono stati colpiti duramente
e la fiducia nel mercato del risparmio tocca
i livelli più bassi. Ci stiamo occupando
di tutto questo, ma i nostri impegni dovranno
diventare più costanti e diffusi anche su
tutto quanto riguarda la tutela dei diritti
dei cittadini alla salute ed ai servizi sociali.
Occorre aprire un tavolo di confronto e di
lavoro permanente tra tutte le organizzazioni
sindacali confederali e di categoria e le
organizzazioni di tutela e di rappresentanza
dei consumatori ed utenti. Noi siamo disponibili
a questo impegno e l’augurio è quello di
poter lavorare insieme per definire obiettivi
concreti su questioni di così importanti
e delicate per la vita dei cittadini ed il
loro diritto alla salute, alle cure, all’assistenza.
Il lavoro che ci attende è grande ed impegnativo.
Questa conferenza, il successo che sta avendo,
non sono che l’inizio di un buon lavoro,
insieme.
Grazie.
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