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 Politica

15 Settembre, 2002
Acli L'Europa che vogliamo costruire.
L'invito a non votare i politici incompatibili.

Cremona, 18 maggio 2004


ACLI Elezioni Europee
“L’Europa che vogliamo costruire”. L’invito a non votare i politici incompatibili,

a partire dai membri del Governo.

L’attuale campagna elettorale per il Parlamento Europeo è una scadenza ben più importante delle precedenti. E’ decollata la moneta unica; è in dirittura di arrivo la nuova Costituzione; si consoliderà l’allargamento dell’Unione a dieci nuovi paesi; è cresciuto in questi anni il movimento di società civile che si oppone alle guerre e al terrore e che lotta per la giustizia e la pace.

Le Acli pensano che questi importanti passaggi sono opportunità per far emergere l’immagine chiara e forte dell’Europa come di un continente diverso, che sia da esempio agli altri per il suo radicato umanesimo, per il modo di vivere la democrazia, la libertà e i diritti sociali; per la capacità di indicare strade alternative all’attuale ingiusto processo di globalizzazione.

Sono attese che per avverarsi chiedono alla politica europea di porre come priorità le questioni umane e sociali che toccano da vicino i milioni di abitanti dell’Unione e, indirettamente, tutti gli altri popoli del mondo e di voler privilegiare i diritti e la pace.

Sono questioni che stanno molto a cuore alle Acli impegnate a costruire il futuro nella nuova Europa e che, nell’imminenza delle elezioni del Parlamento Europeo, intendono sottoporre ai singoli candidati per coinvolgerli direttamente e per chiedere da parte loro risposte e impegni precisi al riguardo.

Ecco i punti:

- salvaguardare il diritto al lavoro, del lavoro e la dignità del lavoratore. Gli oltre 16 milioni di disoccupati impongono che si arrivi ad un Patto europeo per l’occupazione che tenga conto delle nuove condizioni di flessibilità, delle nuove professionalità, delle nuove regole della rappresentanza, soprattutto dei lavoratori atipici o dei senza lavoro. Una linea centrale delle politiche del lavoro deve restare la formazione professionale per preparare i lavoratori al cambiamento;

- si facciano forti politiche sociali per salvaguardare i diritti acquisiti dalle lotte dei popoli europei così che il nostro modello di welfare garantisca sicurezza e futuro alle famiglie, nel lavoro, nella salute, nello studio, nella casa, affermandosi come alternativo al modello competitivo che si fonda sul dumping sociale, sulla riduzione e negazione dei diritti e dei salari, sulle privatizzazioni dei beni e servizi di base e sulla mercificazione della vita umana;

-la vita umana, in ogni sua fase, e la famiglia siano difese e tutelate in campo bioetico, fiscale, economico, educativo, culturale e assistenziale con adeguate misure che li mettano al centro delle politiche di sviluppo;

- l’Europa della moneta, delle banche e dei commerci non prevalga su quella dei cittadini e della solidarietà espressa da una galassia di associazioni, imprese sociali, volontariato, ecc. impegnati a realizzare i diritti per tutti. Il loro ruolo è importante per reinventare lo stato sociale alla luce del principio di sussidiarietà e per lottare contro la povertà e l’ esclusione. Sono un soggetto vitale e necessario anche nel costruire la casa comune europea dove popoli, razze, culture, religioni possano incontrarsi e convivere pacificamente;

- rafforzare il potere di indirizzo e controllo politico del Parlamento Europeo sul crescente potere del sistema economico finanziario in particolare della Banca Centrale Europea in modo da garantire la centralità dell’essere umano e dei diritti di ogni singolo cittadino che vanno salvaguardati al di sopra di qualunque forma di potere economico, commerciale, industriale o altro;


- lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico non avvenga a scapito della sostenibilità umana e ambientale. Si favorisca un nuovo modello di sviluppo slegato dal consumismo, dal solo profitto e dal tracollo dei sistemi ecologici. Che il mito del benessere economico e della ricchezza individuale ceda il posto a un modello antropologico che predilige la solidarietà e l’accumulo del patrimonio sociale;


- si favorisca la partecipazione e il confronto sulle scelte politiche economiche e sociali con le realtà organizzate della società civile europea;



- la politica estera europea sia una politica di pace: sviluppi il partenariato con i paesi del Mediterraneo, svolga un ruolo di mediazione nei conflitti in corso, si opponga alla libera produzione e commercio delle armi, rinunci a diventare superpotenza militare ma incrementi e diffonda la cultura della pace e della cooperazione internazionale;


- si prevedano dentro la nuova Costituzione obiettivi e interventi di politica economica e commerciale per eliminare gli squilibri tra Nord e Sud modificando la linea seguita nella conferenza di Cancun su importazioni, beni comuni, proprietà intellettuali;


- che il ripudio della guerra (art. 11 Costituzione italiana) venga recepito all’interno della nuova Carta Costituzionale come un cardine nelle relazioni internazionali;


- ci sia una propositiva azione per la riforma dell’Onu e delle sue agenzie per un governo mondiale multipolare dei problemi internazionali;


- si consideri correttamente l’immigrazione come il drammatico prodotto degli squilibri internazionali. Si faccia una politica di cooperazione sui flussi migratori a livello comunitario e bilaterale per un’accoglienza e integrazione sociale ed economica degli immigrati, basata sul rispetto dei diritti umani e civili di tutti i cittadini.


Ci rivolgiamo ai partiti, ai singoli candidati, ai media, a tutti coloro che sono coinvolti nella prossima campagna elettorale perché questi punti vengano presi in considerazione e perché siano presi impegni espliciti in queste direzioni.


E affinché i candidati che verranno eletti siano posti nella condizione di assumere pienamente la loro responsabilità di parlamentari europei, le Acli invitano a non votare quei candidati che già rivestono cariche istituzionali, incompatibili con il mandato europeo, a partire dai membri del Governo.


Invitiamo anche ogni elettore ed elettrice a tenere in considerazione i punti indicati sopra sia nell’orientare il proprio voto verso un dato candidato, sia per richiamare ciascun parlamentare eletto al rispetto degli impegni eventualmente assunti.

 


       



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