15 Settembre, 2002
EUROPEE: 1 ELETTO SU 2 E’ INCOMPATIBILE
Continua l’inchiesta del sito delle Acli sui candidati “bandiera”
EUROPEE: 1 ELETTO SU 2 E’ INCOMPATIBILE
Continua l’inchiesta del sito delle Acli
sui candidati “bandiera”
Roma, 16 giugno 2004 – La metà dei candidati
italiani eletti al parlamento europeo sono
incompatibili. Lo denunciano le Acli analizzando
sul proprio sito (www.acli.it) i risultati
della competizione elettorale appena conclusa.
1 eletto su 2 dovrà, dunque, scegliere –
entro 30 giorni – se andare a Strasburgo
o mantenere il proprio attuale incarico istituzionale,
lasciando in questo il caso il seggio europeo
al primo dei non eletti della sua lista.
Salvo che anche questi non sia – come invece
spesso è – incompatibile.
Dopo aver pubblicato, nelle settimane precedenti
il voto, la lista dei candidati incompatibili,
le Acli continuano la loro inchiesta mettendo
ora on line la lista degli “eletti incompatibili”,
quelli cioè che ricoprono tuttora una carica
istituzionale che risulta incompatibile con
il mandato europeo appena ricevuto. Tra questi
primeggiano il presidente del Consiglio Berlusconi
e il vicepresidente Fini, candidati tra l’altro
in tutte le circoscrizioni, seguiti da una
schiera di ministri, deputati e senatori,
ma anche governatori, assessori e consiglieri
regionali.
In particolare, sono 10 gli incompatibili
nella circoscrizione Nord Ovest sul totale
di 23 eletti; 8 nella circoscrizione Nord
Est su 15 eletti; 8 su 16 nella circoscrizione
Centro; 8 su 17 nella circoscrizione Sud;
infine, 5 su 7 nella circoscrizione Isole.
Le Acli danno atto ad alcuni degli eletti
di essersi impegnati pubblicamente, già prima
del voto, a dimettersi dal loro precedente
incarico optando per il parlamento europeo
Bersani, D’Alema, Del Turco, Letta e Toia
per gli Uniti nell’Ulivo; Bertinotti per
Rifondazione Comunista; Alessandra Mussolini
per Alternativa Sociale. L’Associazione vigilerà
che costoro mantengano fede ai loro impegni
e valuterà contemporaneamente quanti degli
eletti incompatibili sceglieranno di onorare
il mandato appena ricevuto optando per Strasburgo
e quanti, invece, decideranno di non rispettare
il voto degli elettori cedendo ad altri il
proprio seggio europeo.
 
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