15 Settembre, 2002
Cooperazione allo sviluppo:fondi a rischio.
La Caritas Cremonese condivide e rilancia il seguente comunicato di Caritas Italiana.
La Caritas Cremonese condivide e rilancia
il seguente comunicato di Caritas Italiana.
Con cortese richiesta di pubblicazione.
Cooperazione allo sviluppo: fondi a rischio
La Caritas lancia un appello: non allentiamo
il sostegno ai Paesi del Sud del mondo.
«È impensabile che, in un mondo lacerato
da guerre e soprusi, gli uomini che governano
il nostro Paese decidano di tagliare i fondi
destinati alla cooperazione allo sviluppo,
l’unica strada per promuovere la cultura
della pace».
Mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas
Italiana, denuncia con forza la proposta
del ministro dell’Economia Giulio Tremonti
di tagliare di 250 milioni di euro i fondi
destinati alla cooperazione allo sviluppo.
Una cifra che fa parte della manovra di 5,5
miliardi di euro che permetterà all’Italia
di evitare l’early warning, l’ “avvertimento
preliminare” previsto dal Patto di Stabilità
dell’euro per i Paesi che rischiano di sforare
il 3% nel rapporto tra deficit e Prodotto
interno lordo. Proprio domani, sabato 3 luglio,
il Consiglio dei ministri dovrebbe dare il
via libera alla proposta di Tremonti.
A causa dei tagli, non sarà possibile realizzare
iniziative su cui il Governo si era già impegnato,
come la lotta all’Aids e alla polio, la ricostruzione
in Afghanistan, in Iraq, gli interventi in
Africa subsahariana e quelli di emergenza
nel Darfur (Sudan) dove, ogni 6 minuti, muore
un bambino sotto i 5 anni.
La cooperazione internazionale si occupa
dell’elaborazione ed attuazione di interventi
per generare sviluppo, economico e sociale,
nelle aree depresse del pianeta e «rappresenta
– continua mons. Nozza – un’occasione di
crescita per tutti, anche e soprattutto per
i Paesi che la promuovono e realizzano. Auspichiamo
pertanto che il Governo trovi il modo di
non penalizzare ulteriormente i Paesi del
Sud del mondo e di favorire sempre più opportunità
di sviluppo oltre le emergenze. Per quanto
forte possa essere il coinvolgimento di Ong
e Caritas (nel 2003 solo la Caritas Italiana
ha impiegato più di 12 milioni di euro per
interventi internazionali), non può sostituire
l’indispensabile e doveroso impegno del Governo».
 
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