15 Settembre, 2002
La Giunta Comunale di Cremona interviene sulle problematiche sollevate da M. Daina sugli anziani.
Afferma Mario Daina che il nostro paese è impreparato a risolvere il problema
Afferma Mario Daina che il nostro paese è impreparato a risolvere il
problema degli “anziani". Infatti in Italia, rispetto ad altri paesi
europei, scontiamo indubbiamente un grave ritardo nella attivazione di misure
efficaci ad accompagnare il processo d’invecchiamento della popolazione,
misure che necessitano di un supporto legislativo nazionale e di stanziamenti
adeguati, ci riferiamo ad esempio alla legge sulla non autosufficienza richiesta
a gran voce dallo stesso movimento sindacale rispetto alla quale l’attuale
governo è da tempo assolutamente latitante.
Del tutto condivisibile appare il grido dall'allarme lanciato
sull'improvvisazione e sulla mancanza di respiro strategico con cui si affronta
la questione sul piano nazionale, ma ben diverso è stato l'atteggiamento
dell'Amministrazione locale,di cui tutto si può dire tranne di non avere avuto
la consapevolezza della portata strategica della questione “anziani" che
invece è sempre stata in cima ai pensieri ed alle scelte locali, sia rispetto
alla tenuta ed alla qualità dei servizi che ai processi d'innovazione messi in
campo. In questi anni abbiamo fatto i conti con un grande cambiamento
della domanda sociale, con nuovi bisogni espressi soprattutto dalla componente
più fragile della popolazione, mentre, come è noto, abbiamo subito una forte
contrazione delle risorse, tagli ai trasferimenti sulla spesa sociale, vincoli
da parte regionale sulle stesse risorse destinate ai piani di zona che hanno
limitato l'autonomia dei Comuni e ridotto, in parte, l'efficacia degli
interventi.
Nonostante questi limiti, sono stati potenziati i servizi di assistenza
domiciliare, sono stati realizzati
interventi di sostegno alle famiglie che si prendono cura delle persone anziane,
sono stati potenziati i centri diurni integrati per anziani non autosufficienti,
abbiamo rafforzato la rete dei centri sociali.
Il Distretto di Cremona ha destinato la maggior parte degli stanziamenti
relativi al piano di zona ai buoni sociali per sostegno a domicilio degli
anziani non autosufficienti. La nascita dell'Azienda Speciale “Cremona
Solidale" e della Fondazione “Città di Cremona" hanno sancito la
più grossa operazione di riorganizzazione del sistema di welfare locale che sia
stata fatta in anni relativamente
recenti. Potremmo continuare.
Rispetto a bisogni crescenti si può certamente fare sempre meglio e di più,
ma in assenza di misure di federalismo fiscale, come si può pensare seriamente
di usare la leva fiscale a fini sociali esclusivamente in sede locale? Siamo
perfettamente consapevoli delle ulteriori difficoltà che ci attendono, se non
muteranno profondamente gli indirizzi regionali e nazionali in tema di politiche
sociali.
Riteniamo tuttavia che gli sforzi seri fatti e riscontrabili in sede locale
non siano minimamente paragonabili alle operazioni estive dei ministri pensate
nel vuoto di soluzioni strategiche e mentre si
definiscono gli ulteriori tagli alla spesa sociale dei Comuni.
La Giunta Comunale di Cremona
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Ecco l'articolo di Mario Daina:
Il nostro è un Paese impreparato a risolvere il problema degli anziani
Dopo la brillante idea di sollecitare gli anziani ad andare all’IPER, per
godere il fresco, (in taxi però perché l’autobus non c’è più) la
creatività italiana, che non ha confini, estrae dal cilindro l’uovo di
Colombo: tutti gli anziani dai pompieri. Per far che dai pompieri? La doccia?
Capitemi, non è in discussione la mia totale simpatia ed ammirazione per i
Vigili del fuoco, a cui va un sentito ringraziamento per essere sempre in prima
linea per la nostra sicurezza, ma cosa c’entrano i pompieri con gli anziani?
Le due proposte, denotano, quanto questo Paese sia indietro anche culturalmente
nell’affrontare il problema anziani.
Si è fatta una legge sacrosanta, sull’abbandono degli animali, e sugli
anziani? Totale silenzio. Forse che gli anziani contano meno dei barboncini?
Alcuni numeri per far comprendere la dimensione del
fenomeno anziani a Cremona, fatto 100 i ragazzi da 0 a 14 anni, gli anziani al
di sopra dei 65 anni a Cremona sono 125. La fascia anziana aumenterà del 50%,
almeno, nei prossimi 20 anni. Un cittadino su tre a Cremona sarà anziano.
Questa situazione, di per sé positiva, perché la vita si allunga, trascina
però problemi enormi. Un terzo della popolazione oltre i 75 anni è mediamente
disabile e soggetta a malattie croniche. Il 28% dei nuclei familiari a Cremona
è composto da una persona sola e questa persona per i 2/3 è vedova; chi
risponde a questa situazione? Lo Stato sta progressivamente ritirando le proprie
prestazioni. Il Sistema Sanitario, causa la pressione dei costi, dovuta a scelte
da noi non condivise, ha il fiato corto; tutto pertanto si scarica gradualmente
sui cittadini. Oggi è ancora la famiglia, per molti anziani, l’unica
risposta. Sta però, rapidamente,
cambiando anche la rete di sostegno familiare. E’ in atto, e Cremona è in
testa, una pesante destrutturazione familiare che non è solo quantitativa
(siamo all’ultimo posto come nascite:
1,2 contro una media dell’1,9) ma anche qualitativa.
Sono necessari, rispetto alla situazione descritta, alcuni passaggi forti
nella cultura e nella politica anche a livello locale. Il primo riguarda la
consapevolezza del problema, oggi, troppo marginalmente affrontato: non solo dai
mass media ma anche e soprattutto dai Sindaci, che sulle IPAB, sulla sanità e
sull'assistenza hanno dimostrato di intervenire, solo quando, i buoi sono
scappati dalla stalla.
E' impressionante quanto la politica (e solo in parte ciò è dovuto alla
ristrettezza finanziaria) ignori la rilevanza dei problemi che attraversano
ormai direttamente e indirettamente tutti i nuclei familiari
sul problema anziani. Esiste il problema di riposizionare le prestazioni
pubbliche, ma soprattutto,
occorre ripensare complessiva mente la struttura degli interventi.
La popolazione anziana, ha bisogno di rimanere attiva, di rimanere legata
agli affetti ed agli ambienti in cui vive, di interventi personalizzati. Quali
sono state le risposte dei Piani di Zona? Completamente insufficienti. Occorre
decentrare gli interventi, coinvolgendo attivamente, associazioni, enti
religiosi e volontariato. Sul terreno pubblico, quando Cremona, soprattutto
sulle tariffe, deciderà di usare la leva fiscale in favore della famiglia e del
privato sociale, che sviluppano azioni in favore degli anziani? O dovremo
aspettare le nomine degli Enti di secondo livello ed aspettare che si trovino
gli equilibri politici soddisfacenti?
Per non parlare poi del problema dell'anziano non autosufficiente, per cui
tanti sono costretti ad andare a Brescia per procurarsi badanti immigrate e
andare 4 volte in Questura per la regolarizzazione? Ne sono cosciente, che il
problema anziani è più che complicato, ma occorre ripensare il ruolo
dell'anziano nella nostra società sia come soggetto attivo sia come soggetto
che ha bisogno: questo può essere un modo per vivere più civilmente e in un
ambiente migliore.
Quando diamo di più agli anziani diamo di più a tutti
Mario Daina
Segretario Generale Cisl
 
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